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Meloni in conferenza stampa: “Alle prossime elezioni vorrei arrivare con il premierato”

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Nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso l’aula dei Gruppi parlamentari della Camera, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto alle domande della stampa davanti a circa 160 giornalisti accreditati.

Al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che ha organizzato la conferenza, sono giunte 95 richieste per porre la domanda alla premier e ne sono state sorteggiate 40, fra cui quattro estere, la greca ERT Tv, The Times di Londra, Politico di Bruxelles e Rossiya Segodnya di Mosca.

Ecco le dichiarazioni della presidente Meloni:

“Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia. Mi stupisce che si metta insieme nello stesso intervento l’idea che il governo intenda comprimere i diritti per la stampa e l’opera attenta di sostegno al settore svolta dal sottosegretario Barachini, perché tutto quello che fa Barachini è una scelta del governo e non del sottosegretario singolo”.

“Sento dire che io non risponderei spesso alle domande dei giornalisti. Ho fatto fare un calcolo: ho risposto nel 2024 a 350 domande, più di una al giorno. Ho fatto la scelta di non fare conferenze stampa al termine delle riunioni del consiglio dei ministri per dare spazio ai ministri nelle rispettive sfere di competenza, perché Giorgia Meloni non è sola al governo. Mi capita sempre più spesso di trovare virgolettati sui giornali, dichiarazioni che non solo non ho mai detto e pensato ma spesso vengono riportati fatti non avvenuti. Mi piacerebbe che da qui provassimo a ripartire con un piede diverso: io assicuro rispetto, ancora di più rispetto per il vostro lavoro e mi permetto di chiederlo a voi”.

Poi, sulle ordinanze cautelari ha così risposto:

“In attuazione della direttiva europea del 2016 che riguarda il pieno rispetto della presunzione di innocenza, il Parlamento ha delegato il Governo ad approvare un decreto legislativo secondo cui non può essere pubblicata per intero o per estratto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. È consentito al giornalista di avere l’ordinanza, si chiede al giornalista di fare una sintesi. Si può continuare a dare notizia dei fatti di cronaca rilevanti, si chiede di non fare copia e incolla dell’ordinanza perché sono contenuti dati sensibili e stralci di intercettazioni. Non c’è nessuna limitazione del diritto di informare ed essere informati. E il governo non ha ritenuto di inserire pene per chi dovesse violare le prescrizioni”.

“Il disegno di legge in discussione in Senato d’iniziativa di Fdi sulla diffamazione a mezzo stampa non lo si può definire un tentativo di limitare la libertà di stampa. Su una legge che porta il mio nome non posso che essere d’accordo, c’è al ministero della Giustizia un osservatorio insediato e operativo anche con le associazioni dei giornalisti. Io sono assolutamente favorevole e a disposizione, ci sono alcuni Ordini che hanno dato attuazione alla norma. Quindi sono favorevole e a vostra disposizione”.

Poi, sul caso Sala: “C’è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa per quello che riguarda una svolta nel caso, non direi che c’è stato un momento di svolta, perché la questione è stata seguita dall’inizio. Le interlocuzioni con l’Iran sono di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza in questi casi. Mantovano è stato al Copasir ed è pronto a tornare nel caso in un’ulteriore audizione, ricordiamo che in Iran sono presenti altri 500 italiani e bisogna essere molto cauti”.

“Ieri è stata una bella giornata per l’Italia intera, per il sistema Italia e per le tante persone che ci hanno lavorato, una bella giornata per me e vi farò una confessione: tra le molte cose che accadono quando si ricopre un incarico complesso come il mio posso dirvi che non ho provato un ‘emozione più grande in questi anni, rispetto a quando ho detto alla madre di Cecilia che sua figlia tornava a casa. Voglio condividere con voi questo e ringraziare i tanti che hanno permesso che questo accadesse”.

“Per quello che riguarda Abedini il caso è al vaglio del ministero della Giustizia, c’è un vaglio tecnico e politico, e secondo il trattato con gli Stati Uniti. E’ una vicenda che bisogna continuare a discutere con gli amici americani: avrei voluto parlarne con Biden, che ha dovuto annullare il viaggio e a cui mandiamo la nostra solidarietà. Le interlocuzioni ci sono e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato ieri e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi opportune”.

