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Scienza

Il confine tra veglia e sonno nel cervello è più labile del previsto

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Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience e condotto dall’Università della California a Santa Cruz e dalla Washington University a Saint Louis, il confine tra veglia e sonno nel cervello potrebbe essere più sfumato del previsto.

Infatti singoli neuroni possono indulgere in micro-pisolini della durata di pochi millisecondi, anche quando il resto del cervello è sveglio. I ricercatori hanno osservato il cervello dei topi grazie ad elettrodi impiantati in 10 regioni diverse, scoprendo microscopici sfarfallii nell’attività dei neuroni della durata variabile da 10 a 100 millisecondi, e la stessa cosa potrebbe avvenire nel cervello umano.

In particolare, gli scienziati hanno studiato nove topi per cercare di capire se la distinzione tra veglia e sonno fosse più labile di quanto ipotizzato finora. Analizzando i dati raccolti con un metodo basato sull’Intelligenza Artificiale, gli autori dello studio sono riusciti a identificare i micro-sonnellini dei neuroni e hanno anche osservato che questi brevissimi blackout coincidevano con quelle frazioni di secondo in cui gli animali smettevano di muoversi.

Ecco il commento del ricercatore Aidan Schneider della Washington University:

“Abbiamo potuto osservare i singoli istanti in cui questi neuroni si riattivavano, ed era abbastanza chiaro che stessero passando ad uno stato diverso da quello in cui si trovavano subito prima”.

Attualità

Promosso per lo spazio il primo astronauta disabile al mondo

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È stato promosso il primo astronauta europeo disabile: l’inglese John McFall, che indossa una protesi per la gamba destra dopo averla persa a 19 anni in seguito ad un incidente in moto.

McFall fa parte della nuova classe di 12 astronauti selezionati dall’Agenzia Spaziale Europea nel 2022, che comprende anche gli italiani Anthea Comellini e Andrea Patassa, e da allora ha preso parte ad un lungo studio di fattibilità per identificare gli eventuali problemi che avrebbero potuto ostacolare le sue attività nello spazio: adesso, un comitato medico internazionale ha ufficialmente certificato che l’astronauta britannico potrà partecipare a missioni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

(fonte: Ansa)

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Attualità

Un asteroide potrebbe colpire in pieno la Terra nel 2032

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Un asteroide potrebbe colpire la Terra. E la percentuale che questo evento si verifichi è pari all’1,2 per cento. Sale l’attenzione internazionale nei confronti dell’asteroide 2024 YR4, che potrebbe impattare sul nostro pianeta il 22 dicembre 2032.

Il tema sarà affrontato la prossima settimana a Vienna nella riunione dello Space Mission Planning Advisory Group dell’Onu, per valutare le possibili azioni da intraprendere per affrontarel’eventuale rischio. Lo rende noto l’agenzia spaziale europea che presiede il gruppo e che in queste ore sta monitorando attentamente l’asteroide con il suo Ufficio di difesa planetaria.

Sebbene l’1,2% di probabilità di impatto possa sembrare tutto sommato accettabile, in realtà siamo innanzi a un rischio enorme rispetto a quello rappresentato dalla moltitudine di corpi celesti che viaggia nei pressi del nostro Pianeta. Non a caso, ad oggi, è l’asteroide che ha il rischio più elevato di colpire la Terra sulla base della scala di Torino, uno strumento usato dall’Unione Astronomica Internazionale (UAI) per classificare potenziali eventi di collisione contro il nostro pianeta.

Attualmente il sasso cosmico, grande tra 40 e i 100 metri, si sta allontanando dalla Terra quasi in linea retta, rendendo difficile determinare con precisione la sua orbita. Nei prossimi mesi inizieremo quindi a perderlo di vista, ma tornerà vicino alla Terra nel 2028.

Il suo è “un incontro ravvicinato che merita l’attenzione degli astronomi e del pubblico”, sottolinea l’Esa. Se la probabilità di impatto rimarrà al di sopra della soglia dell’1%, lo Space Mission Planning Advisory Group fornirà raccomandazioni all’Onu e inizierà a valutare “le diverse opzioni per una risposta al potenziale pericolo”, precisa l’Esa.

Per rendersi conto del pericolo di cui stiamo parlando, è stato stimato che un oggetto di un centinaio di metri sarebbe in grado di radere al suolo l’intera città di New York in pochi istanti, uccidendo milioni di persone. L’energia sprigionata sarebbe equivalente alla detonazione simultanea di centinaia di bombe atomiche.


(fonte: thegap_media)

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Attualità

Scoperto un antico vulcano sommerso al largo dei Campi Flegrei

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Al largo dei Campi Flegrei e dell’Isola di Ischia giace un antico vulcano sommerso rimasto finora sconosciuto, insieme a un’enorme frana sottomarina che si estende per decine di chilometri e che potrebbe aver generato uno tsunami.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Geomorphology, si deve ad un gruppo di ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dell’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che hanno svelato queste strutture geologiche sommerse grazie al rilevamento di anomalie magnetiche nel corso di sondaggi aerei e navali.

“Uno dei risultati principali del nostro studio è senza dubbio l’identificazione, sulla base dell’analisi morfologica del fondale e delle anomalie magnetiche, di una caldera di grandi dimensioni mai descritta prima”, commenta Riccardo De Ritis dell’Ingv, primo autore dell’articolo.

La caldera è la conca che si forma dopo lo sprofondamento della camera magmatica di un vulcano in seguito a un’imponente eruzione. “Questa scoperta potrebbe rivelarsi importante – aggiunge De Ritis – per la comprensione della storia evolutiva e dell’attività vulcanica dei Campi Flegrei e dell’Isola di Ischia”.

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