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Caivano

CAIVANO. Come “neve al sole” si sono squagliati circa €6 mln. Ecco come sarebbe stato il Delphinia con la metà dei soldi.

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CAIVANO – Loro sprecano soldi e a noi ci mandano a pattinare. Che sia chiaro: a tutti fa piacere ritrovarsi un centro sportivo rinnovato al posto di un cumulo di macerie e monnezza ma è anche pur vero che il prezzo pagato dai caivanesi è stato un prezzo molto alto, pagato con le menzogne e un’immagine sporcata per sempre di una comunità fatta per la maggior parte da gente perbene e laboriosa.

Allora vorrei andare per gradi. Premesso che da cittadino caivanese, per il mio territorio, dalle istituzioni, esigo sempre il meglio e premesso che il risanamento di un territorio dal punto di vista della legalità e dal punto di vista sociale non passa certamente solo ed esclusivamente dalla riqualificazione di un centro sportivo, tengo a precisare e non bisogna mai dimenticare, che in realtà, nonostante tutte le difficoltà che un’amminstrazione comunale possa incontrare, al netto di tutte le deroghe imposte dall’attuale Governo Meloni, un iter burocratico per il risanamento del Centro Delphinia era stato avviato in epoca commissariamento Fernando Mone e non perfezionato dall’Amministrazione Falco, forse per motivi che poi abbiamo scoperto nell’ottobre del 2023.

La mia riflessione volge ad un ragionamento semplice, ossia che al netto di un’Amministrazione che viaggia col freno a mano innescato, date le ingerenze della criminalità organizzata, una politica sana, una gestione oculata del territorio sarebbe stata comunque in grado di fare, forse anche meglio, di quanto fatto dall’attuale governo centrale ed è per questo che i caivanesi non devono ringraziare proprio nessuno, piuttosto devono stare col fiato sul collo a chi, forse, non solo ha sperperato denaro ma ha anche approfittato dell’opportunità che Caivano e i suoi problemi avesse rappresentato per lui e per i suoi amici di merenda.

La dimostrazione di quanto asserisco sta nel fatto che oltre a quanto illustrato in un mio editoriale scritto il giorno dopo la visita della Premier Giorgia Meloni e sue le promesse fatte sul Centro Delphinia (leggi qui), oggi siamo venuti anche in possesso del progetto presentato dall’ATI (Associazione temporanea di impresa) Alba Oriens San Mauro Nuoto – quest’ultima rappresentata dall’ex nuotatore professionista ed ex socio di Massimiliano RosolinoChristian Andrè – e che sarebbe costato ai contribuenti caivanesi e italiani il costo complessivo di zero euro.

Il progetto che lo si può visionare cliccando qui, appare molto più funzionale ai fini della gestione da parte di un privato e più ricco rispetto alla riqualificazione attuata dal Genio militare nei mesi scorsi e la cosa bella, udite udite, avrebbe avuto un costo pari a € 7.700.143,70 rispetto ai 13 milioni spesi dal Governo Meloni. E mentre i tredici milioni della leader di Fratelli d’Italia vengono tolti dalle tasche degli italiani – caivanesi compresi – i 7,7 milioni del Project Financing presentato dall’ATI di cui sopra venivano recepiti secondo la seguente ripartizione: € 3.5 mln, pari al 45,45% del totale degli investimenti da realizzare, attraverso contributo a fondo perduto da parte del CONI; € 1,7 mln circa, pari al 23% degli investimenti da realizzare, attraverso cessione del credito di imposta nella forma del Superbonus del 110%, cosiddetto sisma bonus ed ecobonus; € 2,5 mln, pari al 32,55% del totale degli investimenti, attraverso un mutuo a lungo termine per un periodo di venti anni a carico dell’ATI partecipante e assegnatario del Project Financing. Clicca qui per consultare il PEF (Piano Economico Finanziario) redatto dagli appaltatori del Project Financing.

In parole povere, se non vi fosse stata una forte ingerenza criminale all’interno dell’ultima Amministrazione comunale e non vi fossero stati gli allarmi mendaci creati ad hoc per attirare le attenzioni del Governo centrale, forse a Caivano avremmo avuto un centro sportivo più funzionale per la cittadinanza, un luogo di ritrovo per tutti, aperto e senza barriere, e soprattutto una location che avesse potuto ospitare anche le attività sportive tenute dalle associazioni del territorio.