Sul caso Space X: “Sono abbastanza colpita da come alcune notizie false rimbalzino e continuino ad essere discusse anche dopo essere state smentite, come il contratto smentito con Space X. Usare il pubblico per fare favore agli amici non è mio costume, io valuto l’interesse nazionale. E non ho mai parlato personalmente con Musk di queste vicende. Neanche io personalmente ho le idee chiare su questa vicenda, si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate, parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato per questo lavoro, perché non ci sono alternative pubbliche. L’Italia e l’Europa non sono arrivate in tempo a immaginare tecnologie pubbliche che fossero in grado mettere in sicurezza queste comunicazioni. Oggi ci si sta lavorando, domani magari ci saranno soggetti pubblici in grado di garantirle. L’alternativa non è un soggetto pubblico, ma è non avere la protezione di questi dati. Questo in un dibattito serio sarebbe il tema, ossia qual è lo scenario preferibile. Io sono laica su questo dibattito, però devo porre la questione, perché se domani quelle comunicazioni finiscono nelle mani sbagliate, il governo è responsabile: non posso fare finta che il problema non esiste”.

“Non è la prima volta che accade che si discuta di affidare ad un privato un servizio delicato come quello delle comunicazioni, che potrebbero essere affidate a Starlink. Lo stesso problema ci fu per il data center. Ma quando ciò venne affidato a Microsoft nessuno si è stracciato le vesti. Allora il problema sono le idee di Musk. Io non faccio favori ad amici, ma non accetto che si attacchi una lettera scarlatta a Musk. Space X ha illustrato al governo la tecnologia di cui dispone, che consente comunicazioni in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario, e per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le sedi diplomatiche e con i contingenti militari all’estero, che sono molto delicate. Si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità. Decine di aziende si propongono per cose più disparate, poi si fa l’istruttoria, e se la cosa è di interesse si pone nelle sedi competenti. In questo caso gli ambiti con cui confrontarsi sono molti, dal Consiglio supremo di difesa fino al Parlamento. Ma siamo nella fase istruttoria, non capisco tutte le accuse che sono state rivolte”.

Sulle prossime elezioni: “Io vorrei arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvato ed una legge elettorale tarata su questo. Penso che la questione sia materia di competenza parlamentare, ma se il premierato non dovesse arrivare in tempo ci si interrogherà se questa legge elettorale sia la migliore o no. Le tempistiche non dipendono da me, il mio intento è di andare avanti con le riforme con determinazione e velocità. Le riforme sono costituzionali ed hanno delle tempistiche ampie e c’è un lavoro parlamentare. Io ho promesso che avrei consegnato un’Italia migliore di quella che ho trovato e queste riforme sono necessarie. Sulla riforma del fisco puntiamo a chiudere tutti i testi unici in materia tributaria e se riusciamo a fare anche il codice tributario. Vogliamo procedere spediti”.

“Se riusciamo io vorrei fare in questa legislatura anche i referendum, ma per me l’importante è portare a casa le riforme e consentire agli italiani di esprimersi su queste materie. Sulla giustizia ci sono state aperture anche da alcuni partiti dell’opposizione ma non credo si arriverà ai due terzi”.

Sui centri in Albania: A me pare che le sentenze della Cassazione diano ragione al governo, in quanto dicono che spetta al governo stabilire i Paesi sicuri. I centri in Albania sono pronti ad essere operativi. Poi, lo scorso anno gli sbarchi sono diminuiti del 60%, negli ultimi anni giorni sono quasi azzerati, ma i centri per quanto ci riguarda sono pronti ad essere operativi. Conseguentemente il giudice non può sistematicamente disapplicare il trattenimento dei migranti che arrivano da quei Paesi, ma può motivare il caso specifico. Che è una cosa completamente diversa da quello che hanno fatto i magistrati del tribunale di Roma che non entrano nel merito del singolo caso”.

