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Cronaca
Ischia, sotto sequestro il ristorante lido dei vip: 6 persone denunciate
Al ristorante lido dei vip ‘Nicola alle Fumarole’ sono stati apposti i sigilli. Dopo che i carabinieri hanno riscontrato sulla famosa spiaggia dei Maronti di Ischia alcuni abusi edili effettuati in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici e vincoli sismici.
Trattasi di un terrazzo pavimentato con calcestruzzo di circa 52 metri quadrati, una cucina realizzata in un’area già sequestrata nel 2015 (ancora vincolata), un muro di calcestruzzo di circa 10 metri quadrati, e di un cunicolo scavato nel terrapieno di 12 metri quadrati dove era stata incassata una cella frigo.
Sono sei le persone denunciate, tra le quali figurano i titolari della struttura e gli imprenditori che hanno eseguito i lavori. I controlli dei carabinieri sono stati eseguiti insieme con personale dell’Asl Napoli 2 Nord e dell’ufficio tecnico del comune di Barano.
Accertata anche la presenza sulla scogliera di una pedana con staccionata in legno di 36 metri quadrati messa davanti al bar e muri di contenimento con rivestimenti in pietra sulla terrazza solarium.
Lavori edili difformi rispetto a quelli menzionati nella segnalazione certificata di inizio attività (scia) presentata e, quindi, realizzati in assenza dei necessari permessi.
Avellino
Impresa edile di Baiano (Av) evade in tre anni oltre 20 milioni di euro
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La Guardia di Finanza di Avellino contesta ad un’azienda di Baiano, operante nel settore dei lavori edili e stradali, l’evasione in tre anni di oltre 20 milioni di euro.
Grazie alle risultanze dei conti correnti bancari e dei controlli di coerenza esterna, gli investigatori hanno accertato la “reiterata e sistematica omissione delle dichiarazioni fiscali pur in presenza di rilevanti operazioni commerciali”.
Il responsabile dell’impresa è stato denunciato per reati fiscali.
Cronaca
Giacomo Bozzoli in fuga a bordo della sua Maserati: caccia al 39enne condannato all’ergastolo
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Tiene banco la vicenda relativa a Giacomo Bozzoli, il 39enne condannato all’ergastolo per la morte dello zio Mario e svanito nel nulla dopo la sentenza della Cassazione.
Pertanto, con il passare delle ore, sono emersi nuovi particolari riguardo questa vicenda: infatti, alle 5.51 del 23 giugno è stato registrato un passaggio della Maserati Levante intestata a Giacomo Bozzoli dal portale di Manerba, in provincia di Brescia, due minuti più tardi da quello di Desenzano e uno successivo alle 6.03.
Quindi l’uomo si sarebbe allontanato da casa a bordo della propria vettura, ma il suocero avrebbe riferito agli inquirenti che la famiglia sarebbe in una località imprecisata della Francia. Il primo luglio la Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo già stabilita nel primo e secondo grado di giudizio delle corti di Brescia per Bozzoli, il quale è sempre stato in libertà.
Al momento neanche il padre sa dove si trova Giacomo, visto che agli inquirenti ha riferito di non conoscere l’attuale posizione del figlio, che si trova senza passaporto poiché scaduto e non rinnovato. Intanto il presidente della prima sezione penale di Brescia, Roberto Spanò, ha firmato il decreto di latitanza ma ancora non è scattato il mandato d’arresto internazionale.
Cronaca
Mafia di Foggia estesa fino alla provincia di Napoli: condannate 22 persone
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Pene tra gli 11 mesi e i 25 anni di reclusione quelle comminate nei confronti di 22 persone. Tra loro alcuni esponenti di spicco di due clan del Foggiano. Alcuni si trovavano anche in provincia di Napoli (oltre che tra Chieti, Viterbo e Ascoli Piceno).
Le indagini sono state eseguite dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bari e condotte dai poliziotti del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Bari e Foggia.
La sentenza è giunta al riconoscimento, prima in fase cautelare e poi in appello, dell’esistenza di un’organizzazione mafiosa autonoma, attiva nel territorio di San Severo.
A giugno 2019, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari aveva adottato un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale nei confronti di 56 indagati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, tentato omicidio, tutti aggravati dalle finalità mafiose.
I provvedimenti emessi sono in sostanza: 15 ordini di esecuzione per la carcerazione, con traduzione in carcere, di cui 7 prevedono la sospensione dell’esecuzione per consentire al condannato di chiedere una diversa modalità di espiazione della condanna (detenzione domiciliare, affidamento in prova ai servizi sociali, etc.). L’attività di polizia giudiziaria ha visto l’impiego di 60 poliziotti.
(fonte: napolitoday)
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