Resta sintonizzato

Caivano

CAIVANO. L’on. Borrelli presenta interrogazione parlamentare sui lavori poco chiari del Teatro “Caivano Arte”

Pubblicato

il

CAIVANO – Dopo la pubblicazione del video social del Direttore Mario Abenante (guarda qui), diffuso a mezzo social attraverso i canali della nostra emittente e dell’Associazione “Caivano Legalitaria” del Presidente Giuseppe Libertino, dove si denunciava lo spreco di denaro pubblico da parte della gestione del Commissario Straordinario di Governo Fabio Ciciliano e dove si puntualizzava la causa sconosciuta ai più che ha permesso di abbattere il teatro comunale “Caivano Arte”, il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Italiana Francesco Emilio Borrelli, come ogni deputato che si rispetti e che è attento alle vicende territoriali, ha deciso di vederci chiaro e di chiedere al Ministro competente delucidazioni sull’iter burocratico adottato e sull’emorragia di denaro che ha interessato il solo abbattimento del Teatro ex “Caivano Arte” presentando un’interrogazione parlamentare a risposta scritta in data 18 luglio 2024 (leggi qui).

Si seguito il testo della interrogazione a firma del deputato Francesco Emilio Borrelli: “Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che: con decisione di contrarre n. 11 del 13 febbraio 2024 il Commissario straordinario del Governo per il risanamento e la riqualificazione funzionali al territorio del comune di Caivano dispone un piano di indagini propedeutiche alle attività di riqualificazione e realizzazione del Nuovo Polo della Cultura nel sedime dell’ex auditorium di Viale Necropoli; l’immobile del Caivano Arte, in disuso da tempo, era stato privato di infissi, cablature, sistemi di protezione e di sorveglianza e interi impianti tecnologici. Dunque era da ristrutturare così come da piano straordinario del commissario redatto in funzione del cosiddetto Decreto Caivano del 15 settembre 2023; con decisione di contrarre n. 4 del 1° dicembre 2023 il commissario dispone l’affidamento diretto dei servizi di ingegneria e architettura finalizzati alla redazione dei necessari studi preliminari ed analisi costi-benefici per gli interventi urgenti di bonifica, risanamento, ripristino, completamento, adeguamento, riqualificazione dell’Auditorium ad uno studio di ingegneria per una somma di 61.779,64 euro I.V.A. compresa; inizialmente l’intenzione era quella di ristrutturare il teatro, ma, come si legge nella decisione a contrarre n. 4, «durante l’esecuzione delle opere di bonifica è stata messa in evidenza una copiosa perdita di acqua persistente da diverso tempo, infiltrante le strutture del manufatto, risolta dal Genio militare che ha anche provveduto a drenare l’acqua dispersa nelle sottostrutture mediante l’impiego di pompe idrovore e che, quindi, non possano escludersi ulteriori danni all’edificio»; risulta all’interrogante che questa copiosa perdita d’acqua non è mai stata segnalata in precedenza, né tanto meno il Commissario o il Genio Civile hanno mai reso edotta la cittadinanza di questo problema; con decisione a contrarre n. 16 del 5 aprile 2024 si decide di affidare, sempre in maniera diretta e con urgenza, un servizio di ingegneria per l’acquisizione della relazione geologica relativa all’area di sedime dell’ex Teatro per una cifra di euro 17.378,84 I.V.A. compresa; nella decisione a contrarre del Commissario del 7 maggio 2024, dove si affidano sempre in maniera diretta e urgente per una cifra di euro 782.092,40 all’impresa Ecorif S.r.l. il servizio di demolizione dell’ex auditorium e conferimento a discarica dei rifiuti propedeutico alla realizzazione del Nuovo Polo della Cultura, si legge che: «dall’analisi costi-benefici qualitativa, relativa alla valutazione concernente il mantenimento e la riqualificazione della preesistente struttura, è emerso che l’attuale edificio che ospitava l’ex teatro Caivano arte, presenta … un degrado repentino e profondo ed essendo peraltro i pochi impianti tecnologici superstiti, comunque, non più a norma, risulta essere inservibile per l’utilizzo originariamente previsto.», il 15 maggio 2024 si affida il servizio di Ingegneria per l’acquisizione del progetto di fattibilità tecnico economica del Nuovo Polo della Cultura di nuovo allo Studio di Ingegneria alla cifra di euro 677.042,05 I.V.A. compresa; se a tutto questo si aggiungono euro 34.160,00 per la fornitura di un nebulizzatore per il controllo e l’abbattimento delle polveri ed euro 104.615,00 per l’affidamento diretto del servizio di ingegneria per l’effettuazione delle prove di carico sui pali di fondazione nonché di altre indagini strutturali necessarie alla redazione del progetto esecutivo del Nuovo Polo della Cultura, si arriva ad un totale di euro 1.703.278,54, per cui restano euro 1.416.267,86 per la nuova costruzione –: se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non ritenga utile approfondire il fatto che si spendono più soldi per analisi, indagini e abbattimento che per la costruzione del nuovo immobile”.

