Politica

Manovra di Bilancio 2025, arriva la firma di Mattarella: depositati alla Camera 144 articoli

Pubblicato

il

Nel corso della mattinata odierna il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha depositato alla Camera il testo della Manovra di Bilancio 2025. Esso contiene 144 articoli, comprendenti misure fiscali come il taglio del cuneo e il riordino delle detrazioni, le norme sulle pensioni e quelle sulla revisione della spesa.

In particolare, dal 2025, il venerdì ci sarà un’estrazione settimanale aggiuntiva dei giochi del Lotto e del Superenalotto, che in caso ricorra in un giorno di festività riconosciuta agli effetti civili su tutto il territorio nazionale sarà posticipata al primo giorno feriale successivo.

Poi, per quanto concerne le spese sanitarie fuori dalle detrazioni, la nota recita:

“Sono escluse dal computo dell’ammontare complessivo degli oneri e delle spese quelle sanitarie detraibili, così come sono esclusi gli oneri sostenuti in dipendenza di prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2024. Inoltre, ai fini del presente articolo, il reddito complessivo è assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”.

Invece è prevista la stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito di oltre 75mila euro, ma con vantaggi che crescono in base al numero dei figli. Infatti, in base al testo della Manovra, chi ha un reddito tra i 75mila e i 100mila euro potrà portare in detrazione fino a un massimo di 14mila euro, 8mila oltre i 100mila.

In assenza di figli la cifra è dimezzata per quanti hanno un solo figlio ridotta moltiplicando per un coefficiente di 0.85, resta pari se si hanno più di tre figli o figli con disabilità. Un contribuente oltre i 100mila senza figli potrà detrarre a conti fatti 4mila euro.

Importante novità sulle pensioni minime, che crescono di 3 euro nel 2025, con un incremento del 2,2% e dell’1,3% nel 2026. Pertanto le pensioni arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 attuali, perché la base di calcolo è quella precedente all’aumento del 2,7% dato l’anno scorso maggiorata con il recupero dell’inflazione pari all’1%.

Nello Stato di previsione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, è stato istituito un fondo per la valorizzazione del sistema scolastico con una dotazione di 122 milioni di euro per l’anno 2025, 189 milioni di euro per l’anno 2026 e 75 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027.

Per le banche arriva il rinvio delle deduzioni delle quote delle svalutazioni e perdite dei crediti e dell’avviamento correlate alle DTA, come previsto dalla legge di Bilancio. La deduzione della quota dell’11% dei componenti negativi ai fini Ires e dell’Irap del 2025, è differita “in quote costanti, al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2026 e ai tre successivi”. Quella del 4,7% per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2026, “è differita, in quote costanti, al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2027 e ai due successivi”. Quelle del 13% e del 10% per i periodi d’imposta 2025 e 2026 sono differite “in quote costanti, rispettivamente al 2026 e ai tre anni successivi e al 2027 e ai due anni successivi”.

La stretta sugli enti che ricevono contributi pubblici arriva non solo sui compensi, infatti “al fine di potenziare le funzioni di controllo e di monitoraggio della finanza pubblica”, un rappresentante del Mef siederà nei collegi di revisione o sindacali. La norma prevista dalla Manovra si applica però solo se il contributo a carico dello Stato è “di entità significativa”. Il livello di “significatività” sarà stabilito con Dpcm su proposta del Mef entro la fine di marzo 2025. Nell’attesa è stabilito a 100.000 euro annui. Sono escluse le società controllate degli enti locali. Allo stesso tempo, a partire dal 2025, gli enti non potranno effettuare spese per l’acquisto di beni e servizi superiori a quelle del 2021, 2022 e 2023.

Contestualmente, i compensi corrisposti agli organi amministrativi di vertice degli enti e degli organismi che rientrano nell’elenco Istat individuati con Dpcm, su proposta del Ministro dell’Economia e delle finanze, da adottarsi entro giugno 2025, nonché degli enti, organismi e fondazioni che ricevono, “anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma”, contributi a carico della finanza pubblica, “non possono superare il limite dell’importo annuo corrispondente al 50 per cento del trattamento economico complessivo annuo lordo spettante al primo presidente della Corte di cassazione”.

Per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-2027, la Manovra stanzia 10,855 miliardi in tre anni. Ecco quanto si legge: “Per il triennio 2025-2027 gli oneri posti a carico del bilancio statale per la contrattazione collettiva nazionale e per i miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico sono complessivamente determinati in 1.755 milioni di euro per l’anno 2025, 3.550 milioni di euro per l’anno 2026 e 5.550 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027”.

L’esame della Manovra quest’anno partirà dalla Camera, in base al principio dell’alternanza. Le audizioni davanti alle commissioni Bilancio del Parlamento dovrebbero iniziare il 28 ottobre, mentre il termine degli emendamenti dovrebbe essere fissato fra l’8 e il 10 novembre. Tre i relatori di maggioranza: per Fratelli d’Italia Ylenia Lucaselli, per FI Mauro D’Attis e per la Lega Silvana Comaroli.

Popolari

Exit mobile version