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Autonomia differenziata, parla De Luca: “La Meloni ha perso al Sud”

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In occasione dell’inaugurazione di un parco cittadino nella frazione di San Pietro a Cava de’ Tirreni, il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca ha così risposto alle domande dei cronisti sulla questione autonomia differenziata. Ecco le sue parole:

“Il segnale politico era arrivato al governo in maniera forte e chiara già con le elezioni europee. Nel Sud, il governo Meloni ha perso e ha perso fondamentalmente, al di là di tutte le chiacchiere, per la battaglia pilotata dalla Regione Campania contro l’autonomia differenziata”.

Poi, aggiunge: “Ho chiarito in queste settimane che la battaglia dev’essere fatta su due fronti: non basta la battaglia contro l’autonomia differenziata, dobbiamo fare la battaglia anche contro la palude burocratica nazionale, cioè dobbiamo decentrare alle regioni tutti i poteri che servono a fare un investimento, un’opera pubblica senza dover perdere anni per avere un parere ambientale dai Ministeri. Stiamo vedendo la vicenda del Piano sviluppo e coesione, c’è una centralizzazione presso i ministeri che è sconcertante”.

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POZZUOLI. Balneari: la maggioranza fa cadere il numero legale per non discutere

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POZZUOLI – Riceviamo e pubblichiamo.
Domanda inevasa, il Consigliere Volpe sfida il sindaco: “Può risponderci come vuole. Anche con un post facebook.”

Le concessioni balneari sul litorale Arcofelice-Lucrino sono scadute il 31/12/2023. Qualche settimana fa l’amministrazione Manzoni ha votato una delibera di Giunta nella quale fa evincere la volontà di voler dare avvio ai bandi di gara per tutte le concessioni demaniali. Oggi c’è stato il Consiglio Comunale e all’ordine del giorno anche una domanda di attualità presentata dal gruppo Pozzuoli ORA, nella quale si chiedeve espressmente se quanto disposto dalla giunta valesse come proroga per i concessionari. A questa domanda non si è avuta risposta perché la maggioranza, su indicazione del sindaco, ha deciso di far cadere il numero legale e non discutere il punto all’ordine del giorno, evitando così il dibattito.

«Benché l’assise cittadina è il più alto consesso civico, ma forse non per tutti – dichiara il Consigliere Comunale di Pozzuoli ORA, Riccardo Volpe – il sindaco Manzoni può rispondere alla nostra domanda come meglio crede: può fare un post su facebook, può scrivere una lettera ai giornali, mandarci una pec. Insomma come vuole, ma abbia il coraggio di rispondere. Per noi, come abbiamo detto in Consiglio Comunale, questa delibera è solo uno specchietto per le allodole per dare una proroga ai balneari. Il sindaco risponda: la delibera di giunta n. 77 del 18/06/2024 vale come autorizzazione di proroga per i concessionari? O il Dirigente dell’Ufficio Demanio dovrà emettere provvedimento ad hoc per ogni singolo concessionario? Una domanda semplicissima. Il rischio – continua il Consigliere Volpe – è che dal lido Cala Felice, fino al lido Lo Scoglio, stiano lavorando tutti abusivamente, senza nessun titolo per farlo. Occupando impropriamente il suolo demaniale. In quel tratto di litorale ci vanno migliaia di persone, il sindaco ha il dovere di far sapere alla città se ha dato una proroga o meno, se questi signori continuano a fittare lettini, ombrelloni, fare matrimoni abusivamente o meno. La domanda è semplice, la risposta altrettanto».

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Politica

Autonomia differenziata e referendum, De Luca: “Legge sciagurata. Dobbiamo semplificare l’Italia”

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“Seguiremo passo passo la vicenda dell’autonomia differenziata e siamo pronti al referendum, perché se la legge resta quella che è andremo al referendum”.

Lo ha detto il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca commentando la proposta che verrà elaborata lunedì dal Consiglio regionale per il referendum.

“Non possiamo dire solo no a una legge sciagurata, – dichiara De Luca all’Ansa – dobbiamo fare anche qualche proposta. Parlo della burocrazia zero, mi auguro che le forze parlamentari, unitariamente, decidano, al di là dell’autonomia, di semplificare l’Italia, di prosciugare la burocrazia, perché mentre parliamo stanno accentrando a Roma tutti i flussi finanziari, Pnrr, Fondi di coesione, Zes unica meridionale, Fondi di perequazione infrastrutturale“.

Qui – ha aggiunto il presidente della Regione Campania – stanno centralizzando tutto a Roma. Noi dobbiamo proporre anche ipotesi positive di sburocratizzazione al di là dell’autonomia. Trasferiamo alle Regioni le cose che servono agli imprenditori, pareri ambientali, sugli interventi energetici, sulle attività dentro i porti, pareri per i piani paesaggistici che ci bloccano per anni e anni. Questi provvedimenti possono essere fatti domani mattina e sono ciò che serve agli imprenditori e alle famiglie. Per il resto seguiremo passo passo l’evoluzione di questa legge sciagurata”.

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Attualità

Porno con la faccia di Giorgia Meloni: la Premier chiede 100mila € di risarcimento

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Un uomo, di 40 anni, sassarese, è accusato di aver pubblicato su un sito internet pornografico statunitense alcuni video contraffatti apponendo il volto della premier Giorgia Meloni su quello delle attrici a luci rosse originali. Ieri è ripreso il processo a suo carico a Sassari.

Meloni, assistita dall’avvocata Maria Giulia Marongiu, ha già annunciato la richiesta di risarcimento danni per 100mila euro, che saranno destinati al fondo del ministero dell’Interno per le donne vittime di violenza. La presidente del Consiglio testimonierà in videoconferenza l’8 ottobre nell’aula della Corte d’Assise.

L’inchiesta era stata avviata dalla polizia postale di Sassari nel 2020, in seguito a una segnalazione arrivata direttamente da Roma. Secondo le accuse, il 40enne, aveva modificato dei filmati pornografici e, utilizzando alcuni software specifici per la manipolazione grafica dei video, aveva apposto il volto di Giorgia Meloni sui corpi delle attrici hard. I video sono rimasti in rete parecchi mesi, raccogliendo milioni di visualizzazioni in tutto il mondo. Meloni, che all’epoca non era presidente del Consiglio, aveva sporto denuncia dopo che alcuni suoi collaboratori si erano resi conto della diffusione dei video cosiddetti “deepfake”.

A processo sono così finiti il 40enne e suo padre di 73 anni.

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