Paradossalmente il progetto pensato dal Genio Militare rappresenterà una vera e propria patata bollente per la prossima Amministrazione, dato che l’attuale centro sportivo potrà essere non appetibile agli operatori economici che dovranno presentarsi al prossimo bando di gara pubblico per la sua gestione. Attualmente non vi sono le condizioni che qualche servizio offerto in quel centro, così come è stato concepito, possa determinare una rendita fissa mensile che possa assicurare almeno le spese sostenuto da un qualsivoglia gestore. Mentre nel progetto Alba Oriens-San Mauro Nuoto erano previsti spazi che grazie ai quali sarebbe stato possibile programmare un calendario o una prospettiva economica legati ad attività attualmente funzionanti sui nostri territori, come l’area ristoro, le aree playground per feste di compleanno bambini e la balneazione con acqua scivoli determinati dalle due piscine poste nell’area solarium.

Al netto dei dodicimila metri quadri di lavori fatti per la riqualificazione del parcheggio il progetto già esistente per il risanamento del Centro Delphinia faceva risparmiare soldi ai contribuenti e costava la bella cifra di € 5,3 milioni in meno e allora la riflessione nasce spontanea: premettendo di voler considerare l’area balneabile, l’area ristoro, la piscina olimpionica esterna, i due campi di beach volley alla pari della parete di freeclimber, il ring di boxe, due attrezzi per palestra, tatami e al parcheggio auto riqualificato, vorrei sapere che fine hanno fatto gli altri cinque milioni di euro?

E per questo spreco di denaro pubblico, io dovrei anche battervi le mani per averci mandato a pattinare su una misera pista di ghiaccio? No. Grazie. Come “neve al sole” si sono squagliati i circa sei milioni di euro che determinano la differenza di un progetto funzionale con quello attuato dal Governo Meloni.

Attualità

CAIVANO. La Parrocchia “Santa Maria della Sperlonga” di Casolla ha il suo nuovo parroco e con egli anche il suo riscatto sociale.

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CAIVANO – Il primo dicembre scorso è stato festeggiato con gli onori che merita il nuovo parroco della Parrocchia “Santa Maria della Sperlonga” a Caivano nella frazione di Casolla Valenzano.

Grande adesione da parte del popolo casollano con una buona partecipazione di cittadini che si sono riversati in chiesa per dare il benvenuto a don Antonio Pacilio, 51 enne di Frattamaggiore che da domenica scorsa ha già cominciato a ricoprire il proprio ruolo di pastore delle anime casollane di Caivano.

Una ventata di freschezza, quindi, anche dal punto di vista ecclesiastico che dopo le varie vicissitudini della parrocchia legate a notizie di cronaca derivanti dalla condotta dell’ex parroco, finalmente anche la parrocchia “Santa Maria della Sperlonga” con don Antonio Pacilio, uomo mite, giovane, ecumenico e sempre sorridente e accogliente, potrà vivere il proprio riscatto in comunione con i propri fedeli.

Domenica scorsa il parroco Pacilio è stato accolto con grande piacere ed entusiasmo, segno questo che il nuovo pastore ha già trafitto i cuori dei propri fedeli e noi possiamo asserire, senza tema di smentita, che questa è stata un’ottima scelta del Vescovo Mons. Angelo Spinillo.

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Caivano

CAIVANO. Città assediata. La colpa non è di Maurizio Patriciello ma di chi ha concesso la commistione tra i due ruoli prete e politica.

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CAIVANO – Odio dire “ve l’avevo detto!” ma stavolta nessuno può smentirmi. Sin dal 2013, da quando si è cominciato a raccontare menzogne su Caivano e i suoi rifiuti intombati dalle aziende chimiche del nord che ho cominciato a dire, scrivere e urlare che questo tipo di comunicazione, questo tipo di allarmismo ma soprattutto questo tipo di commistione tra i ruoli, tra chi dovrebbe punire e chi dovrebbe accogliere, tra chi ha competenze e chi non ne ha, avrebbe portato sicuramente ad un corto circuito pesante.

