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Editoriale

L’Analisi del voto meridionale alle Europee. Un’Italia divisa. Il meridione si dichiara assistenzialista e antifascista

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NAPOLI – Conclusi gli spogli delle elezioni europee, appare lampante un dato da non sottovalutare: sale il numero degli astenuti col +6,40%. Il partito dell’astensionismo si dichiara vincitore assoluto col 50,31%. Dalle urne esce un’Italia divisa in due dove nel meridione si registra un risultato in controtendenza con il resto delle circoscrizioni. Nella parte bassa dello stivale si registra un sentimento antifascista e antimeloniano maggiore rispetto alle altri parti del Paese, tanto è vero che questo sentimento ha smosso i più dalle poltrone di casa per andare a votare in massa il PD e i partiti di sinistra. Nella circoscrizione sud il PD si classifica come primo partito con il 24,32% contro il 23,58% di Fratelli d’Italia, mentre il dato nazionale vede vincitrice la Meloni col 28,81% seguita dal PD al 24,06%.

Un’Italia divisa a metà che fa festeggiare entrambe le fazioni. La Meloni da un lato reclamizza una percentuale maggiore rispetto alle scorse politiche e la Schlein che in un solo colpo, non solo rianima il partito innalzando la percentuale di ben cinque punti percentuali ma vince anche la sua guerra fredda in Campania contro il Governatore De Luca, piazzando tre dei quattro eurodeputati che andranno a Bruxelles. Dal canto suo però il Governatore può giocarsi la carta dei risultati della Campania, dato che il suo candidato, Lello Topo, ha sbaragliato i suoi avversari e colleghi politici oltre misura con 114mila preferenze contro le 108mila di Lucia Annunziata e le 70mila di Antonio Decaro. Staremo a vedere nei giorni a venire come si evolverà la questione “terzo mandato” e come sarà disposto il braccio di ferro tra la Schlein e De Luca.

La vera sorpresa nella circoscrizione meridionale è stata rappresentata dall’Alleanza Verdi Sinistra che oltre al risultato nazionale del 6,71% nella parte bassa dello stivale riesce a conservare il suo dato nonostante la sovversione dei dati facendo registrare il 5,66% trainato dai 75mila voti di Mimmo Lucano e dai 49mila voti del deputato Francesco Emilio Borrelli. Anche questo, un risultato dettato dal sentimento antimeloniano montato nel sud Italia.

In Campania e al Sud la destra nazionale attecchisce poco. Chi sbaraglia oltre misura in Campania è il Movimento 5 Stelle, segno questo che nella nostra regione e nel capoluogo è ancora vivo il sentimento assistenzialistico. I nostalgici del Reddito di Cittadinanza si sono riversati in massa a votare Giuseppe Conte e il suo “reddito di cittadinanza europeo” ma a livello globale il partito dei grillini perde malamente. Raccoglie solo il 9,99% quasi alla pari dei partiti minoritari di governo, Lega e Forza italia.

La vera sorpresa campana invece è registrata dalla lista “Stati Uniti d’Europa” che a livello nazionale paga lo scotto della presenza di Matteo Renzi candidato tra le sue fila, personaggio oramai scotto che ha raggiunto i massimi livelli di impopolarità, fermandosi al 3,76% non raggiungendo la soglia di sbarramento, mentre a livello regionale, grazie al duro lavoro delle nuove formazioni di segreterie cittadine del partito di Emma Bonino Più Europa, la lista è riuscita a raggiungere il 6,79%. Infatti nella circoscrizione meridionale c’è da registrare l’ottimo risultato dello sconosciuto ai più Alfonso Maria Gallo che colleziona più di seimila preferenze superando di gran lunga la Presidente del partito Manuela Zambrano.

Napoli non si lega e mai si legherà. Il partito di Salvini in città metropolitana non va oltre il 4,54%, meglio di esso tutti i partiti di sinistra e i suoi colleghi di governo. Al leader del carroccio non basta Vannacci a scaldare i cuori di quei pochi integralisti napoletani e la vittoria schiacciante del Movimento 5 Stelle in provincia di Napoli col suo 24,86% seguito a ruota dal PD col suo 24,16% dimostra che ai napoletani non sono andate giu le scelte della Premier Meloni sulle sue politiche federaliste, la gestione del Reddito di Cittadinanza, l’Autonomia differenziata e il blocco dei fondi di Sviluppo e coesione.

Nel capoluogo campano, invece, si registra un effetto trainante del Sindaco Manfredi che grazie al suo apporto fa vincere il PD col 26,67% portando la sua candidata Lucia Annunziata a vincere in città con 20.666 preferenze. Una bella risposta al Governatore De Luca che con Lello Topo in città raccoglie poco più della metà 11.255. In città Il PD è seguito a ruota dal Movimento 5 stelle, mentre Fratelli d’Italia si piazza terzo al 13,25% trainato dai 18mila voti di preferenze liquide sul nome di Giorgia.

Le conclusioni che si possono trarre da questa ultima tornata elettorale è che la Premier Meloni, pur vincendo le elezioni, ha fallito su tutti i fronti dal punto di vista della riqualificazione del Paese, perché come propagandato due anni fa, la prima cosa da fare era quella di ridurre il gap tra nord e sud, favorire l’Italia meridionale alla crescita e creare un unico stile di vita per far crescere il Paese tutto insieme. I dati che escono dalle urne però dicono proprio il contrario. Si registra un sud insoddisfatto, teso alla protesta e in netta controtendenza con le scelte del Governo centrale. Segno tangibile che in questi due anni di governo non è stata applicata nessuna misura che verte all’accrescimento del sud del Paese. Mala tempora currunt.

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Cardito

CARDITO. Cirillo e il deserto

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CARDITO – Cardito. L’intervista al sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, apre ad una serie di riflessioni che meritano di essere approfondite sul piano politico. Anche per alzare l’asticella del dibattito, troppo appiattita su Cirillo, unico soggetto politico emerso in questi dodici anni, e non per colpa del primo cittadino.

In vista delle prossime elezioni, e quindi di un ciclo nuovo che si dovrà aprire, è necessario già oggi piantare qualche seme che dovrà poi fiorire.

Partiamo da una premessa. Giuseppe Cirillo ha azzerato in questi dodici lunghi anni i vecchi schemi. Cosa significa? Non esistono più divisioni o squadre predefinite, che sanciscono alleanze già precostituite oppure soggetti politici che non possono dialogare al di là dei posizionamenti di questi anni. Uso un termine forte per rendere l’idea: il sindaco è cresciuto politicamente a dismisura. La classe politica locale non è riuscita a stare al suo passo. Anzi, di passi ne ha compiuti ma all’indietro. Ciò ha provocato due elementi: azzeramento del dibattito politico, drastica riduzione dei soggetti politici. In minoranza, alcuni sono partiti da giovani promesse e chiudono l’esperienza nel totale anonimato. In maggioranza singolarmente non esiste nessuno: tutti fedelissimi del primo cittadino. Come detto, un appiattimento su Cirillo così forte che ha azzerato la politica e superato i vecchi schemi.

Adesso, nella costruzione del dopo dodicennio, l’unico che ha dettato la prima ricetta è sempre il capo dell’amministrazione carditese. Punta alla politicizzazione del quadro: centrodestra e centrosinistra. Legittimo, soprattutto per la sua visione di alto profilo maturata pure da vicepresidente della Città metropolitana e quindi ormai abituato ad altri palcoscenici e ad altri livelli rispetto, e lo dico con rispetto e dispiacere, al degrado che caratterizza questi territori.

Questa è una visione del futuro, nella costruzione del futuro, che dovrà tramutarsi in concretezza. E bisogna capire se sarà l’unica in campo come è accaduto in questi 12 anni oppure se ci sarà dell’altro. Non lo può sapere nessuno, almeno in questo momento. E allora proviamo a sviluppare un ragionamento su dati oggettivi e che aiutano la riflessione. Penso che Nunzio Raucci abbia capito che la sua ambizione personale di voler fare il candidato a sindaco nonostante nessuno lo volesse, ha rappresentato negli anni il migliore alleato di Cirillo e della sua scalata.

