La Corte d’Assise di Milano ha giudicato Alessandro Impagnatiello “capace di intendere e di volere” quando il 27 maggio dello scorso anno ha ucciso la compagna Giulia Tramontano mentre era incinta di sette mesi.
Questo l’esito della perizia psichiatrica cui è stato sottoposto l’assassino, nell’ambito del processo per l’omicidio di Giulia, perpetrato con 37 coltellate. Secondo la difesa l’ex barman era affetto da disturbo della personalità di tipo paranoide, una tesi smentita dalla perizia.
Ecco uno dei passaggi fondamentali della perizia, affidata dalla presidente della Corte d’Assise meneghina Antonella Bertoja allo psichiatra forense Pietro Ciliberti e al medico legale Gabriele Rocca:
“Non vi sono elementi per ritenere che al momento del fatto trovino applicazione i requisiti psichiatrici per ritenere un vizio di mente parziale o totale”.
Contestualmente a tale esito, Impagnatiello rischia ora l’ergastolo, poiché accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione.