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Uomo hackera la Nasa evidenziando le loro vulnerabilità: l’azienda gli invia una lettera di ringraziamento

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Il mondo della sicurezza informatica ha visto questi giorni un nuovo successo nel campo dell’hacking etico, grazie all’utente “7h3h4ckv157”, un hacker che ha violato con successo (ed eticamente) i sistemi della NASA.

Questo tipo di iniziative rientra nei cosiddetti Vulnerability Disclosure Programs (VDP), programmi che permettono a organizzazioni come la NASA di migliorare continuamente la loro sicurezza informatica grazie al contributo di ricercatori indipendenti.

L’utente in questione, come dichiarato anche nei suoi profili social, avrebbe evidenziato alla NASA alcuni difetti dei suoi sistemi, segnalandoli ai responsabili.

La NASA, più precisamente il Senior Agency Information Security Officer dell’azienda, ha risposto all’hacker tramite una lettera ufficiale di ringraziamento, la quale è stata successivamente pubblicata sul profilo X dell’utente “7h3h4ckv157”, ovvero l’ hacker stesso.

La promozione dell’hacking etico e la sua integrazione in programmi di segnalazione come i VDP sono ormai prassi anche per le grandi aziende tecnologiche.

Queste aziende spesso offrono ricompense o addirittura opportunità lavorative agli hacker che dimostrano di avere un impatto positivo sulla sicurezza dei loro sistemi.

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Corte dell’Aja, Shell vince in appello contro gli ambientalisti

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I giudici olandesi hanno respinto l’appello da parte di gruppi ambientalisti che sostenevano che il gigante petrolifero Shell non faceva abbastanza per tagliare le proprie emissioni di gas serra, annullando una decisione storica del 2021.

“Il giudizio finale della corte è che il ricorso di Milieudefensie (ong ambientalista, n.d.r.) non può essere accolto. La Corte d’Appello annulla quindi il giudizio originale”, ha detto la giudice Carla Joustra alla Corte d’Appello dell’Aja. 

Un tribunale olandese di primo grado tre anni fa fa aveva stabilito che Shell doveva ridurre le sue emissioni di carbonio del 45% al 2030, poiché stava contribuendo ai “terribili” effetti del cambiamento climatico. Sia Shell che i gruppi ambientalisti avevano fatto appello. La sentenza del 2021 era stata vista come una vittoria storica per gli attivisti del clima che avevano fatto causa: Milieudefensie, la branca olandese di Friends of the Earth, e altri sei gruppi. 
I giudici di appello hanno sostenuto invece che “Shell sta già facendo che quello che ci si aspetta”. La società “deve dare un contributo appropriato agli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi – ha detto la giudice Joustra -. Tuttavia, la legislazione climatica esistente non fornisce una percentuale specifica di riduzione per le singole società”.

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Dal Mondo

“Una pizza numero 40, per piacere” e arrivava la cocaina: tre persone in manette

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La polizia tedesca ha smantellato un caso che sembra uscito direttamente da un film.

Al centro dell’indagine, una pizzeria di Düsseldorf, utilizzata come copertura per il traffico di cocaina nascosta sotto le pizze.

Tutto è iniziato a marzo, quando un ispettore del lavoro ha rinvenuto tracce di cocaina nella cucina del locale, scatenando l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno rivelato un sistema ben organizzato.

I clienti che ordinavano la pizza numero 40 ricevevano non solo la pizza, ma anche la droga nascosta sotto di essa.

Sebbene i dettagli sugli ordini e i costi non siano stati resi noti, è emerso che il proprietario, un 36enne di origine croata, era coinvolto in una rete criminale.

La scorsa settimana, la polizia ha arrestato tre persone, tra cui un giovane tedesco di origine russa, considerato il capo dell’organizzazione. L’operazione ha portato al sequestro di 1,5 kg di cocaina, 400 g di cannabis, 280.000 euro in contanti, orologi di lusso e armi, trovati nell’appartamento del proprietario.

Nonostante un breve rilascio, il titolare ha ripreso le sue attività illecite, fino a quando, in agosto, è stato arrestato definitivamente e la pizzeria è stata chiusa.

Le indagini hanno rivelato che l’organizzazione gestiva anche serre di cannabis in diverse proprietà, tra cui una a Mönchengladbach con 300 piante. L’operazione, che ha coinvolto oltre 150 agenti e perquisito 16 proprietà in 9 città, ha smantellato l’intera rete criminale.


(fonte: worldy.it)

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Turchia, attacco terroristico vicino ad Ankara: almeno 10 morti

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Ci sono almeno 10 morti nell’attentato alla sede della Turkish Aerospace Industry vicino ad Ankara con conflitto a fuoco e presa di ostaggi in corso.

Nell’area dell’impianto – secondo quanto apprende l’ANSA da fonti informate – sono presenti anche 8 tecnici Leonardo, che stanno bene e sono al sicuro. L’attacco a Kahramankazan, cittadina a nord ovest di Ankara che dista circa 50 chilometri dalla capitale. Lo riporta la Cnn Turk, mentre il Ministro dell’Interno, Ali Yerlikaya, aveva affermato che “l’attacco terroristico” aveva anche provocato feriti.

Secondo la Cnn Turk “due terroristi sono dentro” i locali della sede dell’Industria Aerospaziale turca. “C’è la possibilità che ci siano ostaggi”, ha fatto sapere l’emittente, mentre precedentemente aveva parlato di almeno due persone uccise al momento dell’attacco, che è stato portato avanti con un’esplosione nei pressi dell’edificio, mentre successivamente alcune persone armate sono entrate.

Al momento non è stata rivendicata l’operazione. Le immagini trasmesse mostrano una grande quantità di fumo bianco davanti all’ingresso del sito.

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