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Giustizia

Lavoro eccessivo, grave stress per medico ospedaliero: Asl campana condannata

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La Corte di Appello di Napoli ha condannato una ASL campana a risarcire con centomila euro i danni sofferti da un medico ospedaliero per averlo esposto a periodi di lavoro eccessivi, senza garantirgli il minimo di riposo giornaliero e l’adeguato riposo notturno, tutelati dalle norme europee.

Il caso riguarda un medico che dopo varie esperienze lavorative ha iniziato dal 2008 ad operare all’interno del reparto di ortopedia e traumatologia dell’ASL di Napoli 3 Sud.
La situazione dell’ospedale, “caratterizzata da grave carenza di personale – raccontano i legali del medico, gli avvocati Egidio Lizza e Giovanni Romanolo ha esposto a richieste da parte della dirigenza sempre più pressanti rispetto all’orario di lavoro da svolgere, che è progressivamente divenuto insopportabile e al quale gli era sostanzialmente impossibile sottrarsi, a meno di voler lasciare totalmente scoperto il reparto”.

Alla fine, si è trovato a svolgere, per quindici anni, un orario lavorativo ben superiore a quello contrattualizzato, che – ha riconosciuto la Corte d’appello di Napoli – non gli ha permesso di usufruire di un periodo minimo di riposo giornaliero di 11 ore consecutive e lo ha portato a svolgere lavoro notturno per più delle otto ore giornaliere consentite.

“Pur percependo per questo motivo lo straordinario, ha però sviluppato un grave stress che ha minato la sua salute fisica e mentale”, evidenziano gli avvocati, aggiungendo che i giudici d’appello gli hanno “riconosciuto un maxi risarcimento per danno da stress o da ‘usura psicofisica’ – quantificato, nel caso esaminato, in 100mila euro – che ora apre la strada dei ricorsi a tutti i medici italiani che si trovano nella medesima situazione e che deve essere corrisposto con efficacia retroattiva”.

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Giustizia

Carceri, la proposta del Garante Ciambriello: “Servirebbe il numero chiuso”

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“Stamattina sono stato nel carcere di Poggioreale per effettuare dei colloqui con i ristretti, c’erano 2125 detenuti a fronte di una capienza reale di circa 1400 posti. Credo che da tempo in questo carcere non ci siano le condizioni di detenzione accettabili di spazio abitativo. Una buona notizia è che oggi il detenuto di quasi 93 anni è uscito per andare in detenzione domiciliare in una struttura adeguata”.

Lo dichiara il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello.

In Italia sono presenti circa 61000 detenuti, 15000 detenuti in più rispetto alla capienza reale. Ecco la proposta del Garante Ciambriello: “Credo che per ogni carcere, debba esistere un limite massimo assoluto per il numero di detenuti, al fine di garantire lo standard minimo in termini di spazio abitativo. Pertanto, ogni volta che un carcere ha raggiunto tale limite, le autorità competenti devono adottare misure appropriate per garantire che ad una persona, appena sottoposta a custodia cautelare o condannata ad una pena detentiva, siano offerte condizioni di detenzione accettabili non solo abitative, ma anche rispetto alla presenza di agenti di polizia penitenziaria, di personale per l’assistenza sociosanitaria e per l’offerta trattamentale. Su questo argomento è stato presentato anche una proposta di legge al Senato, solo così si costringere l’autorità giudiziaria e la politica a rispettare il dettato costituzionale.”.

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Giustizia

Caivano, rinviata udienza per gli stupri in attesa della consulta

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Rinvio al prossimo 9 dicembre per il processo in corso davanti al tribunale per i minorenni di Napoli che vede imputati quattro dei sette ragazzini coinvolti negli stupri ai danni delle due cuginette di Caivano.

Si tratta dei giovani che hanno mostrato chiari segni di ravvedimento e per i quali i rispettivi avvocati hanno chiesto al giudice di valutare l’istanza di accesso alla cosiddetta “messa alla prova”.
La decisione del Tribunale dei Minorenni partenopeo è stata adottata in attesa che la Corte Costituzionale si esprima sulla legittimità di alcune norme contenute nel decreto Caivano, eccezioni sollevate a Firenze.

Per quei fatti sono stati già condannati in primo grado due maggiorenni e tre minorenni, rispettivamente il 5 e il 12 luglio scorsi.

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Giustizia

Chiude il reparto dell’Ospedale del Mare per andare al party: medico condannato

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Un anno e un mese di reclusione con la condizionale e un risarcimento da stabilire in sede civile: è la condanna che il Tribunale di Napoli ha inflitto al Dottore Francesco Pignatelli, chirurgo cardiovascolare finito sotto processo a Napoli per aver chiuso il reparto dell’Ospedale del Mare di cui era appena diventato primario per un party, organizzato l’8 luglio 2018 proprio per festeggiare la sua nomina.
La sentenza è stata emessa lo scorso fine settimana dal giudice monocratico della settima sezione penale. Al processo si era costituita parte civile l’Asl Napoli 1 Centro.

Il dottore Pignatelli venne successivamente licenziato. A difenderlo in questo procedimento giudiziario sono stati l’avvocato e professore Alfonso Furgiuele insieme con l’avvocato Stefano Montone.

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