Quindi, in un contesto dove la politica è stata azzerata, innanzitutto bisogna togliere da mezzo le ambizioni personali. E in un deserto, dove politicamente non è cresciuto nemmeno un fiore e dove il primo cittadino ha azzerato, superato, cancellato, i vecchi schemi, da dove ripartire. C’è chi nel deserto vede solo sabbia e null’altro. E chi, affidandosi ad una visione più ottimista, coglie da quel deserto un’opportunità. Qualsiasi cosa si deve costruire e indipendentemente da chi la deve costruire, si parte da zero. Quindi, sarà molto più semplice. In cosa si tramuta questo contesto? Tutti possono parlare con tutti.

Non ci sono più barriere precostituite da gruppi contrapposti. Per intenderci, il gruppo Barra può tranquillamente ragionare con Cirillo e stabilire un percorso insieme. Le vecchie ruggini tra i protagonisti del dopo Barra sono ormai superate, vecchie, lontane proprio grazie a ciò che ho spiegato in apertura: i vecchi schemi sono stati abbattuti. Il primo passo, quindi, è quello di individuare chi sono i soggetti politici. E, badate bene, c’è una sottile differenza tra consiglieri comunali e soggetti politici. Mi spiego meglio. I soggetti politici sono coloro che riescono ad avere un peso nell’opinione pubblica e sono soggetti aggregatori capaci di mettere in piedi una lista. Due esempi e si torna sempre lì, Giuseppe Cirillo e Peppe Barra. Sono soggetti che storicamente hanno dei gruppi politici e sono in grado di partorire due liste ciascuno.

I candidati nelle liste, per quanto forti, tra chi è rimasto a casa e chi siede in consiglio comunale, vengono un attimino dopo. In maggioranza non ci sono leader autonomi capaci di ragionare sullo stesso piano con il sindaco. Ripeto, sono tutti a seguito di Cirillo e il sindaco dovrà preoccuparsi di comporre liste in grado di garantirli. Saranno ottimi candidati da 300 e 400 voti, ma da qui a trasformarsi in soggetti politici ce ne passa. La stessa cosa vale per l’opposizione. Raucci è un candidato al Consiglio che ti fa la differenza. Ma il soggetto politico che fa le liste resta Giuseppe Barra. Quindi, alla fine di questa esperienza bisognerà comprendere chi saranno i soggetti aggregatori, chi saranno i soggetti politici, quanti ne saranno e quali tavoli si metteranno in piedi.

Cirillo sicuramente dovrà partire dalla sua continuità e dovrà comprendere attorno a lui chi sarà in grado di fare una lista di candidati al consiglio comunale. E lo stesso vale per coloro che aspirano, magari a qualcosa di nuovo. Prima delle ambizioni personali e prima di mettere in piedi tavoli dove siedono soggetti che rappresentano solo se stessi, bisognerà verificare chi farà le liste. I consiglieri uscenti saranno in grado di comporre una lista? Oppure gli uscenti sono da considerare semplici candidati da inserire in qualche lista che magari sarà messa in piedi dai veri soggetti politici che in questi cinque anni sono stati fuori dal civico consesso?

Domande che contengono un ragionamento sottile e magari le possono comprendere solo gli addetti ai lavori. Ma hanno un significato enorme e proprio la mancata risposta, ad oggi, a queste domande, giustifica ciò che sta accadendo. Ad un anno dalle elezioni non c’è ancora un tavolo politico con soggetti riconosciuti per tracciare la continuità di Cirillo; men che meno non c’è un tavolo politico di alternativa. E torniamo al punto di partenza del mio ragionamento: dalle ceneri dei vecchi schemi, dalla sabbia di questo deserto può nascere qualsiasi cosa. E servirà davvero tanto tempo per capire chi ha davvero polvere da sparare e chi, invece, dovrà pensare solo a salvare se stesso in chiave politica.

