Nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso l’aula dei Gruppi parlamentari della Camera, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto alle domande della stampa davanti a circa 160 giornalisti accreditati.
Al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che ha organizzato la conferenza, sono giunte 95 richieste per porre la domanda alla premier e ne sono state sorteggiate 40, fra cui quattro estere, la greca ERT Tv, The Times di Londra, Politico di Bruxelles e Rossiya Segodnya di Mosca.
Ecco le dichiarazioni della presidente Meloni:
“Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia. Mi stupisce che si metta insieme nello stesso intervento l’idea che il governo intenda comprimere i diritti per la stampa e l’opera attenta di sostegno al settore svolta dal sottosegretario Barachini, perché tutto quello che fa Barachini è una scelta del governo e non del sottosegretario singolo”.
“Sento dire che io non risponderei spesso alle domande dei giornalisti. Ho fatto fare un calcolo: ho risposto nel 2024 a 350 domande, più di una al giorno. Ho fatto la scelta di non fare conferenze stampa al termine delle riunioni del consiglio dei ministri per dare spazio ai ministri nelle rispettive sfere di competenza, perché Giorgia Meloni non è sola al governo. Mi capita sempre più spesso di trovare virgolettati sui giornali, dichiarazioni che non solo non ho mai detto e pensato ma spesso vengono riportati fatti non avvenuti. Mi piacerebbe che da qui provassimo a ripartire con un piede diverso: io assicuro rispetto, ancora di più rispetto per il vostro lavoro e mi permetto di chiederlo a voi”.
Poi, sulle ordinanze cautelari ha così risposto:
“In attuazione della direttiva europea del 2016 che riguarda il pieno rispetto della presunzione di innocenza, il Parlamento ha delegato il Governo ad approvare un decreto legislativo secondo cui non può essere pubblicata per intero o per estratto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. È consentito al giornalista di avere l’ordinanza, si chiede al giornalista di fare una sintesi. Si può continuare a dare notizia dei fatti di cronaca rilevanti, si chiede di non fare copia e incolla dell’ordinanza perché sono contenuti dati sensibili e stralci di intercettazioni. Non c’è nessuna limitazione del diritto di informare ed essere informati. E il governo non ha ritenuto di inserire pene per chi dovesse violare le prescrizioni”.
“Il disegno di legge in discussione in Senato d’iniziativa di Fdi sulla diffamazione a mezzo stampa non lo si può definire un tentativo di limitare la libertà di stampa. Su una legge che porta il mio nome non posso che essere d’accordo, c’è al ministero della Giustizia un osservatorio insediato e operativo anche con le associazioni dei giornalisti. Io sono assolutamente favorevole e a disposizione, ci sono alcuni Ordini che hanno dato attuazione alla norma. Quindi sono favorevole e a vostra disposizione”.
Poi, sul caso Sala: “C’è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa per quello che riguarda una svolta nel caso, non direi che c’è stato un momento di svolta, perché la questione è stata seguita dall’inizio. Le interlocuzioni con l’Iran sono di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza in questi casi. Mantovano è stato al Copasir ed è pronto a tornare nel caso in un’ulteriore audizione, ricordiamo che in Iran sono presenti altri 500 italiani e bisogna essere molto cauti”.
“Ieri è stata una bella giornata per l’Italia intera, per il sistema Italia e per le tante persone che ci hanno lavorato, una bella giornata per me e vi farò una confessione: tra le molte cose che accadono quando si ricopre un incarico complesso come il mio posso dirvi che non ho provato un ‘emozione più grande in questi anni, rispetto a quando ho detto alla madre di Cecilia che sua figlia tornava a casa. Voglio condividere con voi questo e ringraziare i tanti che hanno permesso che questo accadesse”.
“Per quello che riguarda Abedini il caso è al vaglio del ministero della Giustizia, c’è un vaglio tecnico e politico, e secondo il trattato con gli Stati Uniti. E’ una vicenda che bisogna continuare a discutere con gli amici americani: avrei voluto parlarne con Biden, che ha dovuto annullare il viaggio e a cui mandiamo la nostra solidarietà. Le interlocuzioni ci sono e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato ieri e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi opportune”.