Caivano

Anche a Caivano abbiamo i nostri Sangiuliano, sperando che preti, politici e frodatori non si innamorino anche di loro.

Pubblicato

il

CAIVANO – L’argomento del momento è la relazione sentimentale che è intercorsa tra il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la sua collaboratrice Maria Rosaria Boccia e a me non può venir meno il pensiero alla sua visita recente fatta a Caivano, dove preti, politici locali e imprenditori frodatori non hanno lesinato inchini e salamelecchi.

Così come il mio primo pensiero va a mio padre, una persona intelligente con la sfortuna di essere nato in un’epoca che non gli ha permesso di studiare, se no oltre alla sua saggezza, quante cose avrei potuto attingere di più da lui. Uno degli insegnamenti di vita che mi ha dato e che vorrei proporre a tutti i caivanesi è: “Fattell cu chi è meglio ‘e te e fance ‘e spese!”, ossia frequante chi è migliore di te al costo di mantenere quell’amicizia anche dal punto di vista economico.

A Caivano questo aforisma non l’ha mai messo in pratica nessuno. Si sono innamorati subito di personaggi ambigui, opportunisti e menzogneri. Hanno creduto come da bambini alla favola di Pinocchio, da adulti al risanamento del territorio promesso dalla Meloni. A distanza di tempo non solo abbiamo scoperto, come largamente anticipato dal sottoscritto, che la Meloni ha solo sottratto un bene alla comunità per vendersi agli occhi del mondo l’immagine della Premier mecenate ma ha anche lasciato il territorio alla mercè della criminalità, forse più di prima: vedi stesa silente al Parco Verde, la ricostituzione di un nuovo gruppo criminale che continua a gestire estorsioni sul territorio e la mancata presenza del padrone di casa – Comune di Caivano nelle persone della terna commissariale prefettizia – all’evento della chiusura estiva del Delphinia, con l’aggiunta dell’assenza costante dagli uffici del Commissario Straordinario di Governo del buon Fabio Ciciliano da quando è stato nominato Capo della Protezione Civile.

Tornando al Ministro della Cultura, i caivanesi non hanno capito che un’istituzione non può permettersi una condotta morale discutibile e se andiamo indietro nel tempo, possiamo scorgere che tali inconvenienti si registrano sempre tra i partiti di centro destra. Il cavaliere su questo, col suo bunga bunga, ha fatto scuola. Con questo non voglio dire nel centrosinistra non esistono tradimenti e/o altri vizi, solo che forse li sanno nascondere meglio, chissà.

Anche a Caivano abbiamo i nostri Sangiuliano. Solo che forse, dato anche il momento non idoneo più che alimentare i loro sogni di gloria, preferiscono restare nelle retrovie per la paura di essere linciati.

