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Cronaca

Donna muore al parco Disney, il marito non può fare causa all’azienda perché abbonato a Disney+

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Il signor Jeffrey J. Piccolo, dopo aver mangiato con sua moglie al Raglan Road Irish Pub and Restaurant, situato dentro Disney World in Orlando, Florida, ha dichiarato che, nonostante avesse informato lo staff del ristorante delle gravi allergie alimentari della moglie, quest’ultima avrebbe subìto una reazione allergica fatale dopo aver consumato un pasto nel locale.

In seguito alla morte della moglie, Piccolo ha deciso quindi di intraprendere un’azione legale contro il ristorante, sostenendo che la negligenza del personale sia stata la causa diretta del fatto.

Il signor Piccolo chiede un risarcimento di 50.000 dollari per l’irreparabile perdita subita.

Un portavoce di Disney ha dichiarato che l’azienda non può essere ritenuta responsabile per l’accaduto, poiché il Raglan Road Irish Pub and Restaurant non è di proprietà né gestito da Disney stessa.

Inoltre, Disney ha contestato la denuncia, affermando che i termini di utilizzo accettati da Piccolo includono una clausola di arbitrato vincolante. Secondo Disney, Piccolo non ha diritto di portare la causa in tribunale, ma deve ricorrere all’arbitrato, come previsto dai “Termini e condizioni” che aveva accettato per un mese di prova gratuito a Disney+.

Gli avvocati di Piccolo hanno rigettato la posizione di Disney, definendo irragionevole e ingiusto che i termini di un semplice account Disney+ possano impedire l’accesso a un processo con giuria in una questione così grave.

Hanno pertanto richiesto al tribunale di rifiutare l’arbitrato e consentire che la causa venga discussa in un’aula di tribunale, dove Piccolo possa cercare giustizia per la perdita della moglie.



(fonte: worldy.it)

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Cronaca

Milano, spara il fratello alla gamba durante una lite: 46enne in manette

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La Polizia di Milano ha eseguito un’ordinanza cautelare applicativa degli arresti domiciliari con adozione dei mezzi elettronici nei confronti di un cittadino italiano, 46 anni, accusato dei reati di lesioni personali gravi pluriaggravate e porto abusivo in luogo aperto al pubblico di arma comune da sparo. 

Era lo scorso 7 maggio quando l’uomo avrebbe estratto una pistola e ferito il fratello 32enne al culmine di una lite, avvenuta all’interno del cortile condominiale. Pertanto il ferito fu portato d’urgenza all’ospedale San Carlo di Milano, dove è stato ricoverato in codice rosso riscontrando la frattura del femore. L’uomo, difatti, è stato sottoposto a un intervento chirurgico ed è rimasto ricoverato per circa 40 giorni.

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Cronaca

Perù, bus di turisti si schianta durante un’escursione: ferite 30 persone

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Attimi di paura in Perù, dove stamane un autobus si è schiantato mentre scendeva dall’antica cittadella Inca di Machu Picchu. In particolare, sono rimasti gravemente feriti tredici italiani e altri turisti a bordo del mezzo.

Stando alle prime informazioni, l’autista avrebbe perso il controllo del veicolo precipitando dalla strada di montagna a zigzag, che collega il sito storico con la città turistica di Aguas Calientes, scivolando per circa 15 metri. In totale ci sono 30 turisti feriti. 

Ecco quanto riferito dalla Farnesina in una nota:

“L’ambasciata d’Italia a Lima, in stretto raccordo con la Farnesina, si è attivata per fornire la massima assistenza consolare ai connazionali ed è in contatto con i familiari”.

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Cronaca

Concorso in corruzione, la Procura chiede 4 anni e mezzo per il patron della Salernitana Iervolino

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Guai seri per il patron della Salernitana, Danilo Iervolino, accusato di corruzione in relazione ad un accordo per favorire la scissione di un patronato.

Contestualmente, il Pm di Napoli Henry John Woodcock ha chiesto cinque anni di reclusione per Francesco Cavallaro, segretario generale Cisal, e quattro anni e mezzo proprio per Danilo Iervolino. Chiesta invece l’assoluzione per l’avvocato Fimmanò.

Secondo l’accusa, nel 2019, in cambio del parere favorevole del ministero del Lavoro alla scissione del patronato Encal-Inpal, Cavallaro avrebbe ottenuto l’assunzione del figlio presso l’Università telematica Pegaso, allora di proprietà di Iervolino. Dalle indagini è peraltro risultata una serie di favori scambiati tra i due.

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