Caivano

A Caivano se la carne dal fuoco non te la possono rubare, te la fanno bruciare.

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Ieri per caso ho letto un post dell’ex Sindaco Enzo Falco, sfiduciato dalla maggioranza dei rappresentanti del popolo e del governo nazionale – no nazione – per le palesi infiltrazioni della camorra nel governo della città che ha distrutto la vivibilità del paese.

In tale post c’era l’annuncio di un evento che si terrà domenica 20 ottobre denominato “i toni caldi dell’autunno Irpino” che si terrà ad Aiello del Sabato in provincia di Avellino, tentativo senza dubbio dell’ex Sindaco di Caivano di nascondere una propaganda subliminale per coloro che con una politica scellerata hanno danneggiato la nostra città. Tanto da far dimenticare che alcuni membri della giunta erano collusi con la camorra tanto da finire in galera o imputati nel prossimo processo.

Tranquilli Mario Abenante ancora non deve impazzire. Letto così c’è dell’assurdo lo so. Per fortuna non ho ancora l’età per farmi diagnosticare la demenza senile. Per certe persone che hanno quella età, gli esponenti della scorsa maggioranza servono ancora per essere strumentalizzate e distruggere qualsiasi cosa di nuovo e di buono possa nascere sul territorio.

È bastata una semplice condivisione dell’ex Sindaco Enzo Falco della locandina dell’evento di Caivano Legalitaria per far saltare nani, ballerine e prezzolati dalla sedia e dare adito ai polpastrelli per scrivere cavolate, mistificazioni, sguinzagliare cappucci e scoperchiare catapulte per le palle di fango.

Andiamo per gradi. Una persona che condivide una locandina non vuol dire sia l’organizzatore occulto, così come non vuol dire che l’ex Sindaco Enzo Falco abbia organizzato la sagra dei funghi ad Avellino.

Eppure una testata, accusata proprio quest’oggi dal sottoscritto di non essere libera ed indipendente, noncurante dell’evento stesso, perché troppi interessi la legano a triplo filo con forze politiche che ad oggi tramano nei seminterrati caivanesi a mo’ di moti carbonari, non perde tempo, attraverso la penna di vecchi, obsoleti, addetti ai lavori di mistificare la realtà e sminuire il lavoro buono fatto dall’Associazione “Caivano Legalitaria”.

A riprova del legame a triplo filo che certe testate hanno con gli interessi di altri politici è l’endorsement che nello stesso articolo viene fatto ad una corrente politica ben nota e distinta, alla quale nei prossimi giorni dedicheremo approfondite attenzioni.

È bene chiarirlo subito. “Caivano Legalitaria” è un’associazione culturale e non un progetto politico. L’evento è stato organizzato con i soldi degli sponsor che in maniera trasparente, giravano attraverso il led wall – mezzo di comunicazione mai visto a Caivano – sul palco, tutto fatturato e dimostrabile. Poi se c’è qualcuno abituato a possedere immobili grazie a tangenti ricevute per il ruolo amministrativo svolto in passato e per la regola del chi la fa la aspetti vede il marcio ovunque, allora quello è un altro tipo di discorso.

Il ruolo del sottoscritto continua ad essere quello di un giornalista, scrittore e osservatore del territorio. Le parole pronunciate dal palco sono semplicemente le opinioni di chi si occupa di politica in dodici territori e contestualmente possono tramutarsi in proposte politiche volte alla cittadinanza per salvaguardare i propri diritti, lesi proprio da quelle amministrazioni che certi scribacchini vogliono per forza di cose affiancare al nostro nobile e libero progetto di rivoluzione culturale.

Il sottoscritto si fregia di essere stato l’unico a denunciare nefandezze di alcuni elementi della maggioranza, di commistioni tra alcuni politici e il clan egemone, e di essere stato l’unico cronista che con i suoi editoriali ha rappresentato la vera spina nel fianco dell’Amministrazione Falco così come non dimentica che un candidato tra le file di “Caivano Oltre”, gruppo politico gemello di “Caivano Conta”, militava ed era candidato il famoso geom. Martino Pezzella, oggi in galera per essere uno dei protagonisti della vicenda a cui il giornale di cui sopra tanto è affezionato. Per non dimenticare che un altro elemento, nominato luogotenente della precampagna elettorale del leader di “Caivano Conta” prima degli arresti e dello scioglimento per ingerenze criminali, Gaetano Ponticelli, era consigliere di opposizione con Forza Italia ed oggi è imputato nello stesso processo. Quello i cui fatti non sono mai stati denunciati da nessuno dell’opposizione che parimenti all’ex Sindaco Falco possono essere accusati di aver saputo e di aver taciuto. O la regola vale solo per chi ci sta sui coglioni?

Quindi, premesso che “Caivano Legalitaria” siamo io e il Presidente Libertino in primis e nessun altro, e premesso che il sottoscritto è un garantista, tiene anche a precisare, così come fatto dal palco della kermesse, che bisogna fare distizione tra responsabilità penale e responsabilità politica. Quella penale è personale e quindi gli unici imputati sono quelli che devono subire un processo e rispondere dei propri reati davanti ai banchi della magistratura.

A tutti quanti gli altri si può solo chiedere un atto di responsabilità politica e quindi fare qualcosa che vada nella direzione dell’assunzione della propria responsabilità poltiica, il mio suggerimento è quello di fare un passo di lato e lasciare spazio ad una nuova nomenclatura, ma questo non vuol dire che chi ha responsabilità politica debba essere tacciato per camorrista, connivente o truffatore, arrivando addirittura a mettere in dubbio la genuinità delle transizioni economiche ftutto del sudore della loro fronte.

Se questo atteggiamento dovesse diventare la regola significherebbe un pericolo ben più grave del peccato fatto dal governo e dai commissari tutti nel considerarci tutti camorristi, significherebbe che a Caivano per emergere in un campo, sia esso politico o professionale, diventa lecito privare la libertà individuale a chi si crede sia l’antagonista, in perfetta discrasia con la meritocrazia e la democrazia che ci vuole tutti innocenti fino al terzo grado di giudizio.

Per non parlare dei tentativi bislacchi, naif e bizzarri di distruggere tutto un movimento di riscatto sociale che sta nascendo sul territorio, attribuendo paternità e primogeniture della vecchia classe dirigente ai progetti di “Caivano Legalitaria” affinché con le bugie si possa allontanare l’attenzione delle persone dall’unica vera aria di freschezza che oggi si respira a Caivano, senza sapere che oramai il vento della rivoluzione culturale è iniziato e il vento non lo si può fermare, a meno che non si decida di chiudere le finestre e restare per sempre a casa.

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