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CAIVANO. È mistero sulla proroga di Ciciliano. Gli addetti stampa diffondono comunicati ma del DPCM neanche l’ombra

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CAIVANO – Diventa un mistero la proroga di Fabio Ciciliano a Commissario Straordinario del Governo per il risanamento del territorio di Caivano.

Il suo mandato come da DPCM del 18 settembre 2023, tecnicamente è scaduto ieri, ad esso non è seguita nessuna comunicazione ufficiale, almeno fino a stamattina subito dopo aver diffuso i nostri dubbi descritti qui (clicca qui per leggere il mio editoriale di stamattina), quando dall’Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio viene diramato il seguente Comunicato Stampa: “Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, ha firmato il DPCM che proroga per un anno l’incarico di Fabio Ciciliano come Commissario straordinario per il risanamento e la riqualificazione funzionali al territorio del Comune di Caivano. Ciciliano, nel suo ruolo di Capo Dipartimento della Protezione Civile, avrà il compito di portare a termine il Piano deliberato dal Consiglio dei Ministri. Dopo una prima fase di interventi e progettualità avviate, che ha portato tra le altre cose all’apertura nei tempi prestabiliti del nuovo Centro “Pino Daniele”, il Piano si snoda attraverso ulteriori misure strutturali, mirate a sostenere il rilancio dell’economia locale, l’inclusione sociale e il contrasto alla criminalità organizzata. Il Governo Meloni intende replicare il “Modello Caivano” in altri Comuni italiani, ribadendo così l’impegno e la determinazione dello Stato contro ogni forma di degrado e illegalità.”

Per la gioia dei tifosi della Meloni e della stampa asservita, compresa la Rai, viene subito diffusa la notizia e fidandosi, ci mancherebbe altro, delle parole diramate dall’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio, danno per certa la proroga a Commissario di Governo di Fabio Ciciliano, ma ad ora, di questo DPCM che lo attesti neanche l’ombra.

Qui lo si può leggere direttamente dal Sito del Governo e ci si può accorgere che alla pagina manca il documento (DPCM) che attesti la nomina (guarda qui)

Il documento che attesti l’ufficialità della proroga del Commissario Straordinario, non è ancora stato reso pubblico, chi dice di averlo non lo tira fuori e i giornalisti che dovrebbero scrivere solo la verità, servendosi di fatti documentati, si allineano al volere del potere sovvertendo l’ordine delle cose e delle procedure.

Perché questo documento non viene reso pubblico? Cosa c’è da nascondere?

Da quanto tempo una notizia è vera, se viene diramata dall’addetto stampa? Premesso che il sottoscritto, dubitando come ha già dimostrato stamattina con l’editoriale, ha chiesto di leggere il DPCM per poter diramare la notizia e gli è stato risposto: “Ciao Mario, i documenti ufficiali sono pubblicati o saranno pubblicati sul sito del Governo. Non capisco la domanda, metti in dubbio un comunicato ufficiale della Presidenza del Consiglio?”.

E premesso che ad ora i documenti non sono stati ancora pubblicati sul sito della Presidenza del Consiglio, ma vi sembra normale rispondere ad un giornalista, che per natura dovrebbe dubitare sempre fino a quando non si hanno prove certe, di doversi fidare di questo governo?

Fidarsi di un governo che tende a strappare le nomine per un capriccio di una consorte gelosa di un Ministro o perché quella figura o quell’altra figura non sia gradita al cerchio magico meloniano e dopo aver documentato lo sperpero di denaro fatto, usando e deturpando il nome della mia città, mi si chiede di fidarmi?

IO NON MI FIDO. E pretendo da cittadino italiano nel nome del Decreto Legislativo 33/2013 che determina l’accesso civico che la proroga al Commissario Ciciliano sia pubblicata prima della diffusione della notizia attraverso Comunicati Stampa. In maniera contraria donateci il beneficio del dubbio sulla genuinità dell’atto, dell’iter e della capacità amministrativa di questo governo che opera nel solo ed esclusivo interesse teso al consolidamento e all’equilibrio tra i partiti di maggioranza. Non vogliamo che a Caivano si ripeta un caso Boccia bis.

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