CAIVANO – A qualcuno piace la confusione. Prima la genera nei ruoli, invadendo un campo a lui non congeniale, poi si sostituisce alle istituzioni, poi le invoca e quando queste ultime, con tanta fatica e sprovvedutezza, dal punto di vista, almeno, della sicurezza, riescono a stabilire un clima alquanto sereno, ritorna a confondere le idee con una mistificazione della realtà, perché guai se a Caivano termini o venga risolta l’emergenza. Come ha tenuto a ribadire la Premier Giorgia Meloni ad Atreju nei confronti di Roberto Saviano: “fosse mai che non c’è più niente su cui fare una serie tv milionaria?”. A Caivano invece si può tranquillamente parafrasare: “fosse mai che non c’è più niente di emergenza sociale affinché continuino ad arrivare fondi per le bonifiche?”.
La verità è che oggi a Caivano il clima di tensione per quanto riguarda gli sgomberi è alle spalle. Come era prevedibile, sotto le tende ci sono rimaste solo pochissime famiglie disperate che di roccocò, veneziano e barocco avevano solo il gusto orrendo di arredare casa con mobilia scadente che potesse simulare l’arredamento dei grandi camorristi. Anche il numero di agenti e militari che presidiano la città è inferiore rispetto a quello dei primi giorni, segno che la tensione si è affievolita. Gli sgomberati hanno trovato sistemazione altrove. Altri sono ancora nelle case e parlo degli affiliati che non hanno condanne passate ingiudicato o associazioni mafiose (416 bis) ma che comunque sono conniventi con la camorra e attigui al clan ancora persistente sul territorio. Per questi c’è ancora da capire se il Governo li reputi camorristi oppure no. Il sottoscritto ha cercato di porre questa domanda al Ministro degli Interni Matteo Piantedosi ma la sua risposta è stato vaga. Si è limitato solo a dire che stanno controllando tutti e che chi verrà trovato privo di requisiti verrà sgomberato. Ma per ora resta solo la speranza per le altre 210 famiglie di aggrapparsi al Programma Speciale per il Parco Verde nato dalla convenzione Comune-Regione Campania.
Allora perché si continua a mistificare la realtà? Perché montare un altro caso mediatico sulla scelta, legittima, ma pur sempre una scelta personale, di non voler celebrare la messa alla vigilia di Natale da parte del prete Maurizio Patriciello? Perché raccontare all’Italia intera di una tensione non percepibile ad occhio nudo? Proteste non ce ne sono! Le famiglie rimaste sotto le tende oramai vanno via via rassegnandosi alla perdita della loro casa e a fatica stanno cercando chi è disposto a fittare loro una casa. Le loro attenzioni sono rivolte ad altro. Le loro preoccupazioni sono quelle di dare un tetto ai loro figli e non di vendicarsi contro chi fino alla data degli sgomberi aveva promesso loro di poter influire sulla Premier Giorgia Meloni, scrivendo una lettera aperta o vantandosi di avere il numero della Premier in tasca e poterla chiamare amichevolmente in qualsiasi istante della giornata, alimentando negli sgomberati false speranze.
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso! La chiesa non è vuota per le pressioni della criminalità organizzata come più spesso si asserisce e si dichiara agli organi di stampa compiacenti, allineati e coperti al Sistema propagandistico di questo governo che finora a Caivano non ha risolto il problema sociale, lo ha solo procrastinato. Anche perché poi, da caivanese, sarei curioso di sapere una verità: se da un lato la Premier Giorgia Meloni mentre relaziona alla Camera e al Senato asserisce di aver buttato fuori la camorra di Caivano, com’è che poi si ripresenta sottoforma di intimidazione per non fare entrare fedeli in chiesa? Allora la domanda nasce spontanea: La camorra a Caivano esiste ancora o è stata debellata da questo governo?
Premesso che la camorra a Caivano c’è e continua a fare i suoi porci comodi, lontana dai riflettori e dai vittimismi di chi ancora una volta tenta di attirare le telecamere all’indomani del suo periodo più alto di impopolarità. Fino a prova contraria chi ha chiuso le porte della Chiesa ai fedeli è stato il prete Maurizio Patriciello in piena autonomia. Chi non ha celebrato messa è stato il prete che da anticamorra ha dimostrato, legittimamente, di aver paura, denudandosi di quell’aura mistica che da più di dieci anni si era creato con tanta fatica e phard e mostrandosi, finalmente, al mondo intero come un semplice uomo, pavido e indifeso, lasciando intendere ai propri fedeli che forse, in questo contesto, molto più grande di lui, ci vogliono ben più alte competenze e neanche la toga poteva fare miracoli.