Ecco perché l’unico che ha avuto l’autorevolezza per provare a parlare di futuro ed a dettare uno schema chiaro, netto, preciso, è stato Peppe Cirillo. Centrosinistra puro, con partiti e civiche, apertura al Movimento Cinque stelle e Europa verde. Ha una traccia incontestabile. Poi si “peserà” la valenza di eventuali soggetti politici che siederanno a quel tavolo oppure si tratterà di un leader indiscusso e tanti candidati al civico consesso.

Tutto il resto è da costruire. E ad oggi oltre le liste di Peppe Barra non si vede nulla all’orizzonte: né soggetti politici uscenti dal civico consesso capaci di fare una lista, né soggetti politici fuori dal Consiglio che si sono fatti avanti come promotori di una lista.

Aprovidolo e Mirone di Forza Italia non sappiamo se la metteranno in piedi. Lo stesso vale per Luigi Iorio. Tutto da verificare. Così come è da verificare se, magari, più avanti, ci sarà qualche ritorno di fiamma di soggetti politici che vengono dal passato e saranno ancora capaci di mettere insieme persone che vogliono candidarsi e partecipare.
Questo spiega perché non esistono al momento tavoli. Non c’è il tavolo della continuità e non esiste il tavolo dell’alternativa. Esiste Peppe Cirillo e nient’altro. Ed è davvero una sconfitta per tutto il resto della classe dirigente. In parte appiattita su Cirillo, in parte espressione solo di ambizioni personali.

Nel deserto è vero che c’è il vantaggio di partire da zero e si può avere anche l’ambizione di costruire Dubai. Nessuno pensava possibile costruire una città avveniristica e moderna proprio nel cuore della sabbia. Eppure, ci sono riusciti. Ma prima di riuscirci c’è stato chi ha avuto la capacità, la competenza e la forza di pensarlo e di renderlo possibile. In questo momento manca proprio questo.

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Caivano

CAIVANO. Angelino non vuole i voti della camorra? Allora spiegasse candidature in odore di camorra e il silenzio su fatti illegali

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CAIVANO – Le elezioni sono ancora lontane ma sul territorio c’è qualcuno che sente il dovere di guadagnare terreno dato il suo silenzio durante i due anni di commissariamento e la totale assenza di azioni forti che potessero far luce sui fatti di camorra nell’ex Amministrazione Falco e lo fa nel peggiore dei modi, col vittimismo tanto caro a quella parte della politica tipica dei radical chic col cuore a sinistra e portafogli a destra.

Sto parlando dell’ex leader dell’opposizione Antonio Angelino che rilasciando un’intervista al mio caro amico e collega Antonio Mattia, ancora una volta parla di attacchi, fango e clima rovente nei suoi confronti. Ma quando? Ma dove? Finora, quel po’ che ho letto, scritto e sentito in giro è tutto frutto della sacrosanta verità e in parte delle sue stesse mancanze e con questo editoriale cerco di spiegarmi meglio.

Per quello che mi riguarda, da questa testata è uscita fuori la notizia che il fratello socio e amministratore della SIA Center ha aperto un bar nella zona ASI senza alcuna autorizzazione da parte del Consorzio e con una SCIA presentata al SUAP con una descrizione dell’attività totalmente differente da quella prevista e autorizzata dal Consorzio ASI e non solo (leggi qui e qui).

