Un vero e proprio dramma quello avvenuto a Palermo, dove un uomo di 48 anni si è tolto la vita dopo essere stato vittima di un ricatto della figlia quindicenne e del genero di 18 anni.
Secondo una prima ricostruzione la ragazzina avrebbe minacciato il padre lanciando contro di lui accuse infamanti, del tipo: “Se non mi dai i soldi, mi invento che mi hai violentata”.
A quel punto l’uomo, stanco della situazione, ha prima scritto una lettera d’addio e poi si è suicidato. Pertanto la 15enne e il suo fidanzato sono stati arrestati, con lei trasferita in una comunità protetta e lui in carcere, entrambi accusati di estorsione aggravata e della morte dell’uomo come conseguenza del loro comportamento criminale.
Il 48enne era disoccupato da tempo e aveva dunque una condizione economica difficile, venendo più volte aggredito e minacciato dalla figlia, la quale pretendeva la sua parte di eredità materna. La giovane aveva anche partorito una bambina ora affidata agli assistenti sociali, oltre ad usare i soldi estorti al padre per l’acquisto di una PlayStation, per trattamenti estetici e per l’acquisto a rate di un motorino.
Ecco quanto scritto dall’uomo nella lettera:
“Sei una brava manipolatrice tu e il tuo fidanzato, mi avete distrutto in tutte le maniere. Mi avete gonfiato di botte, deriso, trattato come un mostro. Te la vedrai con Dio”.
Poi, sono emerse anche le conversazioni tra padre e figlia tramite Whatsapp:
“Volevi questo, sei arrivata al tuo scopo. Non mancheranno giorni e arriverà la notizia che io non ci sono più”, scriveva lui; “Addirittura per 100 euro ti ammazzi”, rispondeva lei.