“La Corte di giustizia europea dovrebbe pronunciarsi a febbraio sul tema dei Paesi sicuri. L’Italia ha depositato le proprie valutazioni. Dalle interlocuzioni con gli altri partner europei, so che la maggioranza dei Paesi europei sosterrà la posizione italiana davanti alla Corte. Le nostre motivazioni sono in linea con il patto d’immigrazione e asilo. Aspetterei a vedere cosa accade. Mi preoccupa di più se in Italia non si tenesse conto di ciò, come non si tenesse conto della Cassazione, il che è paradossale, un po’ preoccupante e bizzarro. Questo configura uno scenario molto più complesso, di palese volontà di disapplicare i provvedimenti del governo. Ma questo, non lo capirebbero neanche i cittadini. Poi ci sono 11 mafiosi legati a Messina Denaro che vengono messi in libertà per scadenza dei termini cautelari. Forse bisognerebbe essere più concentrati su questi trattenimenti che non sulla disapplicazione dei decreti del governo”.

Sul caso Groenlandia e Panama: “Su Groenlandia e Panama, mi sento di escludere che gli Stati Uniti nei prossimi anni si metteranno a tentare di annettere con la forza territori. Noi abbiamo già visto Trump presidente degli Usa, siamo di fronte a una persona che quando fa una cosa la fa per una ragione. Penso che le sue dichiarazioni siano più un messaggio ad alcuni altri grandi player globali, piuttosto che rivendicazioni ostili nei confronti di quei Paesi”.

“Facciamo che rispondo a una domanda per ciascuno, altrimenti non riusciamo: il canale di Panama fu costruito agli inizi del ‘900 dagli Stati Uniti, ed è fondamentale per il mercato mondiale e per gli Usa. La Groenladia è un territorio particolarmente strategico, ricco di materie prime strategiche: sono territori su cui negli ultimi anni abbiamo assistito a un crescente protagonismo cinese. Per il Canada si potrebbe fare un ragionamento simile. La mia idea è che queste dichiarazioni di Trump rientrino nel dibattito a distanza fra grandi potenze. Un modo energico per dire che gli Usa non rimarranno a guardare di fronte alla previsione che altri grandi player globali muovano in zone di interesse strategiche per gli Stati Uniti e, aggiungo io, per l’Occidente. Mi confronterò anche con i miei omologhi dell’Unione europea nelle prossime ore, ma questa a me pare la questione”.

Poi, alla domanda se si recherà a Washington per l’insediamento di Donald Trump, ha così risposto: “Mi fa piacere esserci, sto valutando la compatibilità di agenda. Se riesco partecipo volentieri”.

Sul tema carceri: “Secondo me il modo serio di risolvere il problema non è l’amnistia o l’indulto, ma è un altro: da una parte ampliare la capienza delle carceri, e poi stiamo lavorando per rendere più agevole ad esempio il passaggio dei detenuti tossicodipendenti nelle comunità”.

Poi, alle parole di Papa Francesco sulla questione, ha così replicato:

“Ascolto sempre con grande attenzione le parole di Papa Francesco, che ringrazio. Quello che dice sull’amnistia è nella bolla sul Giubileo ed è rivolto ai governi di tutto il mondo, non riguarda specificatamente il nostro Paese”.

E sulle migliori condizioni di vita dei detenuti ha aggiunto: “La mia idea non è che questo si debba fare adeguando il numero dei detenuti o i reati alla capienza delle carceri, ma adeguare la capienza delle carceri alle necessità. Perciò abbiamo nominato un commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria che ha l’obiettivo di realizzare 7000 nuovi posti in 3 anni a partire dal 2025”.

Tornando al presidente americano Trump e alla questione Ucraina, la premier ha affermato:

“Francamente non prevedo un disimpegno di Trump in Ucraina, non leggo questo dalle sue dichiarazioni. Ha parlato in più occasioni di ‘pace con la forza’, ed io ho sempre sostenuto che l’unico modo per costringere la Russia a sedersi ad un tavolo di trattative era costruire una situazione di difficoltà sul campo. Trump ha la capacità di dosare diplomazia e deterrenza, e prevedo che anche questa volta sarà così. Lui può andare avanti nella soluzione, ma non prevedo che questo significhi abbandonare l’Ucraina, circostanza che sarebbe un errore dal mio punto di vista. Questa guerra doveva durare 3 giorni, a febbraio saranno 3 anni. A dicembre 2022 la Russia controllava il 17,4 % del territorio; dopo 2 anni, con perdite ingenti, ne controlla il 18%, +0,6%. Lo dico anche per smontare la narrazione che la Russia abbia già vinto. Se oggi si parla di pace è perché la Russia si è un po’ impantanata in Ucraina, grazie al coraggio degli ucraini e al nostro sostegno”.

