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Caivano

Il Modello CAIVANO esiste ma è quello della propaganda di regime condiviso dagli affari personali dell’elite caivanese.

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CAIVANO – La città che doveva fungere da modello per il contrasto alla criminalità e il degrado corre un grosso pericolo. I 54 milioni sbandierati dal Governo Meloni, oltre alla riqualificazione del Delphinia al quale è stata attribuita la spesa di quasi 13 milioni di euro e nel quale si percepiscono meno della metà, sono pressocchè impercettibili. Dal sito del Commissario Staordinario di Governo solo documenti su documenti, tra decreti e decisioni a contrarre, i milioni di euro si vedono volare, finora, solo sulle carte.

Beh, se il Governo Meloni si fermasse a questo, e ci voleva Ciciliano? Bastava un Vito Coppola qualsiasi che tra mettere a posto le carte, determinazioni doppie e con la rovesciata, a Caivano ha fatto scuola. Questo per far capire alle alte sfere del Governo che se per loro la politica è questa, a Caivano abbiamo avuto maestri illustri. Ma passiamo alla natura del mio editoriale di oggi.

La premessa è per far capire ai più, compreso il Sindaco di Afragola Antonio Pannone – che parlando di dispersione scolastica ad una testata locale ha accennato al Modello Caivano – che di Modello Caivano nel comune gialloverde, oltre alla propaganda di regime, non è stato visto niente, tanto meno qualche misura per contrastare la dispersione scolastica. Addirittura la terna prefettizia delega un suo sovraordinato a presiedere il CdA dell’Azienda Consortile delle Politiche Sociali e questo il Sindaco Pannone lo dovrebbe sapere bene, dato che ne fa parte.

Ma non è questo il pericolo che incombe su Caivano, è ben altro. Oltre la propaganda di regime è il vento di demagogia e populismo legato a un pizzico di ignoranza che sta avvolgendo l’ultimo comune a nord di Napoli e che rischia di relegare la sua comunità ancor di più tra le retrovie della nostra società.

Il modello di bugie dette su Caivano è stato ripetuto anche a livello internazionale sulla competizione olimpica, in occasione del match di boxe che si doveva disputare tra Angela Carini e l’algerina Imane Khelif. Qui si può davvero parlare di Modello Caivano, dato che le menzogne raccontate sul sesso dell’atleta algerina sono state diffuse dagli stessi organi di Stampa e testimonial di regime che hanno diffuso quelle sugli stupri di Caivano, uno su tutti l’immancabile prete Maurizio Patriciello che due giorni prima dell’incontro che ha visto la Carini ritirarsi dal ring in maniera vergognosa, aveva scritto sul proprio profilo social: “L’Italia deve impedire ad Angela Carini di fare a pugni con Imane Khelif. Non è giusto. Non è onesto. Potrebbe farsi male. Non possiamo permetterlo. Lo scontro non sarà alla pari. Lo sport è un’altra cosa. Maurizio Patriciello, il giorno dopo rincara la dose con la condivisione di un pensiero del tutto fuorviante e tendenzioso di un certo Marcello Pasquale che recitava: “Sei una ragazza che pratica la boxe. Ti alleni duramente per anni impiegando fatica, sudore e sangue. Finalmente vieni ammessa nella squadra olimpica e poi… ti fanno combattere con un uomo! Questa è la ridicola e vergognosa realtà per le donne che fanno sport in questa epoca Woke”. Non paco, forse anche un po’ ignaro della diffusione immediata dei propri messaggi xenofobi dal punto di vista culturale, e forse anche con un po’ di ansia da prestazione per ingraziarsi la sua amica Premier Giorgia Meloni, il prete subito dopo il disonorato incontro disputato dalla pugilatrice afragolese, da di nuovo sfogo ai polpastrelli scrivendo: “Un grande abbraccio, Angela. Forza! Ti vogliamo bene. Su quel ring, però, non dovevi proprio salirci. Maurizio Patriciello.

Inutili poi tutti i post, i commenti, le rettifiche dei mezzi di Comunicazione sulla vera identità della pugilatrice algerina, oramai la propaganda di regime era stata messa in atto e il messaggio integralista, omofobo e razzista doveva compiersi e si è compiuto. Il resto è storia. Nessuna scusa da parte della Meloni, nessuna scusa da parte dei vari Vannacci ed altri esponenti di questo governo nè tanto meno si sono viste o lette le scuse del prete Patriciello e mentre Imane Khelif vinceva l’oro, Angela Carini veniva ricevuta, trionfante, in Chiesa dal prete di periferia filogovernativo.

Oramai la posizione del prete Patriciello è chiara, il suo ideale politico è svelato e se laddove ci dovessimo permettere di invitare la toga a scegliere una posizione tra fare politica o fare il prete, potremmo anche essere tacciati di avere un pensiero camorrista, tanto si è distorto sul territorio il concetto di antimafia.

