Editoriale

L’Analisi del voto meridionale alle Europee. Un’Italia divisa. Il meridione si dichiara assistenzialista e antifascista

Pubblicato

il

NAPOLI – Conclusi gli spogli delle elezioni europee, appare lampante un dato da non sottovalutare: sale il numero degli astenuti col +6,40%. Il partito dell’astensionismo si dichiara vincitore assoluto col 50,31%. Dalle urne esce un’Italia divisa in due dove nel meridione si registra un risultato in controtendenza con il resto delle circoscrizioni. Nella parte bassa dello stivale si registra un sentimento antifascista e antimeloniano maggiore rispetto alle altri parti del Paese, tanto è vero che questo sentimento ha smosso i più dalle poltrone di casa per andare a votare in massa il PD e i partiti di sinistra. Nella circoscrizione sud il PD si classifica come primo partito con il 24,32% contro il 23,58% di Fratelli d’Italia, mentre il dato nazionale vede vincitrice la Meloni col 28,81% seguita dal PD al 24,06%.

Un’Italia divisa a metà che fa festeggiare entrambe le fazioni. La Meloni da un lato reclamizza una percentuale maggiore rispetto alle scorse politiche e la Schlein che in un solo colpo, non solo rianima il partito innalzando la percentuale di ben cinque punti percentuali ma vince anche la sua guerra fredda in Campania contro il Governatore De Luca, piazzando tre dei quattro eurodeputati che andranno a Bruxelles. Dal canto suo però il Governatore può giocarsi la carta dei risultati della Campania, dato che il suo candidato, Lello Topo, ha sbaragliato i suoi avversari e colleghi politici oltre misura con 114mila preferenze contro le 108mila di Lucia Annunziata e le 70mila di Antonio Decaro. Staremo a vedere nei giorni a venire come si evolverà la questione “terzo mandato” e come sarà disposto il braccio di ferro tra la Schlein e De Luca.

La vera sorpresa nella circoscrizione meridionale è stata rappresentata dall’Alleanza Verdi Sinistra che oltre al risultato nazionale del 6,71% nella parte bassa dello stivale riesce a conservare il suo dato nonostante la sovversione dei dati facendo registrare il 5,66% trainato dai 75mila voti di Mimmo Lucano e dai 49mila voti del deputato Francesco Emilio Borrelli. Anche questo, un risultato dettato dal sentimento antimeloniano montato nel sud Italia.

In Campania e al Sud la destra nazionale attecchisce poco. Chi sbaraglia oltre misura in Campania è il Movimento 5 Stelle, segno questo che nella nostra regione e nel capoluogo è ancora vivo il sentimento assistenzialistico. I nostalgici del Reddito di Cittadinanza si sono riversati in massa a votare Giuseppe Conte e il suo “reddito di cittadinanza europeo” ma a livello globale il partito dei grillini perde malamente. Raccoglie solo il 9,99% quasi alla pari dei partiti minoritari di governo, Lega e Forza italia.

La vera sorpresa campana invece è registrata dalla lista “Stati Uniti d’Europa” che a livello nazionale paga lo scotto della presenza di Matteo Renzi candidato tra le sue fila, personaggio oramai scotto che ha raggiunto i massimi livelli di impopolarità, fermandosi al 3,76% non raggiungendo la soglia di sbarramento, mentre a livello regionale, grazie al duro lavoro delle nuove formazioni di segreterie cittadine del partito di Emma Bonino Più Europa, la lista è riuscita a raggiungere il 6,79%. Infatti nella circoscrizione meridionale c’è da registrare l’ottimo risultato dello sconosciuto ai più Alfonso Maria Gallo che colleziona più di seimila preferenze superando di gran lunga la Presidente del partito Manuela Zambrano.

Napoli non si lega e mai si legherà. Il partito di Salvini in città metropolitana non va oltre il 4,54%, meglio di esso tutti i partiti di sinistra e i suoi colleghi di governo. Al leader del carroccio non basta Vannacci a scaldare i cuori di quei pochi integralisti napoletani e la vittoria schiacciante del Movimento 5 Stelle in provincia di Napoli col suo 24,86% seguito a ruota dal PD col suo 24,16% dimostra che ai napoletani non sono andate giu le scelte della Premier Meloni sulle sue politiche federaliste, la gestione del Reddito di Cittadinanza, l’Autonomia differenziata e il blocco dei fondi di Sviluppo e coesione.

Nel capoluogo campano, invece, si registra un effetto trainante del Sindaco Manfredi che grazie al suo apporto fa vincere il PD col 26,67% portando la sua candidata Lucia Annunziata a vincere in città con 20.666 preferenze. Una bella risposta al Governatore De Luca che con Lello Topo in città raccoglie poco più della metà 11.255. In città Il PD è seguito a ruota dal Movimento 5 stelle, mentre Fratelli d’Italia si piazza terzo al 13,25% trainato dai 18mila voti di preferenze liquide sul nome di Giorgia.

Le conclusioni che si possono trarre da questa ultima tornata elettorale è che la Premier Meloni, pur vincendo le elezioni, ha fallito su tutti i fronti dal punto di vista della riqualificazione del Paese, perché come propagandato due anni fa, la prima cosa da fare era quella di ridurre il gap tra nord e sud, favorire l’Italia meridionale alla crescita e creare un unico stile di vita per far crescere il Paese tutto insieme. I dati che escono dalle urne però dicono proprio il contrario. Si registra un sud insoddisfatto, teso alla protesta e in netta controtendenza con le scelte del Governo centrale. Segno tangibile che in questi due anni di governo non è stata applicata nessuna misura che verte all’accrescimento del sud del Paese. Mala tempora currunt.

Popolari

Exit mobile version