La tensione, ormai, fa da padrona nello stabilimento Jabil di Marcianise (Caserta).
I vertici della multinazionale Usa hanno deciso di imporre le ferie ai 420 lavoratori dopo il no di questi ultimi al rinnovo della cassa integrazione.
La scelta aziendale è l’ultimo atto di una vertenza sempre più grave, che sembra ormai senza via d’uscita dopo la decisione di lasciare il sito produttivo di Marcianise.
Un sito ritenuto dalla multinazionale dell’elettronica poco conveniente dal punto di vista economico, in cui viene fatta confluire per scelta aziendale una piccola parte delle commesse lavorate negli altri stabilimenti sparsi per il mondo.
L’azienda ha così deciso di imporre le ferie, non avendo più il paracadute pubblico della cassa integrazione, scaduta il 31 maggio, e il cui rinnovo è stato bocciato dai lavoratori, stanchi dei continui rinvii per una vertenza che si trascina almeno dal 2015; da allora oltre 500 lavoratori sono fuoriusciti dagli organici della Jabil, e gran parte di loro è finita in altre aziende, come Softlab e Orefice, sulla base di processi di reindustrializzazione mai decollati, e che hanno generato altre dolorose vertenze.
Il 13 giugno scorso c’è stato uno sciopero generale dei lavoratori metalmeccanici a Caserta, per provare a smuovere le istituzioni, in particolare Regione Campania e Mimit, ma di risultati tangibili per ora non se ne sono visti.