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Giustizia

Melito, scambio elettorale politico mafioso: assoluzione per l’ex sindaco Luciano Mottola

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L’imprenditore Emilio Rostan, padre dell’ex deputata Michela Rostan, è stato assolto dall’accusa di scambio elettorale politico mafioso, per il quale la Procura aveva chiesto 13 anni di reclusione.
Era difeso dai penalisti Alfredo Capuano e Umberto Del Basso De Caro ed era stato coinvolto sulla scorta di alcune intercettazioni condotte per quasi due anni con il sistema Trojan, che – alla luce del processo – non hanno offerto alcun riscontro all’ipotesi di accusa.

Un punto, quello delle intercettazioni, su cui la difesa ha sempre eccepito la inutilizzabilità.
E’ questo il verdetto del gup Fabio Lombardo, nel corso del processo sulle presunte corruzioni elettorali a Melito. Assolto anche il sindaco Luciano Mottola (difeso dal penalista Alfonso Quarto e dal cugino omonimo Luciano Mottola), che era finito in cella per alcuni mesi, fino all’intervento del Riesame (postumo rispetto al provvedimento di annullamento della Cassazione).

Ci sono state condanne al termine del verdetto di primo grado, Giuseppe Siviero è stato condannato a 10 anni, Francesco Siviero è stato condannato a 8 anni e 8 mesi, Francesco Della Gaggia, 8 anni e otto mesi, in quanto presunti esponenti del gruppo Amato-Pagano. Assolto Luigi Ruggiero, all’epoca consigliere comunale. Tutti i soggetti condannati potranno fare appello, mentre la Procura – lette le motivazioni – potrà valutare eventuali ricorsi. 


(fonte: ilmattino.it)

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Giustizia

Carceri, la proposta del Garante Ciambriello: “Servirebbe il numero chiuso”

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“Stamattina sono stato nel carcere di Poggioreale per effettuare dei colloqui con i ristretti, c’erano 2125 detenuti a fronte di una capienza reale di circa 1400 posti. Credo che da tempo in questo carcere non ci siano le condizioni di detenzione accettabili di spazio abitativo. Una buona notizia è che oggi il detenuto di quasi 93 anni è uscito per andare in detenzione domiciliare in una struttura adeguata”.

Lo dichiara il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello.

In Italia sono presenti circa 61000 detenuti, 15000 detenuti in più rispetto alla capienza reale. Ecco la proposta del Garante Ciambriello: “Credo che per ogni carcere, debba esistere un limite massimo assoluto per il numero di detenuti, al fine di garantire lo standard minimo in termini di spazio abitativo. Pertanto, ogni volta che un carcere ha raggiunto tale limite, le autorità competenti devono adottare misure appropriate per garantire che ad una persona, appena sottoposta a custodia cautelare o condannata ad una pena detentiva, siano offerte condizioni di detenzione accettabili non solo abitative, ma anche rispetto alla presenza di agenti di polizia penitenziaria, di personale per l’assistenza sociosanitaria e per l’offerta trattamentale. Su questo argomento è stato presentato anche una proposta di legge al Senato, solo così si costringere l’autorità giudiziaria e la politica a rispettare il dettato costituzionale.”.

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Giustizia

Caivano, rinviata udienza per gli stupri in attesa della consulta

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Rinvio al prossimo 9 dicembre per il processo in corso davanti al tribunale per i minorenni di Napoli che vede imputati quattro dei sette ragazzini coinvolti negli stupri ai danni delle due cuginette di Caivano.

Si tratta dei giovani che hanno mostrato chiari segni di ravvedimento e per i quali i rispettivi avvocati hanno chiesto al giudice di valutare l’istanza di accesso alla cosiddetta “messa alla prova”.
La decisione del Tribunale dei Minorenni partenopeo è stata adottata in attesa che la Corte Costituzionale si esprima sulla legittimità di alcune norme contenute nel decreto Caivano, eccezioni sollevate a Firenze.

Per quei fatti sono stati già condannati in primo grado due maggiorenni e tre minorenni, rispettivamente il 5 e il 12 luglio scorsi.

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Giustizia

Chiude il reparto dell’Ospedale del Mare per andare al party: medico condannato

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Un anno e un mese di reclusione con la condizionale e un risarcimento da stabilire in sede civile: è la condanna che il Tribunale di Napoli ha inflitto al Dottore Francesco Pignatelli, chirurgo cardiovascolare finito sotto processo a Napoli per aver chiuso il reparto dell’Ospedale del Mare di cui era appena diventato primario per un party, organizzato l’8 luglio 2018 proprio per festeggiare la sua nomina.
La sentenza è stata emessa lo scorso fine settimana dal giudice monocratico della settima sezione penale. Al processo si era costituita parte civile l’Asl Napoli 1 Centro.

Il dottore Pignatelli venne successivamente licenziato. A difenderlo in questo procedimento giudiziario sono stati l’avvocato e professore Alfonso Furgiuele insieme con l’avvocato Stefano Montone.

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