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CAIVANO. Probabile sacco urbanistico della città. Oltre tutto c’è bisogno ancora di mantenere alta l’attenzione sul Settore Urbanistica.

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CAIVANO – Oggi ho da raccontare una bella storia fatta di intrighi, stranezze, speculazioni e lobby di potere. La dolce storiella che potrebbe fungere da contraltare alla situazione criminale che il territorio gialloverde sta vivendo, merita comunque altrettanta attenzione mediatica poiché se non si configurano reati, potrebbero comunque verificarsi situazioni poco etiche volte al sacco urbanistico della città. Ma veniamo ai fatti.

Nel lontano 2003 quando a Sindaco di Caivano c’era l’Ing. Mimmo Semplice e a Sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino, una ditta denominata “Il Clanio srl” richiede la locazione di un terreno sito in via Rosselli – di fronte all’ex Hotel Tricolore per intenderci – al Comune di Napoli poiché quest’ultimo risulta essere proprietario dell’immobile.

Premesso che tale ditta presenta come oggetto sociale primario l’acquisto, la gestione, la costruzione e la vendita di immobili di ogni tipo e specie, compresi gli immobili a vocazione agricola, pone nella richiesta fatta al Comune di Napoli lo scopo di creare e realizzare su quel terreno un agriturismo Beauty Farm, sul modello delle splendide Maison de campaigne francesi. Pensate come immaginavano Caivano all’epoca questi facoltosi imprenditori e che idee mecenatiche avessero, ma torniamo ai fatti.

Nella richiesta sopra citata la ditta richiedente tiene a precisare che la stessa è formata al 100% da familiari di due noti imprenditori di Caivano – poi sveleremo di chi stiamo parlando – uno attivo nel servizio farmaceutico, il quale doveva attestare le competenze dell’annessa coltivazione biologica di piante officinali all’agriturismo e l’altro attivo nel settore delle costruzioni edili che dovesse attestare la genuinità oltre che le facoltà economiche della proposta legate alla fattibilità della costruzione del bene con relativo impegno di accollarsi oneri di recupero dell’area.

Col senno di poi, dato che in quell’area non è mai sorto un bel niente, leggendo la chiosa di quella richiesta viene da ridere, perché la ditta sopra citata termina la sua missiva scrivendo: “La Società il Clanio si impegna ad avviare il programma di investimento entro 120 giorni dalla effettiva presa di possesso del terreno”.

La presa di possesso del terreno è avvenuto nello stesso anno, tanto è vero che l’Amministrazione Jervolino con delibera di giunta n.8 del 21 ottobre 2003 concede il terreno in locazione alla ditta sopra citata ma dell’Agriturismo proposta da “Il Clanio srl” manco l’ombra.

Ma chi sono questi due imprenditori a cui si riferisce la missiva dell’azienda richiedente?

“Il Clanio srl” appartiene per il 50% alla Sig.ra Anna Piccolo, moglie dell’imprenditore edile Pietro Magri, per il 40% diviso a metà tra Pietro e Antonio Marzano, figli dell’imprenditore farmaceutico dott. Raffaele Marzano, nominato a novembre scorso, membro della commissione ministeriale per la vendita dei farmaci su internet, reclamizzato a mezzo social con tanto di endorsement dal prete Maurizio Patriciello, e per l’altro 10% alla Sig.ra Angela Fortunato.

Il cerchio sulla stranezza di questa operazione si chiude arrivando ai giorni nostri, quando la questione viene ripresa con l’Amministrazione Enzo Falco a Caivano e Luigi De Magistris a Napoli, fino a terminare con l’attuale terna commissariale di Caivano. Si, perché, consci dell’inattività di tale azienda su quel terreno, l’ex Sindaco Enzo Falco il 7 dicembre 2020, appena insediatosi, chiede al Comune di Napoli se vi fosse la possibilità di acquisire tale terreno per finalità pubbliche e per la riqualificazione delle zone periferiche della provincia di Napoli.

In una successiva integrazione del 14 aprile 2021, in assenza di risposte, il Sindaco Enzo Falco precisa che la volontà della sua Amministrazione è quella di realizzare in Istituto scolastico superiore, coinvolgendo anche l’ente Città Metropolitana di Napoli, praticamente donando poi il terreno all’ente provinciale in cambio della costruzione di un nuovo plesso scolastico secondario.

Finalmente il Comune di Napoli nella persona della Dirigente dott.ssa Tiziana Di Bonito risponde, chiedendo al Comune di Caivano di chiarire se l’immobile in questione è già oggetto di eventuali procedimenti di espropriazioni per pubblica utilità o se tali procedure sono da avviare. Inoltre la Dirigente tiene a specificare e ad informare che fino a quella data, per quel suolo in oggetto, non vi è mai stato corrisposto regolarmente il canone sufficiente per la locazione e che quindi nel formalizzare l’offerta di vendita a “Il Clanio srl”, bisognava informare il conduttore che esiste una manifestazione di interesse all’acquisto da parte del Comune di Caivano.

