CAIVANO – Da un anno che i caivanesi onesti devono subire l’onta dell’etichetta approntata e diffusa dai soloni della legalità che attraverso le interviste, passerelle e ospitate nei talk show dipingono questa città alla stregua delle periferie del quarto mondo.
Piani, decreti, misure e convegni consumati nel nome della tanta ostentata legalità. Non che Caivano non ne abbia bisogno per carità, che ben vengano iniziative atte a sensibilizzare la comunità verso un valore, secondo me, prioritario.
A mettere in dubbio però è l’onestà anche intellettuale, la moralità e la coerenza di alcuni personaggi che si apprestano a calcare i red carpet delle passerelle e i tavoli dei relatori nei convegni nostrani.
A Caivano, specialmente nell’ultimo anno a trazione meloniana, si applica la legalità a senso unico alternato, far rispettare le regole solo alla povera gente che non sa come difendersi e a chi la pensa diversamente dal Pensiero Unico che si sta cercando di instillare nel tessuto sociale e nell’opinione pubblica.
Basta leccare la gonnella giusta e subito si diventa intoccabili. Basta una distrazione volontaria da parte di chi amministra e chi ha abusato di un’apertura di attività illegittima si vede lasciato in pace. Basta rappresentare i piani alti della politica nazionale e ottieni automaticamente la patente di legalitario.
Vorrei tanto sapere se il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza, uomo di Stato dopo averlo servito per tutta la sua vita in giro per il mondo a catturare narcotrafficanti, seduto al tavolo di uno dei tanti convegni che promuovono la legalità tenutosi ieri mattina nella Basilica SS. Maria di Campiglione, fosse a conoscenza del fatto che il settore SUAP del Comune che oggi amministra sia negligente nell’applicare le regole e nel chiudere l’iter burocratico riguardante l’apertura illegittima di un bar sorto senza autorizzazione all’interno della zona ASI.
Infatti, dopo che il suddetto settore sia stato raggiunto da un esposto in cui si denunciava l’anomalia legata a quel tipo di attività, tra l’altro ricordiamolo attività facente riferimento all’ex Consigliere Antonio Angelino poiché di proprietà del fratello, investiva il Comando della Polizia Locale affinché si verificassero le condizioni illustrate nella denuncia. All’indomani gli agenti della Polizia Locale accertavano con prove che in quei locali venissero somministrate bevande, caffè ed alcolici anche agli avventori della zona ASI e comunicavano il tutto, attraverso una relazione dettagliata al SUAP, in attesa di ulteriori disposizioni da parte del settore.
Ovviamente, le disposizioni che chiunque tiene un po’ alla legalità si dovrebbero tradurre nella chiusura di quell’attività o quanto meno assicurarsi in qualche modo che tali contravventori non fossero più messi nella condizione di continuare ad espletare tale attività. Invece niente. Dal SUAP silenzio assoluto e in mancanza di direttive dal settore competente, gli agenti di Polizia Locale non possono agire perché privi di indirizzi.
E su questa vicenda, inoltre, registriamo ancora una totale assenza dell’ex Consigliere Antonio Angelino, dato che non si è ancora espresso in merito, attraverso i suoi canali di Comunicazione.
Come succede anche al settore Tributi. Il Commissario Filippo Dispenza è a conoscenza che un immobile di proprietà della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Pina Castiello – sua commensale ieri al tavolo di Campiglione – e dei suo fratelli, che insiste in via quattrovie e via cinquevie sia del tutto estraneo ai registri TARI, salvo una piccola porzione destinata a quagliodromo intestata al fratello Luigi e che su tali immobili – parliamo di una superficie di 1888 mq – non sia stata mai pagata la Tassa dell’IMU?
Ora consapevoli che a partire dal 2016 sono esenti dal pagamento dell’IMU i terreni agricoli, anche incolti, posseduti e condotti da coltivatori diretti e da Imprenditori agricoli professionali (Iap), iscritti nella previdenza agricola, indipendentemente dalla loro ubicazione, sappiamo pure che alcuni eredi di tali coltivatori diretti non posseggono aziende agricole, così come sappiamo pure che l’IMU sia esente solo se quell’immobile sia la casa di residenza e da quello che ci risulta nessuno dei quattro figli ereditari della mamma intestataria del bene abbia residenza in quell’immobile. Ma sarebbe bello sapere pure cosa sia successo prima del 2016, dato che quell’immobile già esisteva e la legge che consente l’esenzione non esisteva ancora.
Quindi. Accertato che dal database dell’Ufficio Tributi su quell’immobile non è stato mai pagata la tassa IMU, saremmo curiosi di sapere per quale motivo. Siamo sicuri che tutte le particelle catastali di quei beni immobili siano tutte esenti da IMU?
Poi se aggiungiamo che da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, sappiamo pure che è partita anche una richiesta di verifica di accertamento TARI ma che si è infranta una volta venuti a conoscenza della dipartita della mamma della Sottosegretaria titolare del bene. Deduciamo anche che sia stata praticata un’azione, da parte del settore, in maniera superficiale e non approfondita con l’invio di tale accertamento ai diretti eredi, tra l’altro ben visibili all’interno della visura catastale.
Allora le domande che mi sorgono sono: Perché a Caivano si applicano le regole adottando due pesi e due misure? Tenendo conto che la Costituzione garantisce equità sociale, secondo l’Amministrazione caivanese i cittadini non sono tutti uguali? Ma poi. Siamo sicuri che tutte queste persone citate in quest’articolo abbiano i requisiti di insegnare la legalità a noi caivanesi? Ai posteri l’ardua sentenza.