Sul caso Space X: “Sono abbastanza colpita da come alcune notizie false rimbalzino e continuino ad essere discusse anche dopo essere state smentite, come il contratto smentito con Space X. Usare il pubblico per fare favore agli amici non è mio costume, io valuto l’interesse nazionale. E non ho mai parlato personalmente con Musk di queste vicende. Neanche io personalmente ho le idee chiare su questa vicenda, si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate, parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato per questo lavoro, perché non ci sono alternative pubbliche. L’Italia e l’Europa non sono arrivate in tempo a immaginare tecnologie pubbliche che fossero in grado mettere in sicurezza queste comunicazioni. Oggi ci si sta lavorando, domani magari ci saranno soggetti pubblici in grado di garantirle. L’alternativa non è un soggetto pubblico, ma è non avere la protezione di questi dati. Questo in un dibattito serio sarebbe il tema, ossia qual è lo scenario preferibile. Io sono laica su questo dibattito, però devo porre la questione, perché se domani quelle comunicazioni finiscono nelle mani sbagliate, il governo è responsabile: non posso fare finta che il problema non esiste”.
“Non è la prima volta che accade che si discuta di affidare ad un privato un servizio delicato come quello delle comunicazioni, che potrebbero essere affidate a Starlink. Lo stesso problema ci fu per il data center. Ma quando ciò venne affidato a Microsoft nessuno si è stracciato le vesti. Allora il problema sono le idee di Musk. Io non faccio favori ad amici, ma non accetto che si attacchi una lettera scarlatta a Musk. Space X ha illustrato al governo la tecnologia di cui dispone, che consente comunicazioni in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario, e per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le sedi diplomatiche e con i contingenti militari all’estero, che sono molto delicate. Si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità. Decine di aziende si propongono per cose più disparate, poi si fa l’istruttoria, e se la cosa è di interesse si pone nelle sedi competenti. In questo caso gli ambiti con cui confrontarsi sono molti, dal Consiglio supremo di difesa fino al Parlamento. Ma siamo nella fase istruttoria, non capisco tutte le accuse che sono state rivolte”.
Sulle prossime elezioni: “Io vorrei arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvato ed una legge elettorale tarata su questo. Penso che la questione sia materia di competenza parlamentare, ma se il premierato non dovesse arrivare in tempo ci si interrogherà se questa legge elettorale sia la migliore o no. Le tempistiche non dipendono da me, il mio intento è di andare avanti con le riforme con determinazione e velocità. Le riforme sono costituzionali ed hanno delle tempistiche ampie e c’è un lavoro parlamentare. Io ho promesso che avrei consegnato un’Italia migliore di quella che ho trovato e queste riforme sono necessarie. Sulla riforma del fisco puntiamo a chiudere tutti i testi unici in materia tributaria e se riusciamo a fare anche il codice tributario. Vogliamo procedere spediti”.
“Se riusciamo io vorrei fare in questa legislatura anche i referendum, ma per me l’importante è portare a casa le riforme e consentire agli italiani di esprimersi su queste materie. Sulla giustizia ci sono state aperture anche da alcuni partiti dell’opposizione ma non credo si arriverà ai due terzi”.
Sui centri in Albania: “A me pare che le sentenze della Cassazione diano ragione al governo, in quanto dicono che spetta al governo stabilire i Paesi sicuri. I centri in Albania sono pronti ad essere operativi. Poi, lo scorso anno gli sbarchi sono diminuiti del 60%, negli ultimi anni giorni sono quasi azzerati, ma i centri per quanto ci riguarda sono pronti ad essere operativi. Conseguentemente il giudice non può sistematicamente disapplicare il trattenimento dei migranti che arrivano da quei Paesi, ma può motivare il caso specifico. Che è una cosa completamente diversa da quello che hanno fatto i magistrati del tribunale di Roma che non entrano nel merito del singolo caso”.
“La Corte di giustizia europea dovrebbe pronunciarsi a febbraio sul tema dei Paesi sicuri. L’Italia ha depositato le proprie valutazioni. Dalle interlocuzioni con gli altri partner europei, so che la maggioranza dei Paesi europei sosterrà la posizione italiana davanti alla Corte. Le nostre motivazioni sono in linea con il patto d’immigrazione e asilo. Aspetterei a vedere cosa accade. Mi preoccupa di più se in Italia non si tenesse conto di ciò, come non si tenesse conto della Cassazione, il che è paradossale, un po’ preoccupante e bizzarro. Questo configura uno scenario molto più complesso, di palese volontà di disapplicare i provvedimenti del governo. Ma questo, non lo capirebbero neanche i cittadini. Poi ci sono 11 mafiosi legati a Messina Denaro che vengono messi in libertà per scadenza dei termini cautelari. Forse bisognerebbe essere più concentrati su questi trattenimenti che non sulla disapplicazione dei decreti del governo”.