Fortunatamente c’è una parte di politici pensanti che quanto sto scrivendo lo ha percepito e i primi a prendere posizione politica contro quell’organo che dovrebbe essere neutrale dal punto di vista politico sono stati il Governatore De Luca facendo satira sulla toga caivanese e apostrofandolo come il “Pippo Baudo con la frangetta” e, a ruota, dopo i fatti di Parigi, ad attaccare il prete meloniano è stato Matteo Renzi col suo giornale “Il Riformista” che lo inserisce tra gli haters e i cyberbulli che hanno vessato l’altleta algerina per tutto il tempo utile alla preparazione dell’incontro con l’italiana.

Tanto è vero che dopo lo schiaffo mediatico ricevuto da Matteo Renzi, per ribadire la sua non più visibile posizione neutrale, Patriciello è tornato, per un attimo, a fare il prete ambientalista, denunciando l’abbandono dei rifiuti all’uscita di Caivano sulla bretella Arzano-Marcianise e contestualmente lasciando intendere una velata critica all’Amministrazione prefettizia della città.

La figuraccia sulla Khelif è stata oggettiva ed eclatante al punto tale da attirare qualche critica più feroce del solito attraverso i commenti sotto i post social pubblicati dalla toga filogovernativa, fenomeno che ha fatto correre ai ripari alcuni mezzucci di stampuccia localuccia, gravitanti attorno alla figura profetica del don e del Commissario Ciciliano, che attraverso una fake news artatamente pubblicata all’indomani della rapina avvenuta nel Supermercato “Ottimo” di via A. Diaz di Crispano, dove l’auto usata dai banditi è stata fatta incendiare all’interno del Parco Verde con l’evidente tentativo di nascondere le tracce, attraverso lo scritto si è lasciato intendere che l’auto sia stata data alle fiamme proprio davanti alla Chiesa San Paolo Apostolo per chissà quale motivo. Chiara manifestazione di etero interpretazione da parte del redattore – la semantica non inganna – su un ipotetico attentato al prete anticamorra, termine quest’ultimo conquistato, insieme alla scorta, grazie all’esplosione di un petardo fatto scoppiare all’interno del cortile della medesima parrocchia, annoverato poi dalla storia come attentato dinamitardo.

Ai politici sopra menzionati si aggiungono anche le dichiarazioni dell’Avvocato di Imane Khelif che, all’indomani della conquista della medaglia d’oro dell’algerina, annuncia di voler denunciare per cybermolestie, aggravate dall’incitamento all’odio online, tutti i responsabili del linciaggio digitale e non è escluso che su questo si possa aprire anche un fronte giudiziario in Italia, contro la Meloni e i suoi accoliti.

Anche se parliamo di Parigi, di Algeria e di olimpiadi, con l’intromissione e il coinvolgimento di Patriciello, Caivano ne subisce le conseguenze. Si, perché la Comunicazione di una cattiva immagine della nostra comunità nasce dalla stessa matrice e dalle stesse modalità, fondata sulla demagogia e sul populismo spicciolo che trova linfa vitale soprattutto nell’ignoranza della massa bigotta e timorosa di un dio che, per fortuna della Meloni, si crede parli attraverso le parole di un semplice prete di periferia.

Se poi, a tutto questo, aggiungiamo pure che chi dovrebbe comprendere certi meccanismi e contrastarli, viene zittito con la dazione di prebende atte ad alimentare interessi personali, allora vuol dire che il “Metodo Caivano” – quello messo davvero in atto e non quello propagandato dai mass media – avrà ancora vita lunga e forse si servirà pure di alcuni yes man locali dediti all’asservimento per il suo consolidamento.

Da più parti – ambito poltico, imprenditoriale e professionale – in questi mesi si sono consumati byte su byte di scritti social per complimentarsi di quanto buono sia stato fatto a Caivano da questo governo e dal Commissario Ciciliano e poi scopri che gli stessi autori (esponenti politici di centro, sodali dal punto di vista sportivo, con alcuni imprenditori che non perdono tempo a mostrarsi proni al potente di turno pur di raccattare qualche piccolo interesse personale) sono stati destinatari di 24mila euro per una manifestazione e dalla stessa parte politica vedi alcuni trasformisti di centro sinistra, passati al centro e che ambiscono di cambiare ancora una volta casacca, stavota alla corte della bionda di borgata, che insieme ad alcuni esponenti della lobby affaristica caivanese, creare un andirivieni all’Ufficio Suap per sistemare alcune carte – in pieno stile coppoliano – inerenti ad un profilo di illegittimità su un avviamento di attività legata al parente prestanome con la speranza che qualche slinguazzata regalata al regime possa far chiudere un occhio agli Amministratori attuali.

Insomma. Tutti allineati alla propaganda demagogica di regime. Tutti. Impegnati a sistemare il proprio orticello. E ai caivanesi chi ci pensa? Ai posteri l’ardua sentenza.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caivano

Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Caivano

Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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