Cronaca

Carcere di Carinola, detenuto lancia olio bollente e bombolette spray sugli agenti

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Ennesima aggressione avvenuta in carcere, stavolta in quello casertano di Carinola, come denuncia il segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Ettore Natale:

“Ieri un detenuto italiano ha aggredito un ispettore, un sovrintendente e un assistente capo del Corpo. Precisamente, sabato pomeriggio, questo detenuto ha litigato con altri ristretti e da quel momento ha creato il panico per due giorni, lanciando olio bollente e bombolette del gas accese addosso ad altri, mettendo a rischio anche chi lavorava in Sezione. Dopo due giorni di pura confusione, finalmente si è deciso di portarlo in isolamento. All’atto del trasferimento in isolamento, lo stesso ha aggredito l’ispettore di sorveglianza prendendolo a pugni, poi ha preso per la gola un sovrintendente che si è riuscito a divincolare solo grazie alla presenza e all’aiuto di un altro collega”.

Poi, prosegue: “Ora ci aspettiamo un trasferimento immediato del violento. Gli agenti che lavorano a Carinola sono stanchi di subire continuamente aggressioni, sono stanchi di dover gestire un numero così alto di detenuti violenti con così poco personale. L’altro giorno abbiamo avuto un confronto abbastanza acceso con il Provveditore dove abbiamo spiegato tutte le nostre problematiche, ma l’unica risposta ricevuta è stata ‘non posso fare nulla’!!! Il personale si sente totalmente abbandonato da tutte le istituzioni!”.

Sulla questione è intervenuto anche il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, che ha così aggiunto:

“Il SAPPE esprime vicinanza e solidarietà ai colleghi feriti ed esprime il proprio compiacimento al Personale che ha operato, a riprova della professionalità e attaccamento al dovere delle donne ed uomini della Polizia Penitenziaria del carcere di Carinola, vero carcere di frontiera per le critiche condizioni operative e strutturali in cui versa”.

Poi, lo stesso Capece ricorda che “sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”.

“Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. Siamo noi a non poterne più di questa situazione di diffusa illegalità: siamo a noi a doverci chiedere dove è lo Stato!”.

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