La consueta manifestazione in occasione dell’uccisione di Carlo Falvella, giovane missino, studente di filosofia dell’Università di Salerno, avvenuta il 7 luglio 1972 per opera dell’anarchico Giovanni Marini, quest’anno ha visto salire la tensione alle stelle. Non è bastato l’appello ‘antifascista’ dell’Anpi mosso qualche giorno prima per evitare simboli, saluti e inni fascisti durante la cerimonia di domenica pomeriggio sul corso Vittorio Emanuele di Salerno, nei pressi del monumento dedicato a Falvella.
Anche se le disdicevoli scene si ripetono ciclicamente ogni anno: gruppi di estrema destra si inquadrano come un piccolo plotone, avanzano a passo marziale e si fermano in pieno centro di Salerno, in via Velia, pochi passi dal centralissimo corso Vittorio Emanuele, per poter stazionare davanti alla lapide che ricorda il tragico fatto di sangue.
I primi della fila reggono uno striscione nero e rosso con tanto di croce celtica. La frase scritta è: “Carlo Falvella Presente”. Firmato “I camerati”. A poche decine di metri c’era un corteo antifascista e un cordone di polizia ha separato i due schieramenti.