Praticamente si è comunicato al Comune di Caivano che esiste un regolamento sui beni alienabili del Comune di Napoli con cui si riconosce il diritto di prelazione ai conduttori sulla vendita dei beni. Quando l’ex Sindaco Enzo Falco chiede lumi su come sia possibile che un locatario che non paga il fitto e che tra l’altro non è neanche solvente sullo scopo per il quale si è richiesta la locazione possa poter usufruire di tale diritto di prelazione, il Comune di Napoli, sempre nella persona della dott.ssa Di Bonito, scrive che il Regolamento prevede che tale diritto sia riconosciuto anche agli occupanti morosi e sine titulo.

Una stranezza abnorme che cozza con qualsiasi norma di diritto civile ma che nel contempo ha concesso alla ditta “Il Clanio srl” di acquistare un terreno di 59.450 metri quadri di cui 21.350 metri quadri ricadenti in zona C/1 e quindi edificabile e 38.100 metri quadri ricadenti in zona verde agricola produttiva per la modica cifra di € 733.932,00 suddivisi in € 567.910,00 per la zona edificabile ed € 176.022,00 per la zona agricola produttiva.

In poche parole un terreno, dove verranno costruiti nuovi parchi residenziali e poi vedremo perché, è stato venduto ad una ditta che in realtà non si è mai occupata di gestire un agriturismo con annessa struttura ricettiva e di ristorazione, poiché non l’aveva presente neanche nell’oggetto sociale, per la misera cifra di € 26,60 al metro quadro, quando poi lo stesso Comune di Caivano ha alienato terreni di gran lunga meno appetibili di quello alla modica cifra di € 52,00 al metro quadro.

Un affare del duo Magri-Marzano di tutto “rispetto” e tutto questo grazie ad un regolamento che a mio modesto avviso cozza contro ogni regola di diritto civile, visto che la prelazione su locazioni fatte da persone giuridiche non esiste. Ma non è finita qui. L’affare deve portare ad un interesse, almeno economico, se no che affare è?

Tra le tante richieste di permessi a costruire che finora giacciono nei cassetti dell’ufficio urbanistico che la terna commissariale vede quasi come l’inferno in terra e dove se ne ravvede bene dal sbloccarle con nuove autorizzazioni di permessi a costruire, improvvisamente con una deliberazione della Commissione Straordinaria si approva l’adozione di piano urbanistico esecutivo, con valore di permesso a costruire abilitante proprio al lotto di via Rosselli di proprietà, oggi, della “Il Clanio srl”, altra stranezza nella gestione delle pratiche al Settore Urbanistico ma qui si spera che qualcuno dia conto delle priorità.

A chiudere il quadro di quella che è sempre più somigliante ad una lobby edilizia di potere sul territorio di Caivano è il nome dell’architetto progettista del PUA di via Rosselli, ossia l’Arch. Luigi Sirico, ultimamente molto attivo in parecchie lottizzazioni del territorio.

Il Piano Urbanistico Attuativo di iniziativa privata prevede che nei 21mila metri quadri – 19mila metri quadri al netto degli standard urbanistici – di zona residenziale circa diecimila metri quadri vengano dedicati all’edilizia residenziale scaturendo una cubatura di 38mila metri cubi, pari ad un parco residenziale di circa 100 appartamenti.

Praticamente siamo passati, con la complicità del tempo, della memoria corta e degli amministratori che non affondono mai il colpo fino alla fine, dalla Beauty Farm alla solita speculazione edilizia con tanto di cementificazione selvaggia e innalzamento del carico urbanistico.

Allora le domande da porsi sono tante. Dato che la visione del comunque colpevole Enzo Falco – reo secondo il mio avviso di non aver portato all’attenzione degli organi sovracomunali la vicenda – era del tutto nobile e di interesse pubblico, rispetto ad un affare imprenditoriale privato, chi si trova oggi nella posizione di curare gli interessi della comunità caivanese? La terna commissariale è a conoscenza delle pratiche che continuano a muoversi nel Settore Urbanistica? Siamo sicuri che i prefetti catapultati da Roma abbiano ben compreso l’importanza e i collegamenti sul territorio di questa speculazione edilizia?

Ma poi, da cittadino caivanese e da osservatore del territorio e conoscendo anche alcuni soggetti di questa terna imprenditoriale molto nota a Caivano per essere vicina ad alcune frange politiche in stretto contatto con altre zone d’ombra caivanesi, mi domando che bisogna c’era di cementificare ulteriormente il nostro territorio, dato che alcuni imprenditori edili, Magri Costruzioni compreso, non hanno ancora completato la vendita di alcune unità residenziali presenti sul territorio? Quali interessi si muovono a Caivano e per conto di chi si muovono, dato che c’è questa spasmodica necessità di offrire risposte in abbondanza alle poche domande di acquisto? Perché continuare a deturpare la città con case su case, aumentando il carico urbanistico in sfregio alla costruzione di un Istituto scolastico che sicuramente avrebbe accresciuto cultura e senso civico nella nostra città fin troppo martoriata dalla criminalità e dall’assoggettamento ad essa? Chi si vuole favorire con questo ostruzionismo annoso? Quindi se da un lato si è data molta attenzione al degrado caivanese legato al narcotraffico e alla criminalità organizzata è giusto pure non distrarsi da un eventuale, probabile, sacco urbanistico della città. Ai posteri l’ardua sentenza.

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Caivano

CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caivano

Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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