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Calcio, il Ministro Abodi attacca Gravina: “Mi ha sorpreso la ricerca di responsabilità altrui, avrebbe dovuto fare autocritica e ripartire”

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Siamo solo alle prime battute di quella che potrebbe ben presto trasformarsi in una faida tra il Ministro dello Sport italiano Andrea Abodi e il presidente della Figc Gabriele Gravina, visto che il primo ha attaccato senza mezze misure il secondo all’indomani della debacle azzurra all’Europeo.

Infatti Gravina, nel corso della conferenza stampa post Svizzera ha scaricato gran parte delle colpe alla politica, rivendicando l’autonomia della sua Federcalcio.

In particolare Gravina, il cui mandato scade a marzo 2025, aveva dichiarato che “non esiste nell’ambito di una governance federale che qualcuno possa pretendere le dimissioni e governare dall’esterno il nostro mondo. Questo vale per la politica  e per tutti gli altri che chiedono le dimissioni sia di Gravina che di Spalletti. Non esiste”.

Tuttavia, non si è fatta attendere la replica del Ministro Abodi, che ha affidato il suo attacco ai microfoni di ‘Non Stop News’ su Rtl:

“È troppo facile guardare le responsabilità degli altri. Ero a Berlino e quindi ho vissuto in presa diretta l’amarezza di una disfatta, di una resa incondizionata che non è stata solo sportiva ma anche morale. Non c’è stata reazione, non c’è stato un lampo, uno sguardo di quelli che nello sport si vedono soprattutto nei momenti difficili”.

Poi, aggiunge: “La partita ormai è chiusa, siamo tornati a casa, ma la cosa che mi ha sorpreso è la ricerca di responsabilità altrui. Penso che di fronte alla sconfitta il primo fattore che deve emergere sia l’autocritica e da qui ripartire. Ancora una volta lo sport insegna ad assumersi le responsabilità direttamente e non a trasferirle. Tra l’altro non si tratta di errori singoli e tattici, la nazionale sembrava assente moralmente. Questo deve smuovere riflessioni, così che possa esserci un punto e a capo”.

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Tar, inammissibile il ricorso sullo scudetto 18/19 della Juventus

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È stato dichiarato inammissibile dal Tar del Lazio il ricorso con il quale l’Associazione Club Napoli Maradona e il Codacons sollecitavano la revoca dello scudetto 2018-2019 alla Juventus e la sua assegnazione al Napoli.

La controversia traeva origine dai fatti riguardanti la Juventus F.C., che nella gestione finanziaria nel corso delle stagioni 2018-2019, 2019-2020 e 2020-2021 avrebbe alterato il valore dei calciatori in bilancio, così determinando valori complessivi di apparente equilibrio finanziario, con la possibilità di acquisire calciatori di livello agonistico superiori rispetto alle proprie capacità finanziarie effettive.

L’Associazione Club Napoli Maradona e il Codacons, interessate all’assegnazione dello scudetto 2018-2019 alla Società Napoli, si sono rivolte al Tar chiedendo l’accertamento dell’illegittimità e il relativo annullamento della decisione della Corte Federale di Appello della Figc del 30 gennaio 2023.
Contestavano questa decisione – è lo stesso Tar a ricostruirlo in sentenza – nella parte in cui, pur avendo accertato che la Juventus ha alterato la regolarità del campionato 2018-2019, non ha disposto la sanzione della revoca dello scudetto o quantomeno la retrocessione all’ultimo posto in classifica o la penalizzazione di 15 punti, con assegnazione dello scudetto alla seconda, ovvero il Napoli.

Con motivi aggiunti, i ricorrenti, premettendo che nelle more alla Juventus è stata inflitta una penalizzazione di 10 punti, hanno impugnato anche questa decisione.

Il Tar adesso ha ritenuto fondate le eccezioni pregiudiziali sollevate dalla Juventus che attengono al “difetto di condizioni dell’azione in capo alle associazioni ricorrenti”, rilevando che “l’Associazione Club Napoli Maradona e il Codacons pretendono di agire in sostituzione della SSC Napoli Spa per far conseguire a quest’ultima Società lo scudetto 2018/2019, e, quindi, un’utilità di stretta pertinenza della stessa.

In effetti esse non agiscono per un interesse sostanziale proprio ma per far valere in giudizio una situazione giuridica soggettiva altrui, con la conseguente violazione del principio di divieto di sostituzione processuale” previsto dal Codice.

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Infortunio Kvaratskhelia, il georgiano torna nel 2025

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“Durante il match di domenica contro la Lazio, in seguito ad un contrasto di gioco, Khvicha Kvaratskhelia ha riportato un trauma distorsivo al ginocchio destro. Oggi il calciatore azzurro si è sottoposto ad esami strumentali, presso il Pineta Grande Hospital, che hanno evidenziato una lesione di basso grado del legamento collaterale mediale. Kvaratskhelia ha già cominciato l’iter riabilitativo”, questo il comunicato stampa del Napoli relativo alle condizioni del georgiano.
Non ancora comunicati i tempi di recupero che dovrebbero oscillare tra le 3 e le 4 settimane.

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Pro Vives e Academy Afragolese lanciano altri due giovani talenti: Vives e Cauteruccio convocati dallo Spezia per uno stage

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Continua a sorprendere la collaborazione tra le squadre della Pro Vives e dell’Academy Afragolese, visto che dopo la convocazione del classe 2010 Rosario Campana al Giugliano, compagine che milita in Lega Pro, è arrivata la chiamata anche per altri due giovanissimi atleti: si tratta dei classe 2011 Matteo Vives e Samuel Cauteruccio, convocati per uno stage di 3 giorni dallo Spezia Calcio, società di serie B nota per aver ottenuto grandi risultati nel settore giovanile, facendo esordire molti giovani tra serie A e B.

Pertanto, i complimenti vanno ai fratelli Vives, che corso degli anni hanno cresciuto giovani con criteri di allenamento e metodologie sempre più performanti, simili alle squadre professionistiche come conferma il coordinatore tecnico Raffaele Vives:

“Crediamo molto nel lavoro che facciamo sin dalla tenera età, con metodologie specifiche e propedeutiche per ogni età fino all’arrivo alle categorie agonistiche, dove ci si confronta sempre più con le realtà professionistiche cercando di colmare il gap”.

Rincara la dose il Responsabile del settore giovanile, Mirko Iazzetta, che ha così aggiunto:

“Vedere i nostri giovani da vicino confrontarsi con realtà del genere ed essere a livello mi inorgoglisce e mi dà sempre più spinta per credere in quello che giorno dopo giorno facciamo sul campo”.

Ciò dimostra che si può fare calcio anche partendo dal basso, da piccole realtà come quella dei fratelli Vives, che ogni anno sfornano talenti sempre più spesso attenzionati dalle squadre professionistiche italiane, sintomo di un lavoro scrupoloso volto alla crescita dei giovani. Questa è l’ennesima dimostrazione che nel calcio oltre ai soldi sono fondamentali la passione e la competenza, senza le quali non si possono ottenere risultati così soddisfacenti.

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