Emergono nuovi particolari riguardo la vicenda relativa al caso Puff Daddy, in carcere a Brooklyn con le accuse di violenza sul capo e in attesa del processo al via il 5 maggio.
In particolare, l’uscita nella notte dell’atteso documentario dedicato al controverso produttore musicale, ha fatto discutere soprattutto per la testimonianza della donna anch’essa vittima del magnate musicale.
Infatti, ella avrebbe raccontato di essere stata violentata da Diddy con un telecomando nel 2018, spiegando di averlo incontrato con altre persone in California. Nel corso di una discussione, la presunta vittima aveva lasciato intendere di credere che Puff Daddy fosse coinvolto nell’omicidio del rapper Tupac Shakur. A quel punto Diddy minacciò la donna, dicendole che gliel’avrebbe fatta pagare per quanto aveva sostenuto.
Ecco il racconto della donna, Ashley:
“Il mese successivo mi trovavo nell’appartamento di un conoscente comune, quando Puff Daddy si è presentato con molte altre persone, tra cui Kristina Khorram, il suo capo dello staff. Mi ha puntato un coltello in faccia e alla fine mi ha violentata con un telecomando. Khorram mi ha poi minacciata, dicendo che sarei potuta sparire dalla faccia della terra se avessi continuato a parlare in giro”.
Poi, alla fine del documentario, Ashley ha così affermato:
“Sono diventata incredibilmente solitaria. Non mi fido di nessuno”.