Allora perché cercare di intenerire il pubblico dei media allineati con la storiella della messa di mezzanotte, quando è risaputo che dal Covid in poi tutte le parrocchie, compreso il Papa, hanno spostato l’appuntamento alle 18/18:30 del 24 dicembre?
Diciamo le cose come stanno. Io mi sono stancato delle mistificazioni, delle narrazioni fuorvianti fatte ai danni della mia cara città. Dopo tutto quello che è successo è giunta l’ora di dire BASTA! La chiesa è vuota perché per la stragrande maggioranza è sempre stata frequentata da persone estranee al Parco Verde, una elite attratta dal potere mediatico del don, più che dalla fede cristiana del santo sacramento. I parcoverdiani, la domenica mattina, li potevi contare sulle punte delle dita. Ed è normale che dopo tutto il clamore mediatico negativo e pericoloso collegato alla propaganda di governo fatta di mitra e carri armati, la chiesa viene isolata, dato che i pastorelli imbellettati e incravattati che venivano anche da fuori le mura di Caivano per adorare il prete anticlan – così come lo apostrofava stamattina “Il Mattino” – hanno avuto paura dei potenziali tumulti tanto reclamizzati a mezzo stampa.
Un’altra domanda che mi pongo è la seguente: ma perché la Chiesa non riesce a stare fuori dalla lotta anticrimine che ha inteso imbracciare il Governo? Perché non si lascia spazio alle istituzioni e a chi ha competenze e ruoli per porre la parola fine al degrado nella nostra amata città?
Stamattina leggo anche le dichiarazioni del vescovo di Aversa Mons. Angelo Spinillo che tra una riposta e l’altra data al collega de “Il Mattino” dove cercava di tutelare l’immagine di Patriciello ha commesso il grave errore di distorcere il vero significato di Chiesa, asserendo di conoscere e condividere la scelta del prete Maurizio Patriciello di chiudere i battenti della chiesa in faccia a tutti i parrocchiani del Parco Verde, anche quelli ritenuti non camorristi. Ha creduto al millantato clima pesante e si è allineato ai suggerimenti della Prefettura che, legittimamente, tenta di tutelare l’uomo in quanto essere umano.
“La Chiesa è unita in questo momento difficile e affermare i principi del Vangelo è una missione molto impegnativa” parole e musica del Mons. Spinillo. Eppure io ricordo di preti che sotto i bombardamenti andavano nelle missioni di guerra a dare supporto e sollievo spirituali ai soldati in fin di vita. Non credo che Caivano sia considerata alla stregua della striscia di Gaza eppure per Spinillo è una missione molto impegnativa affermare i principi del Vangelo a Caivano. Ma stiamo scherzando? Ma per quanto tempo ancora la mia città deve subire queste angherie da parte di questi personaggi togati ma che nulla hanno a che fare col vero pensiero ecumenico e caritatevole del pensiero cristiano evangelico?
E poi: “Meno fedeli in chiesa, meno famiglie partecipi, meno bambini al catechismo. Capisco che la situazione che sta vivendo Caivano è pesante…”. Caro Mons. Spinillo questa situazione la vive solo la parrocchia di Maurizio Patriciello. Le altre parrocchie di Caivano pululano di fedeli. Ieri abbiamo fatto un evento nella Parrocchia Maria SS Annnunziata ed era stracolma di fedeli. La domenica mattina Annunziata, Cappuccini e Santa Barbara sono agghindate a festa e le messe vengono celebrate regolarmente tra la folla dei fedeli acclamanti. Caivano non è la narrazione dispregiante di Maurizio Patriciello. Caivano è una periferia con tanti problemi legati alla criminalità organizzata certo, ma è una città abitata dalla stragrande maggioranza da persone perbene e laboriose che la mattina si sveglia per andare a lavorare e la domenica in chiesa ad ascoltare le omelie che i parroci offrono ai fedeli. Lei, caro Monsignore dove vive? È mai stato a Caivano? O adesso si informa solo per interposta persona? Venga la domenica a trovare altri parroci e vedrà come il racconto di Caivano cambierà e i suoi occhi finalmente potranno cibarsi della verità. La aspettiamo Monsignore.