Ad esempio abbiamo due aspiranti candidati a sindaco che fregandosi del fallimento della vecchia classe dirigente caivanese e di conseguenza anche della loro disfatta, continuano a perpetrare, di nascosto, vecchie abitudini anche quelle simili al Ministro Sangiuliano, addirittura si vocifera che uno di questi, laddove fallisse il suo tentativo, abbia promesso alla sua amante di farle fare la Sindaca a Caivano, mentre un altro, nella sua immagine pulita di uomo colto con tanto di famiglia del Mulino Bianco al seguito, nasconde a quelli che dovranno essere i suoi elettori, la sua omosessualità con tanto di relazione extraconiugale stabile.

In più di tremila editoriali redatti non sono mai trasceso nella vita personale dei personaggi politici dei quali, al contrario, mi sono sempre soffermato sulla loro condotta politica e tengo a ribadire che ognuno di noi, con la sua vita può giocare come vuole, così come può esprimere liberamente la propria sessualità ma ricoprire un ruolo istituzionale richiede altro. Bisogna, prima di tutto essere onesti col popolo che si è decisi di rappresentare e avere, come pre requisito, nel nome di una responsabilità politico-istituzionale, una condotta eticamente giusta.

Per questo i caivanesi non dovranno ripetere lo stesso errore di credere a dei delegati opportunisti, immorali e superficiali ma pretendere un rinnovamento sano della classe dirigente, perché il momento è quello buono e i fatti di cronaca consumati sul territorio con il secondo scioglimento degli organi elettivi per ingerenze criminali lo recriminano e contestualmente devono rivendicare, in netta controtendenza col pensiero lecchinario dei profeti salvatori della patria e dei frodatori fiscali finora registrati sul territorio, una rappresentanza politica degna della loro storia e del loro nome, eticamente integerrima, intellettualmente preparata, competente e visionaria.

Continua a leggere

Caivano

CAIVANO. Il polo universitario nell’Ex ICIF sarà per sempre una università illegittima grazie alle deroghe del Governo Meloni

Pubblicato

il

CAIVANO – Con il finto risanamento del territorio caivanese non si finisce mai di stupire. Ho dovuto già largamente illustrare come i cittadini caivanesi non hanno minimamente percepito i 54 milioni pubblicizzati dal Governo Meloni dedicati al comune gialloverde. Ho già ampiamente trattato il tema Delphinia e i suoi 13 milioni di euro fantasma e grazie anche al supporto dell’On. Francesco Emilio Borrelli con la sua interrogazione parlamentare, abbiamo denunciato lo spreco di denaro pubblico avvenuto sulla sola parte progettuale del nuovo teatro “Caivano Arte”, per non parlare dei circa 5 milioni di euro “regalati” al Comune di Afragola e Frattamaggiore e dei 3,2 milioni investiti per la riqualificazione della chiesa adiacente al Tribunale Napoli Nord di Aversa.

Oggi, scopriamo un’altra decisione da parte del Commissario Ciciliano che se solo l’avesse pensata un Amministratore comunale qualsiasi, minimo sarebbe stato linciato dalla magistratura, dalla folla e dai giornali, ma, siccome al neo capo della Protezione Civile è tutto dovuto, si può permettere anche di far acquisire a patrimonio comunale, con la complicità della terna commissariale prefettizia, edifici che mettono in serio pericolo di salute i cittadini e che, in realtà, non potrebbero neanche godere di un’adeguata dichiarazione di agibilità, data l’annosa mancata bonifica della falda acquifera che da anni caratterizza quegli edifici, tra l’altro, argomento già trattato dalla testata di cui mi fregio esserne il direttore responsabile (leggi qui).

