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Cronaca

Arrestato il presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri: i dettagli

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Guai seri per l’attuale sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri, arrestato questa mattina dagli agenti della Guardia di Finanza di Salerno.

Stando ad una prima ricostruzione l’uomo è accusato insieme ad altri cinque indagati, dei reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.

Pertanto è stata disposta la custodia cautelare nei confronti di Vittorio De Rosa ed Alfonso D’Auria, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale della Dervit spa, Elvira Alfieri, legale rappresentante della Alfieri Impianti S.r.l. nonché sorella del sindaco, Andrea Campanile, dipendente del comune di Capaccio facente parte dello staff del sindaco, e Carmine Greco, responsabile tecnico del comune di Capaccio nonché RUP dei procedimenti che riguardano le contestazioni.

Contestualmente si è proceduto al sequestro di un importo superiore ai 543mila euro, con le indagini che hanno consentito di scoprire alcune procedure di affidamento di lavori e quella relativa all’intervento di adeguamento, ampliamento ed efficientamento energetico dell’impianto di pubblica illuminazione a Capaccio Paestum e quella relativa ai lavori di adeguamento dell’illuminazione stradale del Comune, con l’uso di led e sistemi automatici di telegestione del flusso luminoso.

Cronaca

Botti illegali destinati alla Germania: un arresto a Pianura

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Era in possesso di seicento petardi pirotecnici illegali destinati alla Germania: per questo, la scorsa notte a Pianura, i carabinieri della locale stazione hanno arrestato Emanuele Mariano Di Costanzo, 36enne del posto già noto alle forze dell’ordine.

I militari lo hanno fermato mentre era a bordo della propria auto a due passi da casa. Perquisito, è stato trovato in possesso dei botti.

La perquisizione, estesa anche in casa dell’uomo, ha permesso di rinvenire altri 30 ordigni artigianali e tre centraline pirotecniche radiocomandate. L’uomo è accusato di detenzione abusiva di materiale esplodente e ricettazione.

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Cronaca

Caso Puff Daddy, parla una delle vittime: “Ricordo un sacco di erba e donne nude in piscina, io volevo solo tuffarmi”

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Tiene banco negli Stati Uniti d’America il caso riguardante i famosi ‘White Party’ di Puff Daddy, ora in carcere per presunto traffico sessuale in attesa del processo del prossimo 9 ottobre.

Pertanto, su questa vicenda si susseguono innumerevoli indiscrezioni, l’ultima delle quali è relativa al fatto che sono emerse 120 testimonianze pronte a cadere sull’indagato. Tra questi, c’è chi sostiene fosse minorenne all’epoca dei fatti, con una testimonianza che è pronta a giurare di aver avuto sei anni quando è entrato in contatto con il mondo di Daddy.

In particolare Justin Litovsky, oggi 30enne, ha dichiarato di essersi recato ad un barbecue pomeridiano con il magnate dell’hip pop:

“Ricordo un sacco di erba e un mucchio di donne in topless in piscina e intorno alla piscina. Io volevo solo nuotare. Non sapevo se le tette fossero una cosa buona o una cosa cattiva. Ma speravo di tuffarmi”.

La madre di Litovsky ha aggiunto: “C’erano bottiglie ovunque e donne nude. Non ero sicura se fosse appropriato o normale. Mi chiedevo come mai i bambini fossero ammessi alla festa. Ce ne siamo andati via alle 21.30, dopo aver trascorso il pomeriggio evitando il fumo di marijuana e le donne in topless”.

A questi party erano presenti ospiti illustri tra cui Jay Z, Jennifer Lopez, Billy Zane e Sarah Jessica Parker. Inoltre, in eventi successivi, Sean ‘Diddy’ Combs avrebbe introdotto un coprifuoco per bambini.

Daddy è rinchiuso nel Metropolitan Detention Center di Brooklyn dal 17 settembre, pur dichiarandosi innocente di fronte alle accuse federali di aver usato il suo potere e prestigio per indurre vittime di sesso femminile a esibizioni sessuali sotto l’effetto di droghe con escort maschili.

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Cronaca

Corruzione e concussione, indagato il Consigliere Regionale Giovanni Zannini del gruppo ‘De Luca presidente’

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I Carabinieri del Comando provinciale di Caserta e della compagnia di Aversa hanno effettuato questa mattina alcune perquisizioni nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Tra i destinatari del provvedimento c’è il consigliere regionale Giovanni Zannini, iscritto al gruppo consiliare ‘De Luca Presidente’, che si è visto perquisire la propria abitazione e i suoi uffici all’isola F13 del Centro Direzionale di Napoli.

I militari dell’Arma sono alla ricerca di documenti e dispositivi informatici utili alle indagini. Perquisizioni sono scattate anche per altre sei persone, tra queste da quanto trapela ci sarebbe il nome dell’imprenditore Alfredo Campoli. Le accuse contestate dalla Procura sammaritana guidata dal Procuratore Pierpaolo Bruni sono a vario titolo di corruzione, concussione, riciclaggio e uso di fatture per operazioni inesistenti.

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