A distanza di poche settimane si scopre che tale attività messa su completamente in maniera abusiva, in realtà ha interessato anche il V settore, quello dell’Urbanistica, poiché in data 18 novembre 2024 l’allora Responsabile Fioravante Giordano invia sia al fratello di Antonio Angelino sia al suo tecnico di fiducia un Avviso del procedimento finalizzato al diniego della SCIA in sanatoria presentata il 22 agosto del 2023 poiché l’immobile dove insisteva il bar presentava una difformità nella parte sottostante che ha comportato un aumento volumetrico dell’immobile oggetto della SCIA in sanatoria. Ampliamento volumetrico soggetto a Permesso di costruire in Sanatoria e non a SCIA in Sanatoria come si è tentato di sanare nell’agosto 2023. Siccome è l’occupante dell’immobile incriminato ad essere ritenuto responsabile dell’abuso, il fratello dell’ex Consigliere Antonio Angelino, attraverso il suo tecnico di fiducia Arch. Nicola Chiacchio, comunicò al Responsabile Giordano che provvedevano con una SCIA di auto-abbattimento in Sanatoria per eliminare l’abuso, solo che fino alle dimissioni dell’ex Responsabile dell’Urbanistica, all’interno degli uffici del V settore non è mai arrivato nessun ulteriore comunicazione in tal senso.

Allora come adesso, dato che è ufficiale la discesa in campo dell’ex Consigliere Angelino, è doveroso sapere qual è la sua posizione dato che ha dichiarato a chiare lettere di voler governare ed amministrare la città di Caivano, dopo tutta l’onta che ha dovuto subire, rispetto al reato commesso dal fratello e soprattutto qual è la sua posizione rispetto al modus operandi di alcuni tecnici sul territorio che pur di ottenere permessi e autorizzazioni ricorrono spesse volte al cosiddetto “pezzotto” in fase di presentazione delle istanze.

Queste legittime richieste ovviamente denotano anche quale sia il modus operandi del sottoscritto e di quanto sia confermato, ancora una volta, il coraggio di metterci sempre la faccia e di non nascondermi dietro altre testate come qualcuno, sul territorio, ha tentato di far passare il messaggio.

Per quanto riguarda, invece le altre testate, sento il dovere di difendere la categoria e il diritto di cronaca, specialmente quando si tratta di vicende che riguardano personaggi pubblici e temi di interesse pubblico.

A me non interessa se ciò che è scritto in quella lettera anonima corrisponda al vero oppure no, questo lo stabiliranno gli organi inquirenti. Io invece tengo solo a fare un parallelismo col passato, perché se di fango si deve parlare allora di fango bisogna parlare.

La redazione di lettere anonime è una condotta sempre registrata a queste latitudini e non ricordiamo solo quelle che riguardano l’ex Consigliere Angelino e grazie alla quale ha potuto aprire la sua campagna elettorale con tanto di vittimismo, e allora mi domando: dove stava Antonio Angelino quando l’ex Amministrazione Monopoli veniva raggiunta da dossier anonimi e all’interno dei quali venivano coperte di fango persone perbene, sindaco compreso?

Al tempo ricordo che era l’epoca in cui i consigli comunali erano caratterizzati dalle uniche azioni politiche che portavano la firma di Antonio Angelino che si riducevano alla sola offesa nei confronti del Sindaco Monopoli con l’appellativo “fascista, fascista, fascista” o sbaglio?

All’epoca dare del fascista ad un uomo, ad una persona perbene, che ricopriva una carica istituzionale non voleva dire servirsi dell’uso del fango? Il sottoscritto non ricorda opere o azioni di solidarietà da parte del surrogato consigliere di minoranza nei confronti della fascia tricolore quando veniva raggiunto da attacchi da parte della stampa o da lettere anonime tese a ledere la sua onorabilità!? Eppure adesso il leader di Caivano Conta vorrebbe fare appello al buon senso dei cittadini e della stampa compiacente per non fare uscire fuori, forse la verità, che interessa soprattutto alcuni componenti della sua famiglia e il suo comportamento silente nei confronti delle loro azioni.

L’argomento più delicato me lo sono, invece, conservato alla fine. A meno che il Consigliere Antonio Angelino non voglia anch’egli intraprendere la strada e la carriera del “professionista” dell’antimafia per nascondere le sue posizioni scomode tutto è niente. Mi riferisco alle sue rindondanti e ripetitive dichiarazioni sul fatto che nel 2020 ha gridato a gran voce di non voler i voti della camorra. Peccato per lui che però a contare siano i fatti e non le parole, perché per tutti basterebbe dire “la camorra è una montagna di merda” per allontanare qualsiasi dubbio di commistione, connivenza o assoggettamento alla criminalità organizzata.

