Resta sintonizzato

Attualità

Accuse FdI su trasparenza Giffoni Festival, risponde Gubitosi: “Inaccettabili illazioni”

Pubblicato

il

“Illazioni scomposte che la mia persona, la mia storia e quello che sono stato capace di fare in oltre mezzo secolo di attività non meritano. Stanno provando a fare le pulci a me, a Giffoni, ma voglio rassicurarli: non troverete niente. Sui temi della legalità, della lealtà e della legittimità potrei tenere lezioni magistrali in tutte le università del mondo. D’altronde, i documenti sono in possesso del ministero della Cultura, quelli che attestano la totale trasparenza con la quale agiamo”.

Così Claudio Gubitosi, fondatore di Giffoni Film Festival, replica ai parlamentari di FdI Antonio Iannone e Domenico Matera, i quali chiedono “di verificare se tra le consulenze di Giffoni ci sono politici o parenti di politici e se le procedure, visto che si usano soldi pubblici, rispettino criteri di trasparenza”.

Gubitosi è impegnato da ieri in un sit in davanti al ministero della Cultura con l’obiettivo di incontrare il ministro Sangiuliano per discutere del taglio ai finanziamenti per lo storico festival dedicato alla cinematografia per ragazzi.
“Gli argomenti che state provando ad introdurre in questa vicenda, oltre ad essere miseri e intellettualmente disonesti, sono fuorvianti rispetto alla questione”, dice ancora il patron di Giffoni agli esponenti FdI: “Il ministro Sangiuliano ha la legittimazione per assumere tutte le scelte che ritiene, ma in questo caso ha sbagliato la tempistica perché ha cambiato le regole del gioco a sette giorni dall’inizio del nostro festival e questo non è accettabile”. “All’amico Antonio Iannone dico ancora che non sto fecendo alcuna piazzata – sostiene il fondatore di Giffoni -. Sto da solo ed in maniera assolutamente pacifica davanti al Mic per chiedere conto al ministro Sangiuliano di quello che è stato fatto ai danni di Giffoni. Ti voglio rassicurare sul fatto che non ci sono politici, né figli, né aggregati di politici tra quelli che voi amate chiamare consulenti e che per me sono, al contrario, preziosi collaboratori. Si tratta di giovani per il 90% provenienti da Giffoni Valle Piana o dall’area circostante, ragazzi che ho trattenuto qui perché sono bravi, sono talentuosi, 140 collaboratori fissi e agli oltre 250 contrattualizzati per mettere in moto la macchina del festival di luglio che è una macchina complessa. Pensate solo all’organizzazione di 5200 giurati, per buona parte minorenni.”

Infine Gubitosi ricorda: “Con il taglio il ministro ci ha omologato a tutti gli altri festival che però, e non vorrei sembrarti presuntuoso, insieme, non raggiungono nemmeno il 5% delle attività che durante l’anno noi portiamo avanti”.


(fonte: Ansa)

Continua a leggere
Pubblicità

Attualità

Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

Pubblicato

il

Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

Continua a leggere

Attualità

Istat: solo al sud Italia si continua ad andare in chiesa

Pubblicato

il

Chiese sempre più vuote in Italia: secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2022 è stato toccato il minimo storico con il 18,8 per cento delle persone che vanno a messa almeno una volta a settimana. Sono molto più numerosi, il 31%, coloro che lo scorso anno non hanno mai messo piede in chiesa, se non per un evento particolare, come battesimi, matrimoni o funerali. Il restante 50% degli italiani frequenta un luogo di culto in modo discontinuo o occasionale.

A livello territoriale è il Mezzogiorno l’area più “religiosa” del paese, con il 29,3% della popolazione che frequenta con regolarità le funzioni, il centro si attesta invece su valori del 22,6%, numeri simili al nord con il 22,7%.

Tra le regioni è la Calabria quella con il numero più alto di praticanti, il 32,3% della popolazione.
Dal lato opposto invece è la Valle d’Aosta il territorio che presenta i valori più bassi, 16,5%.

Interessante anche le differenze che si riscontrano a livello micro-territoriale, in particolare la popolazione che vive nelle periferie delle aree metropolitane frequenta mediamente il 3% in più rispetto alla popolazione che vive nel centro città.

Continua a leggere

Attualità

Istat, la Campania è la regione con la più bassa speranza di vita

Pubblicato

il

La Campania, nonostante un considerevole recupero, rimane la regione con la speranza di vita più bassa tanto tra gli uomini (79,7) quanto tra le donne (83,8).

E’ il dato che si ricava dagli indicatori demografici dell’Istat pubblicati oggi e relativi al 2024.

Nella graduatoria nazionale che fa segnare il minimo storico della fecondità, con 1,18 figli per donna, la Campania si piazza al terzo posto tra le regioni italiane. Il primato della fecondità più elevata continua a essere detenuto dal Trentino-Alto Adige, con un numero medio di figli per donna pari a 1,39 nel 2024, comunque in diminuzione rispetto al 2023 (1,43). Come lo scorso anno seguono Sicilia e Campania. Per la prima, il numero medio di figli per donna scende a 1,27 (contro 1,32 del 2023), mentre in Campania la fecondità passa da 1,29 a 1,26. 

La perdita di popolazione nel Mezzogiorno dovuta agli spostamenti tra i Comuni colpisce tutte le regioni dell’area, con intensità più marcata in Basilicata e Calabria dove si osservano i tassi migratori negativi più alti: rispettivamente -5,0 per mille e -4,6 per mille. Anche il Molise (-3,8 per mille) e la Campania (-3,3 per mille) mostrano un tasso migratorio negativo significativo, sebbene meno accentuato.
La Campania, infine, si distingue anche come la regione con la più alta quota di popolazione in età attiva (65,3%), seguita dal Lazio (64,2%) e dalla Lombardia (63,9).

Continua a leggere
Pubblicità
Pubblicità

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy