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Cronaca

Arcangelo ucciso in via dei Tribunali, un’altra arma ha sparato nel luogo della tragedia

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È il giorno della verità e del giudizio per Renato Caiafa.
Questa mattina il 19enne che ha ammesso di avere involontariamente assassinato Arcangelo Correra mentre maneggiava una pistola calibro 9 comparirà in una saletta del carcere di Poggioreale – dov’è detenuto – davanti al giudice per le indagini preliminari di Napoli.

Dovrà rispondere di reati molto gravi: porto e detenzione di arma clandestina, ricettazione e omicidio colposo. Ma, intanto, nel mosaico investigativo fa la sua comparsa un altro tassello inquietante: la scoperta – avvenuta solo qualche ora dopo la tragedia – da parte della Polizia Scientifica, nell’area dove si è consumato il delitto, di un bossolo di pistola di calibro diverso dalla 9×21. Circostanza che lascerebbe ipotizzare la presenza di altre persone armate, se non addirittura di un conflitto a fuoco.
Gli investigatori non credono alla versione del ritrovamento casuale. Il 19enne sostiene di averla ritrovata per caso, nascosta sul copertone di una ruota parcheggiata in zona Sedil Capuano. La circostanza non è un dettaglio: per cui la versione dell’indagato non reggerebbe, il che significa che l’arma fosse proprio in dotazione a Renato.

Il caricatore della 9×21 era quasi pieno. Il serbatoio di questa pistola permette una carica bifilare di 15 colpi, e quella notte ne conteneva almeno otto-nove. Possibile che qualcuno l’avesse lasciata sotto il parafanghi di una macchina?

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Cronaca

Pimonte, tentata estorsione con metodo mafioso ad un imprenditore: arrestato il responsabile

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Blitz dei carabinieri di Torre Annunziata, che nel corso della mattinata odierna hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di una persona gravemente indiziata del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

In particolare, le indagini hanno consentito di accertare che l’indagato avrebbe minacciato il titolare di una ditta che stava eseguendo lavori di adeguamento di un campo sportivo, intimandogli di pagare una tangente per poter proseguire i lavori.

Pertanto, tale minaccia sarebbe stata perpetrata evocando la forza intimidatrice dei clan camorristici della zona di Pimonte. Ora l’indagato è in carcere in attesa di giudizio.

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Attualità

Il Vaticano ammette di avere un dossier su Emanuela Orlandi

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Il dossier del Vaticano su Emanuela Orlandi esiste, e stavolta non è più solo Pietro Orlandi, il fratello della ragazza scomparsa nel giugno 1983 dopo una lezione di musica a Roma, a sostenerlo, ma la stessa Santa Sede.
A confermarlo è stato il promotore di giustizia Alessandro Diddi. La notizia è stata rivelata alla commissione bicamerale d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori dall’ex capo della gendarmeria Domenico Giani.

“Facciamo finta di credere che l’abbiano trovato ora e che non fosse già in Segreteria di Stato dal 2012, ma va bene – ha commentato Pietro Orlandi sui social – L’importante è che ora abbiano ammesso di possederlo, anche se affermano che il contenuto è riservato. Speriamo, ovviamente, che non sia stato modificato”.

Resta ancora un mistero ciò che potrebbe essere contenuto in questo file segreto. Secondo alcuni, il dossier potrebbe confermare la cosiddetta pista inglese, ritenuta la più plausibile anche da Pietro Orlandi. Questa teoria ipotizza che Emanuela sia stata rapita, trasferita in Sardegna e poi condotta a Londra. Lo spostamento sarebbe avvenuto senza lasciare tracce: lungo la rotta Civitavecchia-Santa Teresa di Gallura, infatti, si intersecano i segnali radio di Italia e Francia. Con le tecnologie degli anni ’80, caratterizzate da interferenze e limiti tecnici, sarebbe stato facile evitare di essere intercettati.

Secondo questa ipotesi, l’ultimo trasferimento verso Londra sarebbe stato orchestrato dalla Banda della Magliana, con Enrico De Pedis che avrebbe giocato un ruolo centrale, arrivando persino a richiedere un passaporto falso per portare Emanuela nella capitale britannica.

Se la pista inglese trovasse piena conferma, il dossier del Vaticano potrebbe contenere documenti riguardanti l’arrivo e il soggiorno di Emanuela a Londra. Tuttavia, al momento, l’unica certezza è l’ammissione dell’esistenza del dossier. Alessandro Diddi ha confermato il ritrovamento e, di conseguenza, la sua presenza negli archivi vaticani, ma il contenuto rimane tuttora riservato e non è stato ancora svelato.


(fonte: thegap_media)

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Attualità

Migranti, arrivata a Salerno nave ong con 33 siriani a bordo

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È attraccata alle ore 10.15, al Molo Manfredi di Salerno, la nave Aita Mari con a bordo 33 siriani di cui: 3 minori – un 17enne e due 16enni – e 2 donne.

Al momento non sono state segnalate particolari situazioni di criticità in ambito sanitario.

Come di consueto la macchina organizzativa è stata attivata in seguito alla riunione che si è tenuta ieri in Prefettura. Si tratta del 38esimo sbarco in città.

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