Sul caso Groenlandia e Panama: “Su Groenlandia e Panama, mi sento di escludere che gli Stati Uniti nei prossimi anni si metteranno a tentare di annettere con la forza territori. Noi abbiamo già visto Trump presidente degli Usa, siamo di fronte a una persona che quando fa una cosa la fa per una ragione. Penso che le sue dichiarazioni siano più un messaggio ad alcuni altri grandi player globali, piuttosto che rivendicazioni ostili nei confronti di quei Paesi”.
“Facciamo che rispondo a una domanda per ciascuno, altrimenti non riusciamo: il canale di Panama fu costruito agli inizi del ‘900 dagli Stati Uniti, ed è fondamentale per il mercato mondiale e per gli Usa. La Groenladia è un territorio particolarmente strategico, ricco di materie prime strategiche: sono territori su cui negli ultimi anni abbiamo assistito a un crescente protagonismo cinese. Per il Canada si potrebbe fare un ragionamento simile. La mia idea è che queste dichiarazioni di Trump rientrino nel dibattito a distanza fra grandi potenze. Un modo energico per dire che gli Usa non rimarranno a guardare di fronte alla previsione che altri grandi player globali muovano in zone di interesse strategiche per gli Stati Uniti e, aggiungo io, per l’Occidente. Mi confronterò anche con i miei omologhi dell’Unione europea nelle prossime ore, ma questa a me pare la questione”.
Poi, alla domanda se si recherà a Washington per l’insediamento di Donald Trump, ha così risposto: “Mi fa piacere esserci, sto valutando la compatibilità di agenda. Se riesco partecipo volentieri”.
Sul tema carceri: “Secondo me il modo serio di risolvere il problema non è l’amnistia o l’indulto, ma è un altro: da una parte ampliare la capienza delle carceri, e poi stiamo lavorando per rendere più agevole ad esempio il passaggio dei detenuti tossicodipendenti nelle comunità”.
Poi, alle parole di Papa Francesco sulla questione, ha così replicato:
“Ascolto sempre con grande attenzione le parole di Papa Francesco, che ringrazio. Quello che dice sull’amnistia è nella bolla sul Giubileo ed è rivolto ai governi di tutto il mondo, non riguarda specificatamente il nostro Paese”.
E sulle migliori condizioni di vita dei detenuti ha aggiunto: “La mia idea non è che questo si debba fare adeguando il numero dei detenuti o i reati alla capienza delle carceri, ma adeguare la capienza delle carceri alle necessità. Perciò abbiamo nominato un commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria che ha l’obiettivo di realizzare 7000 nuovi posti in 3 anni a partire dal 2025”.
Tornando al presidente americano Trump e alla questione Ucraina, la premier ha affermato:
“Francamente non prevedo un disimpegno di Trump in Ucraina, non leggo questo dalle sue dichiarazioni. Ha parlato in più occasioni di ‘pace con la forza’, ed io ho sempre sostenuto che l’unico modo per costringere la Russia a sedersi ad un tavolo di trattative era costruire una situazione di difficoltà sul campo. Trump ha la capacità di dosare diplomazia e deterrenza, e prevedo che anche questa volta sarà così. Lui può andare avanti nella soluzione, ma non prevedo che questo significhi abbandonare l’Ucraina, circostanza che sarebbe un errore dal mio punto di vista. Questa guerra doveva durare 3 giorni, a febbraio saranno 3 anni. A dicembre 2022 la Russia controllava il 17,4 % del territorio; dopo 2 anni, con perdite ingenti, ne controlla il 18%, +0,6%. Lo dico anche per smontare la narrazione che la Russia abbia già vinto. Se oggi si parla di pace è perché la Russia si è un po’ impantanata in Ucraina, grazie al coraggio degli ucraini e al nostro sostegno”.
Sul candidato in Veneto: “Io penso che Fdi debba essere tenuto in considerazione. Penso che di queste vicende si debba discutere con serenità con gli alleati e lo faremo. Ci saranno elezioni regionali ampie e delicate, ne abbiamo cominciato a parlare e continueremo a farlo”.
Poi, sulla nomina di Rizzi a capo del DIS ha concluso:
“Il prefetto Vittorio Rizzi sarà il nuovo capo del DIS. La nomina sarà formalizzata in Cdm. Vi confermo che abbiamo deciso di nominare il prefetto Vittorio Rizzi attuale vicedirettore Aisi, che prenderà il posto di Elisabetta Belloni. Un funzionario dello Stato di primo ordine e chiaramente la nomina verrà formalizzata nel prossimo Consiglio dei ministri previsto oggi”.