Sul candidato in Veneto: “Io penso che Fdi debba essere tenuto in considerazione. Penso che di queste vicende si debba discutere con serenità con gli alleati e lo faremo. Ci saranno elezioni regionali ampie e delicate, ne abbiamo cominciato a parlare e continueremo a farlo”.

Poi, sulla nomina di Rizzi a capo del DIS ha concluso:

“Il prefetto Vittorio Rizzi sarà il nuovo capo del DIS. La nomina sarà formalizzata in Cdm. Vi confermo che abbiamo deciso di nominare il prefetto Vittorio Rizzi attuale vicedirettore Aisi, che prenderà il posto di Elisabetta Belloni. Un funzionario dello Stato di primo ordine e chiaramente la nomina verrà formalizzata nel prossimo Consiglio dei ministri previsto oggi”.

Caivano

CAIVANO. Ringrazio il Presidente Mattarella ma condanno tutti quelli che strumentalizzano la sua visita

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CAIVANO – Anch’io voglio ringraziare il Presidente Mattarella e mi scuso se lo faccio in ritardo ma deformazione professionale vuole che prima di agire bisogna capire e osservando, ascoltando i colleghi e leggendo la gente comune dai social, ho potuto maturare meglio la mia personale interpretazione. D’altronde è la stessa cosa che hanno fatto tutti con la sola differenza, quella che gli altri sono affetti dall’ansia da prestazione.

Dicevo: anch’io voglio ringraziare il Presidente Mattarella perché con la sua venuta non programmata, accompagnato dalla sola scorta di ordinanza e non quella delle visite ufficiali, all’insaputa di tutti e anche all’insaputa di una gran parte della Stampa – perché così ha voluto il Prefetto Michele di Bari, unico ad essere a conoscenza della visita presidenziale dopo il prete Patriciello che l’ha invitato – ha dimostrato a tutti che all’interno del Parco Verde, oggi, non esiste alcun clima di tensione come volevano farci credere in occasione della mancata messa di Natale. Un po’ come tenne a precisare il Governatore De Luca all’indomani dei blitz meloniani quando si venne a prendere, da solo, un caffè al bar del Parco Verde.

Voglio ringraziare il Presidente Mattarella perché con la sua presenza ha rassicurato il tanto spaventato prete Patriciello e ringrazio il Capo dello Stato per averlo incoraggiato ad andare avanti nel suo lavoro – quale? Questo è a libera interpretazione – senza paura e senza timore ma soprattutto senza sbandierare ai quattro venti la sua personale sensazione di pericolo, poiché lo Stato gli è vicino. Questo è il messaggio autentico lanciato dal Presidente Mattarella.

E voglio ringraziare ancora il Presidente della Repubblica perché da uomo libero, senza nessuna appartenenza politica, da cattolico puro e garante dei nostri diritti sanciti dalla nostra bella Costituzione, è stato l’unico personaggio politico venuto qui a Caivano a mostrare e a dichiarare il suo imbarazzo ad agguantare un microfono in Chiesa dando le spalle al Santo Sacramento ma purtroppo la sua aura da uomo di Stato non poteva farlo esimere da fare almeno gli auguri alla comunità caivanese nel nome di quella speranza tanto decantata anche durante il suo discorso di fine anno. Perché le sue parole e il suo messaggio è stato questo e solo questo, senza dare libera interpretazione a chicchessia.

Ed è per questo motivo che condanno qualsiasi strumentalizzazione venga fatta o sia stata già fatta a mezzo social da personaggi appartenenti alla vecchia classe dirigente che ad oggi devono ancora spiegare ai cittadini caivanesi i loro rapporti con esponenti della criminalità organizzata, i profili di abusivismo della loro famiglia e dei loro amici, e il loro silenzio in questi quasi due anni di onta ai danni della comunità gialloverde.