Stiamo parlando dei cinque milioni di euro messi a disposizione dal Commissario Straordinario per progetti finalizzati alla costruzione o rigenerazione di edifici e spazi nell’area del Comune di Caivano da destinare ad attività educative e formative, realizzati dalle istituzioni universitarie, di cui 3,2 milioni di euro dovranno servire per il polo universitario che dovrà essere ubicato nei locali sulla S.S. Sannitica, una volta di proprietà della ex ICIF immobiliare srl e per i quali assistemmo alla passerella da parte del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini che a maggio scorso firmò un protocollo di intesa con il quale il Comune mise a disposizione i locali che verranno adeguati per accogliere al più presto quattro nuovi corsi di laurea.

E qui i dubbi nascono come i funghi. Con quale potere la terna commissariale prefettizia ha potuto mettere a disposizione tali locali? Ovvero, con quale potere ha potuto acquisire a bene patrimoniale quei locali se dall’ultimo verbale della Conferenza dei Servizi redatto dall’Unità operativa dirigenziale della Regione Campania – Autorizzazioni ambientali e rifiuti, quei locali risultano essere privi di avvenuta bonifica delle falde acquifere?

Per tali problemi c’è stata anche una divergenza giudiziaria tra coloro che la Regione riteneva colpevoli e indampienti e l’ente di Santa Lucia stesso, dove il TAR ha riconosciuto il fatto che mancano prove inconfutabili sulla colpevolezza dell’inquinamento da parte degli attuali proprietari degli immobili (Ex ICIF Immobiliare srl di Antonio Mennillo, Gestimm srl di Giuseppe Aprovitola e ICIF Costruzioni srl di Pietro Magri) ma è pur vero che all’indomani della sentenza del Tribunale Amministrativo che annullava il provvedimento della Regione Campania fatti salvi gli ulteriori provvedimenti della stessa Amministrazione, i proprietari degli immobili non hanno fornito successive documentazioni attestanti le motivazioni per le quali si ritenessero non colpevoli dell’inquinamento delle falde acquifere prodotto dalla produzione di calce, anche se la stessa produzione sia stata cessata da oltre un trentennio.

Ora, non tocca a noi, stabilire chi è colpevole dell’inquinamento e a chi spetterebbe la bonifica delle falde acquifere. Un dato è certo! La bonifica a quel terreno andava fatta e non è stata eseguita e contestualmente, in assenza della stessa, si è messo e si sta mettendo a repentaglio la salute dei cittadini così come ebbe a puntualizzare l’ex Sindaco Enzo Falco nella missiva indirizzata al suo Responsabile Urbanistica e come ebbe modo di esternare nell’ultima Conferenza dei servizi quando spiegò le motivazioni del suo rifiuto a prendere in consegna gli edifici derivanti dalla lottizzazione dell’ex ICIF.

Allora la domanda di un semplice cronista, osservatore del territorio, nasce spontanea: se quegli appartamenti nuovi di zecca, così come già scritto in passato,rappresentano un serio pericolo di salute per chi li abita nonché una natura illegittima basata su permessi di costruire che non potevano essere rilasciati poiché manchevoli di autorizzazione da parte dell’ottava unità operativa della Regione Campania, e gli edifici antistanti dedicati ai quattro corsi universitari presentano gli stessi problemi, con quali autorizzazioni il Governo Meloni, il Commissario Ciciliano e la terna commissariale prefettizia hanno potuto realizzare il polo universitario a Caivano? Ai posteri l’ardua sentenza.

Continua a leggere

Caivano

Il risanamento Meloni distrazione per trasformare Caivano in città di stoccaggio rifiuti con la complicità degli ambientalisti.

Pubblicato

il

CAIVANO“Ecco, la musica è finita. Gli amici se ne vanno. E tu mi lasci solo più di prima”. Recitava così un famoso brano del compianto cantautore Franco Califano e sono versi questi, che si sposano perfettamente con l’attuale situazione caivanese.

