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Scienza

“Quando c’era LUCA”: l’antenato di tutti gli esseri viventi ha 4,2 miliardi di anni

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L’ultimo antenato comune a tutti gli organismi viventi abitava già la Terra 4,2 miliardi di anni fa. Chiamato affettuosamente Luca, ‘Last Universal Common Ancestor’, era probabilmente simile agli attuali batteri e possedeva già un sistema immunitario per difendersi dagli attacchi dei primi virus.

Lo afferma lo studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution e guidato dall’Università britannica di Bristol, che dimostra come la vita fiorisse già dopo soli 400 milioni di anni dalla nascita del nostro pianeta e del Sistema Solare.

I ricercatori guidati da Edmund Moody hanno confrontato tutti i geni presenti nel Dna delle specie viventi, contando le mutazioni che si sono accumulate nel tempo dall’ultimo antenato condiviso. Utilizzando un equivalente ‘genetico’ dell’equazione usata per calcolare la velocità in fisica, sono così potuti risalire indietro fino a 4,2 miliardi di anni fa, l’età di Luca: “Non ci aspettavamo che Luca fosse così vecchio – commenta Sandra Álvarez-Carretero, co-autrice dello studio – ma i nostri risultati si adattano alla visione moderna sull’abitabilità della Terra primordiale”.

I risultati indicano che si trattava di un organismo complesso simile agli attuali procarioti, microrganismi unicellulari che comprendono i batteri, e che non era solo.
“È chiaro che Luca stava già sfruttando e modificando l’ambiente in cui viveva, ma è improbabile che fosse solo”, afferma Tim Lenton dell’Università di Exeter, tra gli autori dello studio: “I suoi rifiuti sarebbero stati cibo per altri microbi, come i metanogeni (batteri che usano l’idrogeno come fonte di energia e vivono solo in assenza di ossigeno), che avrebbero contribuito a creare un ecosistema”.


(fonte: Ansa)

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Attualità

Forum Napoli, intelligenza artificiale nuova frontiera della biologia

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La relazione di Mario Plebani, docente emerito di biochimica clinica e biologia molecolare presso l’Università di Padova, ha chiuso i lavori del convegno promosso dalla Federazione Nazionale dell’Ordine dei Biologi dal titolo “Il laboratorio del futuro-tecniche ed innovazioni” che si è svolto il 23 e 24 ottobre alla Mostra d’Oltremare.

Il tema è stato l’evoluzione della figura del biologo e dei laboratori che nel 2024 riescono a offrire maggiori risposte nel campo della diagnostica, della prevenzione di malattie come il cancro, e della ricerca.

Ad aprire i lavori del convegno Vincenzo D’Anna, presidente Fnob.
L’evento organizzato dalla biologa Antonietta Foggiano si è articolato in varie sessioni della laboratoristica: genetica, microbiologia, patologia, gestione della patologia, sistemi di qualità. Una sessione è stata dedicata alla virologia, alla microbiologia e in particolare ai microorganismi farmaco resistenti. Nella prima giornata si è discusso tra gli altri dei poct, i dispositivi di autoanalisi.
Nella giornata conclusiva protagonista il dna, in particolare si è parlato di genetica ed epigenetica, la scienza che si occupa dello studio di tutte quelle modificazioni ereditabili che portano a variazioni dell’espressione genica senza però alterare la sequenza del dna.
Tema centrale del convegno l’ Intelligenza Artificiale, il cui impiego ha già segnato la svolta nelle varie branche della medicina e della biologia.
 Tra i relatori Antonio Novelli, direttore Uoc Lab di genetica medica presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma, Mariarosaria Capobianchi docente Unicamillus di Roma, Marcello Meledandri, direttore del dipartimento dei Laboratori Asl Roma 1, Pierangelo Clerici, presidente Fismelab.


(fonte: Ansa)

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Scienza

Oceano Pacifico, scoperto un nuovo ecosistema nei fondali

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Vermi giganti e molluschi finora sconosciuti: sono alcune delle incredibili creature scoperte per la prima volta nel sottosuolo delle sorgenti idrotermali dell’Oceano Pacifico, a 2500 metri di profondità. 
La scoperta fatta da una spedizione oceanografica dell’Istituto americano Schimdt e pubblicata sulla rivista Nature Communications è destinata a cambiare quanto conosciamo di questi straordinari ecosistemi degli abissi ancora in larga parte sconosciuti che dovrebbero essere protetti.

Si tratta di ambienti unici che potrebbero essere state le culle delle prime forme di vita del nostro pianeta e che varie missioni in questi anni hanno aiutato a conoscere meglio, ma solo nella parte più superficiale. 

Sfruttando ora i robot sottomarini usati per studiare da vicino fonti di acqua molto calda che si trovano 2500 sotto la superficie del mare e il vascello Falkor i ricercatori sono riusciti per la prima volta a studiare quel che esiste sotto la superficie delle sorgenti idrotermali. Così, hanno scoperto la presenza di molti animali, come i cosiddetti vermi tubo giganti e varie tipologie di lumache. Un mondo finora sconosciuto che dimostra la grande complessità di questi ecosistemi di cui neppure conosciamo ancora l’estensione.

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Attualità

AstroLuca Parmitano: “L’esplorazione della Luna diventa realtà”

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Il sogno dell’esplorazione lunare “si sta concretizzando sotto i nostri occhi”: lo dice l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea Luca Parmitano, in occasione del 75esimo Congresso internazionale di astronautica (Iac 2024) di Milano.

“Lo si vede anche dall’atmosfera di festa che si respira qui in questi giorni: c’è tantissimo entusiasmo soprattutto da parte dei giovani, intesi sia come studenti sia come imprenditori di startup”, osserva Parmitano. “Proprio grazie alla collaborazione tra agenzie spaziali e privati – prosegue – stiamo andando nella giusta direzione: fino a una decina di anni fa avrei avuto dei dubbi, ma oggi noto che si è creata una buona sinergia tra pubblico e privato“.

In Italia, negli stabilimenti torinesi di Thales Alenia Space è già possibile vedere e toccare con mano Halo, il primo dei moduli della futura stazione spaziale lunare Gateway. “E’ già in costruzione anche il secondo modulo I-Hab, che è il contributo europeo a Gateway”, dice ancora Parmitano.
Nei mesi scorsi l’astronauta ha partecipato ai primi test per studiare e migliorare la vita dell’equipaggio al suo interno.
Sempre con lo sguardo rivolto alla Luna, AstroLuca contribuirà anche allo sviluppo di Argonaut, un lander dell’Esa destinato al trasporto merci nell’ambito del programma Artemis. 


(fonte: Ansa)

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