Soggetti politici coinvolti in un processo penale a dimostrare ancora la propria innocenza in merito a scambio di voto e rapporti con la criminalità organizzata che, attraverso un post social dedicato alla venuta del Capo dello Stato a Caivano, si permettono di dare lezioni di legalità a qualche cittadino che dalla società civile cerca di difendere la reputazione sua e dei suoi concittadini.

Altri personaggi politici che approfittando della visita del Presidente della Repubblica, aprono di fatto la propria campagna elettorale con la frase: “Le parole di Mattarella e la Sua visita di oggi, come sempre, ci spronano all’impegno civile per la rinascita della nostra comunità. Il Capo dello Stato ha così segnato il solco da seguire d’ora in avanti, a diversi livelli: con provvedimenti legislativi e con il costante controllo, ma anche a livello locale nel nostro piccolo, con politiche concrete per costruire una nuova realtà per la nostra città”.

Ma dove? Quando? E perché il Presidente Mattarella avrebbe dovuto avvertire l’esigenza di buttarla in politica? Quale solco da seguire? Quello della speranza? Oppure attraverso gli auguri questo personaggio è stato in grado di leggere chissà quale endorsement politico? Ma la vogliamo smettere di strumentalizzare sempre tutto?

Piuttosto questo personaggio politico, deve spiegare ancora alla cittadinanza, come mai durante i suoi dieci anni seduti in Consiglio Comunale, avendo fatto parte delle ultime due Amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni camorristiche non si è mai accorto di nulla, non denunciando nulla? Perché è rimasto in silenzio per tutto il tempo che va dallo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, passando per l’etichetta di camorristi e criminali affibbiata alla nostra comunità dai media nazionale e dal Decreto Caivano, fino alla venuta di Sergio Mattarella? Perché è rimasto in silenzio quando la Polizia Locale ha chiuso il bar del fratello perché abusivo? Perchè parla proprio ora?

Semplice. Nella peggiore delle ipotesi, se entro il 15 febbraio prossimo la Prefettura comunicherà al Ministro degli Interni l’esigenza di prolungare per altri sei mesi la durata della Commissione Straordinaria, secondo l’art. 143 del TUEL – se lo andassero a studiare alcuni giornalisti e blogger ignoranti in materia che divulgano solo notizie false e tendeziose – si andrà a votare per le elezioni amministrative nella finestra che va dal 15 novembre al 15 dicembre.

Ecco! Questo è il motivo per il quale alcuni “ignavi”, come amo definirli io dato il loro silenzio quando si tratta di affrontare temi scomodi e scottanti, oggi cominciano a dare destrezza ai loro polpastrelli. In realtà l’unico vero motivo che smuove questi uomini di sistema, ottimi allievi di una vecchia politica stantìa dedita solo all’interesse personale è l’odore della poltrona e null’altro.

Ma Caivano, dopo tutto quanto passato, ha il diritto di cambiare, ha il diritto di essere amministrato da una nuova, nuovissima classe dirigente. Non esistono errori commessi o colpe personali – quelle sono già state ascritte a chi oggi sta conducendo un processo penale – esistono soprattutto responsabilità politiche oggettive ed è giunta l’ora che ognuno della vecchia classe dirigente, soprattutto questi personaggi che oltre tutto configurano anche una continuità amministrativa con le amministrazione sciolte per ingerenze criminali, se ne facciano carico e lascino che Caivano goda di una nuova, vera primavera.

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Caivano

CAIVANO. Il Commissario Ciciliano smentisce le mistificazioni e il paradigma camorristico artatamente tess

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CAIVANO – Il Commissario Straordinario di Governo Fabio Ciciliano in un’intervista rilasciata ieri a “Il Mattino”, di fatto, smentisce la narrazione dell’attuale stato di emergenza a Caivano, artatamente messa su per giustificare la sua scelta di non celebrare la messa di Natale dal prete Maurizio Patriciello e diffusa dallo stesso organo di stampa che raccoglie le parole del Capo della Protezione civile che, effettivamente, traccia un quadro reale dell’attuale stato di cose a Caivano. Lo stesso quadro che il sottoscritto ha fatto nello scorso editoriale. (leggi qui).

Fabio Ciciliano, raccontando la realtà si stacca anche lui dal paradigma della città abitata interamente da camorristi e dal cliché della mafia coppola e lupara che tanto piace al don e a qualche organo di stampa compiacente.

Alla domanda posta dal collega sul fatto se si aspettava o meno la decisione di don Patriciello di non celebrare Messa a Natale, il Commissario Ciciliano risponde così: «Per la verità mi ha sorpreso. A quanto mi risulta non erano emersi motivi di particolare preoccupazione sotto il profilo dell’ordine pubblico».

Segno tangibile che Fabio Ciciliano traccia una realtà totalmente diversa da quella raccontata e paventata dal parroco del Parco Verde e che più si avvicina alla verità e a ciò che abbiamo da sempre raccontato noi.

Il distacco totale dalle ultime azioni di Patriciello lo si legge nella terza risposta rilasciata all’organo di via Chiatamone, quando il collega lo incalza ricordandogli dei riferimenti che il prete del Parco Verde fa sulle famiglie di boss e sul clima di tensione scaturito all’indomani degli sgomberi al Parvo Verde, affermando: «Stiamo ai fatti: i 36 appartamenti occupati abusivamente sono stati liberati e murati. Ora spetta al Comune, dunque ai commissari, espletare tutte le procedure necessarie per l’assegnazione a chi legittimamente ne ha titolo. Di più, cito cifre del Viminale per altro già evidenziate dal ministro Piantedosi che la scorsa settimana ha presieduto, proprio a Caivano, un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza: un calo di reati sul territorio in media del 20% ma con punte del 40% per quelli legati a droga e rapine. L’azione di ripristino della legalità è un dato concreto».

Insomma, dati del Viminale, non chiacchiere da prete. Un plauso va fatto al Governo che dal punto di vista della repressione è riuscito a far calare i numeri. E un plauso va fatto anche a Ciciliano che finalmente, distaccatosi totalmente dal cliché della casba abitata da delinquenti, riesce a tenere meglio il polso della situazione.

Restano discutibili gli interventi che riguardano la riqualificazione del Teatro che dopo aver acceso un riflettore – da parte nostra prima e da parte del deputato Francesco Emilio Borrelli poi, con la sua interrogazione parlamentare – sull’emorragia di denaro avutasi con l’abbattimento del vecchio “Caivano Arte” e sulle consulenze e servizi tecnici. il Commissario Straordinario corre ai ripari chiedendo altri dodici milioni di euro al Ministero della Cultura per la costruzione del nuovo Teatro che alla fine comunque si presenterà dimezzato nell’ordine della capienza.

Ma è doveroso riconoscere l’onestà intellettuale di Ciciliano, commissario straordinario di governo che dovrà affiancare le prossime amministrazioni comunali per almeno altri 8/10 anni come da lui stesso dichiarato al margine di quella intervista.

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Politica

SANT’ANTONIO ABATE. Confusione al Comune sul PUC. Un’intera area danneggiata dai dubbi sulla destinazione d’uso

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SANT’ANTONIO ABATE – In tutte le città che in questi anni hanno approvato o si accingono ad approvare il PUC, il famoso Piano Urbanistico Comunale che regola la res publica di una comunità, si presentano errori, obiezioni o difformità ma quello che accade nell’entroterra stabiese ha dell’incredibile fino a sfociare nel paradosso.

Nella zona dove scorre il canale Marna insistono delle attività produttive insite all’interno di alcuni manufatti la cui costruzione risalirebbe ad oltre 40 anni fa e che per ironia della sorte o sprovvedutezza della scorsa amministrazione capeggiata dall’attuale Sindaco Ilaria Abagnale, oggi si ritrovano, grazie o per colpa dell’approvazione PUC avvenuta in Consiglio Comunale l’11 aprile del 2019, in una zona definita agricola a insedimenti edilizi radi.

Praticamente secondo il Piano Urbanistico Comunale approvato cinque anni fa, queste attività produttive che indisturbatamente hanno dato possibilità di vivere a decine di famiglie, oggi si ritrovano senza colpe ad essere considerate abusive, poiché insistenti su un’area non compatibile alla loro categoria merceologica.

È indiscutibile il fatto che la vecchia Amministrazione, capeggiata sempre dall’attuale Sindaco – è sempre bene ricordarlo – pur recependo le prescrizioni imposte dalla Città Metropolitana di Napoli, abbia commesso una erronea riclassificazione in z.t.o. agricola di alcune attività produttive, avvenuta in occasione della fase di approvazione del PUC, così come attesta anche il Dirigente del Settore Tecnico Arch. Gaetano Casa nella Relazione illustrativa proposta da variante al PUC vigente.