Passate le elezioni europee, spenti i riflettori e le telecamere della campagna elettorale a Caivano col governo Meloni che ha piazzato qui gente, che seppur professionisti e professionali, ahimé, non conoscendo bene il territorio, non avendo avuto tempo per conoscerlo o non avendo voluto conoscerlo, hanno creato solo caos e disservizi più di prima.

Lo stesso caos in cui è finito il governo attuale con la voglia spasmodica di far passare la legge sull’Autonomia Differenziata. Una legge che piace solo alla Lega, che si fa piacere a Fratelli d’Italia e che mal digerisce Forza Italia.

Ma a rompere le uova nel paniere, oltre alle opposizioni che con molto successo, grazie alla spinta delle regioni meridionali, hanno già raggiunto il traguardo delle 500mila firme utili all’indizione di un referendum per abrogare tale legge, ci si mette anche la CEI (Conferenza episcopale italiana) che nella persona di Francesco Savino ha manifestato tutta la contrarietà dei vescovi italiani alla riforma sull’Autonomia differenziata: “una legge che divide il Paese e rischia di rendere ancora più «povero e spopolato» il Mezzogiorno”. Un attacco, quello della Cei, che arriva dopo mesi di malumori contro il governo sui temi sociali: dall’immigrazione, all’abolizione del reddito di cittadinanza, alla minore attenzione alle fasce deboli del Paese.

Dal canto suo Fratelli d’Italia, attraverso alcuni portavoce del partito, fa trapelare tutto il suo “stupore” per la posizione presa dalla Chiesa, demandando, contestualmente, l’ordine di scuderia di non replicare per non alzare i toni della discussione, sperando che la notizia passi in subordine, e che presto sui giornali si parli d’altro.

Gia alcuni giorni fa, sull’argomento si espresse anche l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia definendo la riforma sull’Autonomia differenziata: “un progetto politico perverso”.

A Caivano come al solito le cose non vengono comprese come si deve e come sempre c’è qualcuno che vorrebbe far passare un messaggio fuorviante della realtà per alimentare i propri interessi.

A differenza di tutto l’ambiente ecclesiastico, nel comune gialloverde c’è un prete che fino a ieri, in pieno stile politico, ha seguito, con la sua comunicazione, il passo della propaganda meloniana sul territorio, senza disdegnare elogi e complimenti, mettendo bocca su tutto, persino sulla polemica nata con l’incontro di boxe tra Angela Carini e Imane Khelif alle ultime olimpiadi. Oggi stranamente sul tema Autonomia differenziata non si è espresso.

Un prete diviso a metà. Da un lato la passione per la politica come la coltivano la maggior parte dei comuni mortali appartenenti al mondo materiale e dall’altro lato la vocazione verso un dio fatto di amore, giustizia ed equità. Il prete di Caivano, non sa cosa scegliere e nel dubbio resta in silenzio.

Ci farebbe enormemente piacere, invece, sapere cosa ne pensa in proposito. Se è d’accordo con l’amica Premier – la stessa che finora a Caivano ha dato modo di far spendere al governo 54 milioni di euro, tutti finiti nelle tasche degli amici romani e degli amici degli amici di Rome, e di certo nessun euro speso è servito a ravvivare l’economia caivanese né con questi soldi ha creato redditività per qualche caivanese – o con i suoi superiori, che senza coltivare interessi personali, preferiscono uscire fuori da alleanze storiche con la destra nazionale per difendere i più deboli e chi è rimasto indietro!?

Forse per questo, oggi su questi territori, si tenta di tornare alle origini, rispolverando un vecchio tema, sempre legato al mondo delle emergenze, delle bonifiche e delle somme urgenti, della Terra dei Fuochi. Un argomento dove anche qui, come al Parco Verde, manca la volontà politica di risolvere il problema. Un problema che come detto e ridetto, va risolto a monte con il contrasto al lavoro nero e a quello del parallelo e non a valle con la repressione ai roghi tossici, beccando qua e la, ogni tanto, un manutengolo della camorra o un rom che occupa l’ultimo tassello della filiera criminale del ciclo dei rifiuti.

