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Cronaca

Panico tra gli automobilisti, toro a ‘spasso’ in autostrada per due settimane: i particolari

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Era il 23 maggio scorso, quando sull’autostrada A4 tra Vicenza Ovest e Montecchio Maggiore si verificava un incidente stradale a seguito del quale un camion che trasportava 51 capi di bestiame ha perso diversi bovini, molti dei quali vennero recuperati e messi in salvo.

Tuttavia uno di questi, un toro di circa cinque quintali, era dato per disperso e segnalato in varie ore del giorno e della notte sempre nelle zone di Vicenza Ovest. Pertanto, la mattina del 6 giugno, il grosso bovino è stato visto a ridosso della carreggiata costituendo un rischio per gli automobilisti.

Sul posto sono intervenute le Volanti della Questura, gli equipaggi della Sezione Polizia Stradale di Vicenza e il servizio Veterinario della AULSS, nel tentativo di sedarlo e portarlo in sicurezza in una stalla autorizzata. L’intervento non andò a buon fine poiché l’animale cercava di caricare gli agenti della Polizia di Stato, che non volendo abbatterlo hanno dovuto però rifugiarsi tra i cespugli, mentre il toro si dileguava nel nulla.

La notte successiva venne nuovamente segnalata la presenza del bovino in via dell’Edilizia a Vicenza, e anche in questo caso gli agenti si sono portati sul luogo della segnalazione mettendo in sicurezza le strade limitrofe per evitare il transito di automobilisti.

Questa volta però, lo specialista intervenuto riuscì ad attingere il toro con un dardo narcotizzante, lanciato dalla sua speciale carabina. A quel punto si è dovuto attendere che il medicinale facesse effetto, così da poter caricare il toro su un mezzo specializzato e condurlo in una stalla autorizzata della provincia.

Cronaca

Arrivano i carabinieri e lancia dalla finestra 160 mila euro

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Quando ha visto arrivare i carabinieri, ha aperto la finestra e ha lanciato 160mila euro.

È accaduto ieri nel corso di una delle perquisizioni disposte dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito delle inchiesta che vede indagati sette persone, tra cui il consigliere regionale della Campania Giovanni Zannini, imprenditori e il dirigente della Regione Campania Antonio Postiglione.

I soldi, contenuti in un pacco, sono stati recuperati dai militari dell’Arma.

La perquisizione è stata disposta nei confronti di una persona al momento non iscritta nel registro degli indagati da cui però uno degli imprenditori indagati, Alfredo Campoli, si recava spesso a ritirare consistenti somme di denaro, anche di circa 100mila euro, come è emerso dagli accertamenti dei militari dell’arma. Nel corso delle perquisizioni a casa degli indagati e negli uffici del consigliere regionale sono stati sequestrati supporti elettronici, cellulari ma non i supporti cartacei dove Zannini avrebbe annotato alcuni nomi. 

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Cronaca

Dramma ad Ariccia, donna investita e uccisa dal marito in retromarcia

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Un vero e proprio dramma quello avvenuto ieri pomeriggio ad Ariccia, alle porte di Roma, dove la 67enne Franca Bernardini è stata investita e uccisa dal marito.

Secondo le prime informazioni i due coniugi erano andati da alcuni conoscenti, quando al momento di tornare a casa lui è salito in auto e ha ingranato la retromarcia per fare manovra. Tuttavia non si è accorto della presenza della donna e l’ha travolta. Immediati i soccorsi e il trasporto in ospedale, dove è deceduta poco dopo per la gravità delle ferite riportate.

Intanto gli agenti della Polizia locale indagano sull’accaduto, mentre l’auto è stata sequestrata.

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Cronaca

Bari, maxi sequestro di beni a imprenditore e capo ultras vicini al clan Strisciuglio

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Il Tribunale di Prevenzione di Bari ha emesso questa mattina un decreto di sequestro finalizzato alla confisca a carico di Silvano Scannicchio, 52enne imprenditore pluripregiudicato.

L’uomo è uno dei portavoce del gruppo di tifosi della Bari denominato ‘Seguaci della Nord’, ed ora è accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso e associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti.

Tale operazione ha avuto luogo stamane ad opera dei carabinieri del Comando Provinciale di Bari, supportati dal Nucleo Operativo Ecologico e Nucleo Ispettorato del Lavoro, ed ha portato ad un sequestro di beni per un valore stimato di 5 milioni di euro. Il patrimonio sottratto alla disponibilità della famiglia Scannicchio è composto da un appartamento e un deposito a Bari, un immobile ad uso industriale a Valenzano, beni mobili tra cui macchine operatrici, mezzi pesanti, autoveicoli di grossa cilindrata e un’azienda: la Bari Metal srl.

Pertanto, stando a quanto ricostruito dalla Procura, era il 2010 quando Scannicchio avrebbe utilizzato proventi di natura illecita derivanti in gran parte da estorsioni commesse ai danni di imprenditori edili per favorire il clan Strisciuglio di Bari e per avviare un’attività imprenditoriale: la Metal Recicle. Dal 2010 al 2013 l’azienda in questione si è occupata della raccolta, trasporto e stoccaggio di rifiuti speciali.

Inoltre, pare che l’indagato abbia commesso analoghe estorsioni dopo aver avviato l’attività e che si sia reso responsabile di altri reati, tra cui ricettazione di rame e traffico di rifiuti. Le indagini hanno anche appurato che Scannicchio, per evitare la revoca delle autorizzazioni ambientali, nel 2013 avrebbe ceduto fittiziamente l’impresa ad un nipote. Nel 2016 sarebbe stata costituita una seconda azienda, la Bari Metal srl, che è stata oggetto di sequestro.

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