Il Corto Circuito a Caivano si è registrato giovedì scorso quando la Prefettura, insieme alla Procura Napoli Nord, ha deciso di cominciare a sgomberare le famiglie occupanti abusive al Parco Verde.

Attenzione. Il corto circuito non è quello dovuto agli sgomberi, che sia chiaro. Prefettura e Procura insieme alle Forze dell’Ordine hanno fatto un lavoro encomiabile. La legge va rispettata, il ruolo delle due istituzioni è quello di far rispettare le leggi e lo stanno eseguendo egregiamente.

Il corto circuito si è avuto all’indomani degli sgomberi. Quando non si è programmati il futuro e chi poteva, in questo caso, colmare quella lacuna poiché rientra nel proprio ruolo, non è stato in grado di poter espletarlo adeguatamente data proprio la sua commistione con le istituzioni laiche.

Parliamoci chiaro. Chi è stato sgomberato appartiene a famiglie con all’interno del loro nucleo persone che hanno scontato una pena di oltre 7 anni passata ingiudicata o che superano il reddito massimo per poter usufruire di residenza pubblica o che sono stati condannati per Associazione mafiosa. Praticamente. Tutte persone già conosciute alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine, e guardando i fatti, e leggendo documenti, le azioni di questi giorni, erano già stati messi sotto la lente di ingrandimento degli organi preposti e nessuno può asserire che non fosse arrivato questo tempo in maniera fisiologica e senza alcuna pressione mediatica.

L’errore matornale, abnorme è stato commesso dal Governo centrale e dalla sua propaganda elettorale prima e mediatica poi.

Addirittura neanche il prete Maurizio Patriciello poteva immaginare prima di oggi, cosa sarebbe accaduto se avesse continuato a raccontare bugie e ad usare il “brand” Parco Verde per gonfiare ancora di più il suo ego e accrescere ancor di più la sua notorietà. E mi spiego.

Premesso che un Governo che si rispetti, in piena continuità amministrativa con quelli che lo hanno preceduto, prima di arrivare ad un’azione repressiva così forte, abbia il dovere di pensare anche a tutelare e a mettere in atto strumenti e mezzi idonei alla reintroduzione nella vita sociale di alcuni elementi ritenuti pericolosi, laddove lo fossero davvero.

E siccome quelle famiglie sono lì da 40 anni, allora ci si domanda: che fretta c’era di fare quest’azione repressiva così in maniera sprovveduta, lasciando 36 famiglie a dormire per strada, senza creare corridoi umanitari, convenzioni con enti di volontariato se non per dare una risposta immediata all’opinione pubblica montata da una stampa feroce e famelica alimentata da personaggi degni del miglior sceneggiatore di serie televisive di crimine?

E mi ridomando: Cosa sarebbe accaduto se Maurizio Patriciello avesse chiamato in privato la Premier Meloni, senza attirare l’attenzione della Stampa Nazionale, e avesse raccontato che all’interno del Bronx – non Parco Verde – ci sono famiglie che già da diversi anni soffrono perché hanno all’interno del loro nucleo minori sfruttati e abusati sessualmente e che questi abusi si consumano periodicamente tra capannone abbandonato alle spalle degli stessi immobili di residenza pubblica, villetta comunale di via Necropoli ed ex campo sportivo “E. Faraone” e non di violenza sessuale avvenuta nel Centro Sportivo Delphinia come raccontato davanti alle telecamere di tutto il mondo?

Sicuramente sarebbe accaduto tutto in maniera diversa. La Premier Meloni, libera da attenzioni e pressioni mediatiche sarebbe stata messa in grado di risolvere un problema di natura sociale e non un’emergenza di violenza giovanile e le differenze sulle soluzioni sono ben diverse perché si sarebbe trattato di lasciar fare il proprio lavoro alla Magistratura – visto che le famiglie avevano già denunciato e c’erano già in atto le indagini – e attuare i mezzi idonei dal punto di vista delle Politiche Sociali per valutare caso per caso i problemi socio-culturali che insistono in tutte le famiglie degli addensamenti di povertà insiti nel Comune gialloverde.

Così come le indagini che riguardavano le ingerenze criminali nel Comune di Caivano. Esse erano già in atto e la Magistratura già stava indagando da tempo come poi dimostrato dai documenti resi pubblici dalla Procura della Repubblica. Quindi anche qui merito dell’unico organo istituzionale indipendente preposto a far rispettare la legge.

Quando si raccontano frottole per attirare l’attenzione dei grandi, si può correre il rischio di diventare potenti, di determinare l’andamento politico, di cominciare a dare risposte politiche sul territorio, creare posti di lavoro per amici e far fittare casa di qualche amica a qualche ente importante che gli assicuri una rendita stabile e duratura, e come diceva Ben Parker lo zio del Peter del film Spiderman: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”.

Ed è qui che si è avuto il corto circuito, perché chi oggi detiene grande potere a Caivano, l’ha ottenuto, in epoca passata basando le sue lotte su una bugia che ha visto fallire cinque aziende agricole sul territorio, oggi per alcune bugie dette sugli abusi sessuali di due ragazzine ma soprattutto l’ha ottenuto perché durante questi 11 anni è stato in grado di mischiare il proprio ruolo a quello delle istituzioni, ha ingerito la politica, andando a colmare i vuoti lasciati da essa e ponendosi a capo di un popolo senza attestare il proprio consenso attraverso una competizione elettorale democratica.

Il quadro che si registra oggi è figlio di questa commistione. Chiesto aiuto in maniera plateale e roboante in un periodo storico molto allettante per la Premier Giorgia Meloni che si apprestava a preparare la campagna elettorale delle elezioni europee, il governo non ha potuto fare altro che mettere in atto alcune azioni decisive, rapide e inutili dal punto di vista del risanamento del territorio ma utilissime dal punto di vista della propaganda. Ovviamente quali sono i mezzi posseduti storicamente dalla destra nazionale? L’uso della forza e della repressione in stile storico littoriano. Ed è naturale che in un’azione di risanamento, come lo intende la destra, doveva essere fatto tutto in fretta, sempre per dare risposta all’opinione pubblica montata da una certa stampa sensazionalistica. Un risanamento degli immobili del Parco Verde con annessi sgomberi utili al ripristino della legalità. Ed è naturale che in questo scenario, logicamente, il messaggio che sarebbe passato è che tutto questo sia avvenuto grazie al prete Maurizio Patriciello che, quando si è trattato di prendersi i meriti in tutte le reti nazionali era in prima fila ad accrescere il proprio consenso che lo vede in giro per l’Italia a raccontare le bugie dette su Caivano, quando si è presentata, invece, l’occasione da prete, di accogliere con un pasto caldo i propri parrocchiani non l’ha potuto fare proprio perché gli sgomberati, dato il messaggio fuorviante del genitore del risanamento che si è dato attraverso la stampa, lo ritengono proprio la causa dei loro mali e oggi lui è costretto a disattendere il proprio ruolo.

Bisogna sempre tenere conto del rispetto dei ruoli. Bisogna avere la consapevolezza che ogni organo, ogni istutuzione, nella nostra società, gioca un ruolo ben predefinito e secondo il mio modesto avviso la confusione tra essi genera confusione e pericolo di sicurezza in società.

A determinare il ruolo delle istituzioni è sempre un pensiero etico, talvolta dettato dalla filosofia. Per le istituzioni laiche il massimo pensiero filosofico è quello della libertà e quest’ultima non potrebbe non derivare dal rispetto delle leggi. Per le istituzioni religiose, nel nostro caso cattolico-cristiane, la più alta forma filosofica è legata al concetto di carità.

Per Tommaso d’Aquino, riferimento della dottrina filosofica della religione cristiana, la fede non è solo atto intellettuale di assenso alla verità di determinate proposizioni. Tale assenso è infatti dovuto principalmente alla carità, che Tommaso ritiene metta i credenti in condizione di credere fermamente quanto Dio abbia rivelato.

Se l’istituzione religiosa si sostituisce a quella laica, credendo di dover proteggere i diritti degli abusati dimenticandosi degli abusatori, come ha tenuto a ribadire qualcuno, si rischia di fare confusione. Un prete non deve giudicare, non deve dividere, non deve classificare ma soprattutto non deve fare differenze. Per il principio di Tommaso d’Aquino se non si pratica la carità verso gli ultimi c’è il rischio che questi oltre la casa perdino anche la fede.

Da qui l’appello può essere rivolto direttamente alla Curia di Aversa e al Vescovo Mons. Angelo Spinillo, dato che la Chiesa di San Paolo Apostolo è interdetta alle 36 famiglie sgomberate con conseguente rifiuto di dare rifugio agli ultimi in netta controtendenza con la dottrina cristiana e dato l’oggettivo pericolo di incolumità del prete Maurizio Patriciello, perché ritenuto da queste famiglie l’artefice dei loro mali, magari si possa pensare di lasciare la chiesa aperta e di sospendere/trasferire pro tempore il prete anticamorra, risolvendo così due problemi in uno dal punto di vista etico, morale e religioso e un altro dal punto di vista laico, logistico ed economico, dato che è giusto proteggere l’incolumità del prete di periferia aumentando la scorta e i controlli sul territorio ma è pur vero anche che questo stato di cose determina un’ulteriore spesa ai danni dei contribuenti che sono costretti a pagare presidi continui a Caivano con il conseguente rischio di restare scoperti in termini di sicurezza su altri territori.

Io credo che un Governo che si rispetti non deve farsi dettare l’agenda poltiica da preti, nani e ballerine. Io credo che il Governo degli italiani debba affrontare i problemi di natura sociale e criminale allo stessso modo su tutto il territorio nazionale e con una buona dose di mezzi preventivi e provvedimenti lungimiranti.

Perché le azioni messe in atto a Caivano, ripeto per delle bugie dette, non vengono applicate al Corvetto di Milano dopo la guerriglia urbana scaturita all’indomani della morte del giovane Ramy Elgaml o a Torino dopo il corteo degli studenti pro Pal dove alcuni manifestanti hanno  bloccato la circolazione sui binari 1 e 2 della stazione, hanno dato alle fiamme un fantoccio di stracci con il volto del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e tre maxi foto coi i volti della premier Giorgia Meloni, del ministro della Difesa Guido Crosetto e del ceo di LeonardoRoberto Cingolani. Accompagnando con “Maiale al rogo”, il gentile coro dedicato al ministro leghista, con insulti anche al “serpente Meloni”? E innegabile che anche in queste due periferie ci sia un problema sociale di grave importanza. Inoltre, perché i controlli solo al Parco Verde e non anche agli altri rioni IACP, Salicelle, Rione Speranza, 219 di Brusciano e 167 di Scampia, solo per citarne alcuni simili delle nostre zone?

Perché Caivano deve continuare a subire l’onta di una città assediata da furgoni blindati e militari armati che manco a Bagdad si sono mai visti? Quando la gente di Caivano si stuferà di tutto questo e scenderà in piazza a gridare BASTA CONFUSIONE, OGNUNO FACCIA IL PROPRIO DOVERE SECONDO IL PROPRIO RUOLO? Mi auguro con tutto me stesso che qualcuno, molto presto, riesca a stabilire la normalità nella mia bella città.

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Caivano

CAIVANO. Rimandata l’inaugurazione del Polo Universitario nell’ex ICIF

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CAIVANO – A seguito del blitz di stamattina al Parco Verde, dove sono stati eseguiti 36 sgomberi di famiglie occupanti abusive, la Ministra dell’Università e della Ricerca ha informato gli invitati all’inaugurazione del nuovo polo Universitario che l’evento è stato spostato dal 2 dicembre al 20 dicembre sempre alle ore 11.00.

Evidentemente la Ministra ha ritenuto opportuno non avventurarsi a Caivano con il clima infuocato che c’è e dove le proteste di alcune famiglie – anche se per rispetto della legalità sono state sgomberate – a cui qualcuno, che millantava chissà quali rapporti col Governo centrale e quale potere, aveva promesso di dormire sogni tranquilli poiché questo giorno non sarebbe mai arrivato.

Legittima la scelta della Ministra Bernini di voler allontanare un evento di festa da alcuni eventi di cronaca che presentano uno spessore e una importanza diversa e anche per non confondere gli applausi con le proteste che la Ministra, forse, ha ritenuto probabile che ci fossero. Rimandata quindi di soli diciotto giorni la festa per l’apertura del nuovo Polo Universitario.

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