La Cassazione ha approvato il referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata. Tale ordinanza arriva dopo il pronunciamento della Consulta che aveva considerato “illegittime” specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. La parola definitiva torna ora alla Corte Costituzionale.
Nella sentenza dello scorso 3 dicembre, la Consulta ha affermato che “il regionalismo corrisponde ad un’esigenza insopprimibile della nostra società, come si è gradualmente strutturata anche grazie alla Costituzione e spetta, però, solo al Parlamento il compito di comporre la complessità del pluralismo istituzionale”.
Poi, continua: “La vigente disciplina costituzionale riserva al Parlamento la competenza legislativa esclusiva in alcune materie affinché siano curate le esigenze unitarie (art. 117, secondo comma, Cost.)”.
Contestualmente, arriva la nota congiunta del deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli:
“La Cassazione ha dichiarato legittima la richiesta di referendum per l’abrogazione totale della legge Calderoli. È una decisione importante contro una legge che aumenta le disuguaglianze tra i territori e indebolisce l’unità nazionale. Settori come sanità, scuola e infrastrutture non possono essere frammentati. La Corte Costituzionale, con la sua sentenza, aveva già demolito sostanzialmente la legge Calderoli sull’autonomia differenziata, andando oltre le aspettative”.
Poi, aggiunge: “La sua pronuncia ha chiarito che materie fondamentali come ambiente, energia, trasporti e commercio estero non possono essere trasferite alle regioni, riconoscendole come competenze centrali dello Stato. Ora la Cassazione ribadisce che il quesito sull’abrogazione totale deve andare avanti, nonostante i tentativi del governo di fermarlo. Questa è la disfatta dell’autonomia differenziata leghista e del mercimonio politico tra Meloni e Salvini”.
Infine, conclude: “L’autonomia differenziata non può essere uno scambio politico per altre riforme come il premierato. Questa legge non serve al Paese, ma solo a portare avanti interessi di parte, a discapito dell’unità e dell’uguaglianza tra i cittadini. Il referendum è una grande occasione per fermare questa deriva e permettere ai cittadini di esprimersi su una riforma sbagliata. L’Italia non si divide”.