Contano i fatti dicevo e i fatti del 2020 dicono che l’ex Consigliere Antonio Angelino è stato eletto anche grazie ai voti di Martino Pezzella – attualmente in carcere e condannato in primo grado a 9 anni e 8 mesi per associazione camorristica – allora candidato tra le file proprio della coalizione che vedeva Antonio Angelino candidato a Sindaco. Come se per la serie dicessimo: “non vogliamo i voti della camorra mentre candidiamo soggetti in ondore di camorra che poi verrranno condannati per camorra”.

Insomma se il tema non fosse così delicato e serio ci sarebbe da ridere e se non fosse che il leader di Caivano Conta – nonostante voglia vendersi eternamente per il giovane che avanza – sfiora quasi i quarant’anni, si potrebbe pure dire: “son ragazzi” ma affidargli le sorti di un’intera comunità con questi presupposti è alquanto azzardato se poi a tutto questo aggiungiamo che la sua campagna elettorale sarà sponsorizzata dai tecnici – architetti e ingegneri edili -, costruttori più in vista della città e un eurodeputato dem che è anche suo padrino di nozze Lello Topo, allora avrei seri dubbi a credere che la candidatura a Sindaco di Antonio Angelino sia la vera salvezza per Caivano.

L’eurodeputato è famoso per aver condotto la sua campagna elettorale alle ultime elezioni europee portando a cena in un ristorante di Giugliano ex Sindaci di Comuni sciolti per camorra, imprenditori colpiti da interdittiva antimafia e amministratori locali anti Pd tra cui Salvatore Bizzarro, imprenditore del settore dei trasporti ed ex presidente del consiglio comunale di Marcianise in provincia di Caserta. L’azienda di Bizzarro, “Autotrasporti Bizzarro” alcuni mesi prima fu colpita da interdittiva antimafia dalla Prefettura di Caserta. L’accusa è quella di un legame dei dipendenti con il clan Belforte, operante proprio a Marcianise, città dove Bizzarro è stato consigliere comunale e anche proprietario della squadra di calcio, il Real Marcianise. Alla stessa tavola era seduto anche Andrea Villano, ex Sindaco di Orta di Atella, a destra del tavolo con maglione nero e barba. Il Comune fu sciolto durante la sua amministrazione nel 2019 per infiltrazioni camorristiche. A Villano fu contestato di avere agito in continuità con la precedente amministrazione, quella di Angelo Brancaccio, condannato al carcere proprio per camorra, ed aver affidato deleghe a persone legate ad ambienti malavitosi ed alle precedenti amministrazioni. Villano è stato anche dichiarato incandidabile, tanto che ha dovuto rinunciare alla successiva campagna elettorale. Villano nel 2022 è finito a processo per voto di scambio in una vicenda assai curiosa. L’ex Sindaco è accusato di aver distribuito mozzarella agli elettori in cambio del voto durante il ballottaggio delle elezioni comunali del 2018. Nella tavolata “a ferro di cavallo” compaiono anche Marcello De Rosa, Sindaco di Casapesenna, e suo fratello Lello De Rosa, funzionario del Comune di Teverola, sempre in provincia di Caserta. Il Sindaco Marcello De Rosa, nell’aprile del 2023 è stato condannato a 3 anni per falso in atto pubblico. I De Rosa a Casapesenna sono una famiglia politica importante, lo stesso Lello, fratello dell’attuale Sindaco, in passato è stato a sua volta vice Sindaco del Comune casertano, nell’amministrazione di Casapesenna guidata da Fortunato Zagaria e sciolta per infiltrazioni mafiose perché accusata di intrattenere legami con il boss dei casalesi, Michele Zagaria, al tempo latitante.

Tutta brava gente insomma e siamo sicuri che questi restano amici e commensali del testimone di nozze dell’ex Consigliere Antonio Angelino e che lo stesso non conosca neanche i commensali del suo amico Topo ma lo stesso ci può assicurare che il suo testimone di nozze con le sue amicizie resteranno lontani dagli affari caivanesi? Dubbio legittimo di un cittadino caivanese attento, già infangato – sul vero senso della parola – dai maggiori mass media nazionali per avere la sola colpa di essere nato a Caivano e che non vorrebbe di nuovo il nome della sua città scritto a carattere cubitali sulle principali testate giornalistiche italiane.

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Editoriale

La classe politica di Frattamaggiore deve ancora abituarsi alla libertà di stampa

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FRATTAMAGGIORE – Stamattina voglio raccontarvi delle strane abitudini di gran parte della classe politica. Soprattutto nel rapporto con la stampa e con la comunicazione. Ne parlo con consapevolezza rispetto a quanto mi è accaduto in queste settimana. Abbiamo raccontato i fatti, semplicemente cosa è accaduto prima del Consiglio comunale dove l’unità del gruppo consiliare del Pd è andata, com’era facile prevedere, in frantumi. Abbiamo spiegato prima del Consiglio cosa avessero deciso i singoli consiglieri democratici. E i fatti ci hanno dato ragione.

Le reazioni? C’è chi ha minacciato querele non sappiamo per cosa, verificato che abbiamo solo riportato il “dietro le quinte” di azioni politiche e poi abbiamo espresso una valutazione evidente su cosa abbiano prodotto quelle azioni: la distruzione del gruppo consiliare del Pd.

Addirittura un consigliere comunale chiama in redazione, chiede una presa di distanza dall’articolo e quando gli ricordiamo che sul suo conto abbiamo solo anticipato la sua assenza al Consiglio, quindi era libero di dichiarare il contrario, ossia che avrebbe partecipato alla seduta, resta senza parole e riesce solo a pronunciare la frase: “No, no, sarò assente”. Allora abbiamo scritto la verità. Magari, vuole darci una sua opinione o versione diversa sulla dinamica dei fatti? Risposta secca, “no, no”.

Insomma, ci ha telefonato per un saluto affettuoso. Voleva smentire qualcosa che nemmeno lui sapeva. Capita quando si va in fibrillazione. Questo perché non si è abituati alla stampa libera, quella che s’informa, che racoglie fatti, li scrive e nelle analisi seguenti riconosce meriti e demeriti senza posizioni precostituite. Qui c’è l’abitudine, al netto delle ipocrisie, da parte della politica di controllare la stampa. E basta anche una minaccia di querela per far cancellare qualche articolo. È accaduto anche questo. Ci perdonerete, “Minformo” è altra roba.

In una dinamica democratica, raccontiamo i fatti e vogliamo dare a tutti la possibilità di esprimere un pensiero, di raccontare versioni diverse, di esprimere la propria valutazione, la propria visione dei fatti. Un giornale libero, aperto. A breve arriverà sui territori anche il nostro cartaceo e “MinformoTv” lancerà nuovi format televisivi, quotidiani e di approfondimento settimanale. Con ospiti ed una presenza costante sui territori. Insomma, la politica a Frattamaggiore deve uscire fuori dalla campana di vetro nella quale ha vissuto fino ad oggi.

La stampa non si compra, non si guida, non si zittisce e non si minaccia. Noi le notizie le raccogliamo in prima persona, non attendiamo che il politico di turno porti qualche carta magari avendo anche un obiettivo subdolo da raggiungere poco edificante e nasconderlo dietro la bandiera della legalità un attacco ad un avversario politico senza nemmeno metterci la faccia. E lo si fa armando una penninna di poco conto. Di esempi ne potremmo fare tantissimi.