E mentre tutti, in questi anni, hanno guardato al dito mentre il sottoscritto e tanti come lui, indicava la luna, il progetto di desertificare i campi agricoli caivanesi per permettere alle aziende del nord di installare, negli stessi terreni, impianti di stoccaggio rifiuti, trasformando la cittadina gialloverde da città a vocazione agricola a pattumiera d’Italia, con l’aiuto di qualche personaggio ambientalista funzionale alla causa, si sta via via concludendo.

Nel baillame del finto risanamento del territorio, legato ai finti stupri – perché trattasi di abusi sessuali su minorenni – avvenuti nella finta location del Delphinia, a novembre 2023 in località omo morto, ai confini col Comune di Acerra, sono partiti i lavori del progetto Biotech, da parte dell’Edison Next ramo del gruppo Edison, per la costruzione di un impianto di produzione biogas metano derivante dal trattamento di Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano e da sfalci di potatura. I rifiuti, che proverranno dai comuni limitrofi della provincia di Napoli, saranno sottoposti a un processo di digestione anaerobica per essere trasformati in due nuove materie prime: biometano e compost di qualità, da usare per il giardinaggio e in agricoltura.

L’impianto che vedrà la luce entro la fine del 2025 è dimensionato per trattare 80mila tonnellate di rifiuti all’anno utili ad avere una produzione a regime di circa 1.000 standard metri cubi ora di biometano. Il gas verde prodotto verrà immesso per la maggior parte nella rete Snam e sarà destinato alla decarbonizzazione del settore dei trasporti.

Se a questo aggiungiamo che la Biotech srl, presto in località cinquevie, realizzerà un sito di compostaggio, dato che l’opposizione del Comune di Caivano fatta in epoca Amministrazione Enzo Falco, molto probabilmente sarà respinta, così come è stata respinta quella fatta dal Commissario Mone per l’impianto sopra citato, e considerando che sul territorio già insiste uno Stir e un biodigestore anareobico, sito di stoccaggio rifiuti, aziende per il trattamento di carcasse animali, senza contare un termovalorizzatore a pochi passi, possiamo pensare, senza tema di smentita che far diventare Caivano terra di stoccaggio dei rifiuti è un progetto che parte da lontano, da molto lontano.

Ad avvalorare la tesi di un umile editorialista come me è soprattutto il silenzio dei tanti ambientalisti che mentre si shakerano come un Mojito preparato dal miglior barman su una spiaggia tropicale al grido di “ci state ammazzando tutti” riferendosi al fenomeno dei roghi tossici, nessuno di essi mette bocca sull’installazione di enormi impianti di stoccaggio rifiuti che oltre a deturpare l’ambiente con questi grossi mostri di ferro, nella distrazione di tutti, specialmente di notte, sono anche soliti spegnere qualche depuratore, facendoci inalare i lezzi emanati dal frutto del loro lavoro e vendendoceli come profumo di pasticceria.

Ovviamente, inutile stare qui a ribadire che in tutto questo, quei personaggi politici sul territorio che si stracciavano le vesti subito dopo gli arresti di ottobre scorso, vendendosi come i puritani e che oggi non parlano, perché conoscono bene il loro fallimento per essere stati silenti, ignavi e omertosi su cose ben risapute, continuano a stare in silenzio su temi importanti come questi, perché allineati e coperti al Sistema come sempre e da sempre, nel mentre però, sottobanco, tentano di dare risposte all’elettorato, nelle uniche modalità conosciute, alimentando il concetto di clientela politica, basando il loro attivismo sul principio di metamorfosi diritto-favore, dimostrando, ancora una volta, che dall’ennesimo scioglimento per ingerenze criminali, non hanno imparato perfettamente nulla. E che matita ce ne liberi presto.

Continua a leggere

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy