Blitz degli agenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, porto abusivo d’armi, turbata libertà degli incanti, estorsione, rapina e favoreggiamento personale.
In particolare sette di questi sono finiti in carcere, altri 10 ai domiciliari e per una è scattato l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Le indagini hanno consentito di far luce sugli affari della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, fedelissima del boss Matteo Messina Denaro, nel settore dei supermercati, del catering e nella gestione dei pescherecci per la pesca del gamberone rosso.
Pertanto, sono state ricostruite le dinamiche mafiose che hanno portato all’ascesa di Domenico Centonze, divenuto nel tempo un punto di riferimento delle più svariate attività criminali, per conto del clan facente capo a Dario Messina, attualmente detenuto. Secondo l’accusa egli controllava la riscossione di crediti insoluti, dirimeva controversie, organizzava traffici di stupefacenti tra Palermo e i territori del mandamento.
Inoltre, figura anche il nome di un grosso imprenditore alimentare nell’indagine della Dda di Palermo, che nel corso delle investigazioni ha scoperto una capillare rete di supermercati riconducibile all’imprenditore Luigi Prenci, 54 anni, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Prenci, grazie a pregressi rapporti d’amicizia con i vertici del clan, avrebbe potuto espandere la propria sfera d’affari in diversi settori, acquisendo la proprietà e la gestione di numerose società. In cambio del sostegno del clan, l’imprenditore avrebbe assicurato a Cosa Nostra l’assunzione di affiliati e di loro parenti.