Preferiamo assumerci l’onere e l’impegno di “scavare” i fatti, di ricostruire dinamiche e azioni, di informare i cittadini su ciò che accade nel dietro le quinte, senza altro interesse se non la verità. E, ripeto, “Minformo” è aperto a tutti coloro che vogliono esprimere una posizione. Le minacce di querela, però, lasciatele nel dimenticatoio. Ci farete più bella figura e ne guadagnerete in credibilità. Anche perché le querele temerarie lasciano il tempo che trovano e poi è assurdo che un giornalista va querelato per intimidirlo mentre tra loro si delegittimano, s’infangano, raccontando peste e corna l’un dell’altro e poi, come se nulla fosse, li trovi insieme attorno ad una tavola per decidere quali azioni mettere in campo. Un po’ di serietà non guasterebbe. Se ritengo che una persona sia un poco di buono, non mi fermo con lui nemmeno a prendere un caffè. Figuriamoci se condivido un’azione insieme oppure un percorso lungo finalizzato alla campagna elettorale. Si chiama dignità.

Certo, chi è abituato a comportarsi così, ci metterà tempo per adeguarsi alla libertà di stampa, ad una stampa non controllata, non gestibile. E forse, proprio la presenza di un’attività d’informazione seria, potrà migliorare col tempo persino la qualità e i comportamenti della politica.

Una distorsione che si verifica anche nella Comunicazione. Frattamaggiore è l’unico comune dove comunica il sindaco e al massimo un paio di consiglieri comunali. Poi silenzio. E chi comunica non parla di temi, non aggiorna i cittadini sulla politica, sui nuovi assessori, sulla composizione della nuova giunta, sugli aggiornamenti amministrativi. Niente. Non è comunicazione politica. Al massimo, chi si sforza, mette foto belle come se fosse un influencer, il compleanno suo, dei figli, della mamma, del papà, del nonno. Come se fosse Chiara Ferragni e non un politico da cui i cittadini vorrebbero solo ottenere informazioni e anche riflessioni sulla vita politica e amministrativa della città.

La cosa peggiore accade quando un consigliere scrive un post polemico, all’improvviso, dopo anni di silenzio, per essere “chiamato” e poi a telefonata avvenuta lo cancella. Qui è normale perché non si parla e se si parla, pure con toni alti, lo si fa con l’indicazione sempre di una parte politica. Quindi, è sempre tutto funzionale alla politica e gestito dalla politica. La critica, l’offesa. Tutto organizzato e gestito dalle parti politiche. Toni alti, toni bassi, silenzio, lo decide sempre la politica.

Nessuno lo confermerà ma che sia una realtà storica e determinata, me l’hanno confermato proprio quei politici in decadenza che questo meccanismo a Frattamaggiore l’hanno inventato. Quindi, da questo punto di vista bisogna migliorare e soprattutto iniziare ad abituarsi alla libertà di stampa, all’informazione che verifica e racconta, che esprime giudizi e che dà spazio a tutte le posizioni. E spero che pure i politici frattesi inizino finalmente a parlare di temi senza alzare polveroni scandalistici per coprire i “bubboni” che si annidano da anni negli uffici come la questione rifiuti (nessuno ha scritto un rigo), la questione delle cooperative (anche su questo tema le cose concrete e veramente da chiarire nessuno le ha ancora scritte), tanto per citare un paio di esempi. Qui si parla di legalità ma non si ha il coraggio nemmeno di raccontare le questioni giudiziarie per ciò che sono.

La classe politica di Frattamaggiore deve imparare a mettersi in gioco mettendoci la faccia, assumendo posizioni e assumendosi la responsabilità delle decisioni e delle azioni.

Tornando al disastro Pd, una domanda che approfondiremo: com’è possibile dare credibilità a consiglieri che decidono di fare un’azione contro il sindaco e la giunta quando hanno in giunta degli assessori? Uomini di lotta e di governo. Fa già ridere così. Anche su questa elementare valutazione, nemmeno un rigo. Passa tutto inosservato perché come detto è sempre la politica che guida, detta tempi, modi e temi.

Giustifichiamo la fibrillazione di questi giorni dopo i nostri articoli, ma “Minformo” è altra cosa. A disposizione di tutti per parlare, intervenire, per rilasciare dichiarazioni, interviste, in Tv, sul giornale web o sul cartaceo che a breve troverete in distribuzione gratuita sul territorio.
Fatti, riflessioni, opinioni e spazio a tutti. Questi siamo noi

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