Si, avete letto bene, il dirigente al settore tecnico redasse una relazione perché in data 17 novembre 2023 la giunta comunale scorsa si accorse dell’errore grossolano e volle correre ai ripari, redigendo una delibera dall’oggetto: adozione di indirizzo per avvio procedimento di variante tecnica al PUC.

Praticamente con questa delibera di giunta si era dato l’avvio alla variante al PUC, tesa a risolvere l’errore commesso in fase di approvazione dello stesso strumento, ossia quello di cambiare la destinazione d’uso di quei terreni attigui al canale Marna e restituire l’uso originario a quell’area che da anni orsono è riconosciuta come area produttiva data l’esistenza di alcuni opifici storici. Ma da allora, ovvero dal novembre 2023 ad oggi, nulla è stato fatto.

Questo problema, forse artatamente, è stato trascinato fino alla fine dello scorso mandato per poi spendersi la sua risoluzione in campagna elettorale. Tanto è vero che questa variante al PUC veniva richiamata in tutti i comizi dell’attuale Sindaco e inserita anche nel programma elettorale. Ma quello che è successo dopo ha dell’incredibile.

Alcune aziende, stufe delle chiacchiere da marciapiede che quest’amministrazione propinava, hanno inteso ricorrere al TAR e impugnare la redazione del PUC, facendo presente al Tribunale Amministrativo il problema, e come il paradosso metropolitano potesse sfociare nell’autorizzazione AUA (Autorizzazione Unica Ambientale) rilasciata ad una ditta che ricade in quella zona proprio da Città Metropolitana di Napoli, lo stesso ente che ha emesso le prescrizioni urbanistiche su quella zona, definendola agricola.

Insomma siamo al paradosso totale se a tutto questo aggiungiamo che il Comune di Sant’Antonio Abate nell’organo della giunta comunale decide di opporsi al giudizio innescato dall’azienda che si è rivolta al TAR e con una nuova delibera di giunta datata 25 novembre 2024 propone di resistersi, anche in via di ratifica degli atti già compiuti, nel giudizio prodotto, in persona del suo amministratore unico nonché legale, con il suddetto ricorso innanzi al T.A.R. per la Campania e di conferirsi incarico all’ Avv. Gennaro Perillo, dell’Avvocatura del Comune, di rappresentare e difendere il Comune in tale giudizio, con ogni e più ampia facoltà di legge, eleggendo domicilio presso l’Avvocatura del Comune in S. Antonio Abate.

Praticamente il Comune di Sant’Antonio Abate nella persona del Sindaco Ilaria Abagnale – presente in entrambe le giunte comunali, quella del novembre 2023 e quella del 2024 – smentisce se stesso. Da un lato ammette l’errore e formula una delibera di indirizzo per provvedere ad una variante al PUC e dall’altro lato si costituisce in giudizio al TAR contro la ditta ricorrente che non vuole fare altro che far emergere l’errore grossolano effettuato e riconosciuto dall’ente comunale stesso.

Ma la storia non finisce qua. In attesa dell’approvazione AUA di un’altra azienda che ne fa richiesta a Città Metropolitana, lo stesso ente invita il Comune di Sant’Antonio Abate, in vista del secondo appuntamento inerente la conferenza di servizio che dovrebbe decidere il rilascio dell’attestato, ad esprimersi anche sulla regolarità edilizia dei manufatti presenti e sulla compatibilità urbanistica dello stabilimento in riferimento alle attività in esso svolte.

Saremo curiosi di sapere come si esprimerà la sindaca Abagnale nei confronti di questa ditta a Città Metropolitana, cosa racconterà di aver riconosciuto l’errore e quindi avviato il processo di variante al PUC e di conseguenza la ditta risulta compatibile dal punto di vista urbanistico oppure farà valere il suo ricorso in giudizio esprimendo parere sfavorevole alla regolarità urbanistica di quella ditta? La conferenza dei servizi si è aggiornata all’8 gennaio prossimo. Vi terremo aggiornati.

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