Destra che avanza, ma che non travolge i partiti moderati. Anzi, la ‘maggioranza Ursula‘, quella composta da Partito Popolare Europeo, Socialisti, Renew Europe e Verdi, è più forte che mai. Complice l’exploit del Ppe e il fatto che, nonostante la tendenza calante in molti Paesi d’Europa, i Socialisti abbiano retto. Dati che hanno contribuito a fermare il crollo in casa dei liberali, dovuto soprattutto allo schianto di Emmanuel Macron, doppiato da Rassemblement National di Marine Le Pen, e ai risultati non ottimali dei Verdi.
Così la coalizione di partiti tradizionali e moderati resiste e anzi si rilancia. E lo fa sotto la bandiera del Ppe che, adesso, farà la voce grossa in sede di trattative, con 189 seggi (+13 rispetto al 2019), 11 capi di Stato e di governo che siedono nel Consiglio europeo e i tre capi di governo più votati d’Europa, ossia il polacco Donald Tusk, il croato Andrej Plenković e il greco Kyriakos Mītsotakīs.
Tengono anche i Socialisti. Nonostante il tonfo pesante di Olaf Scholz in Germania, reggono, seppur dietro ai Popolari, in Spagna, sono ancora alti in Portogallo e, soprattutto, rinascono in Francia e ottengono risultati che non si vedevano da anni in Italia col Pd. Così, al momento, perdono solo quattro scranni (135). Se a questi si aggiungono gli 80 rappresentanti dei liberali di Renew (in calo di ben 22 seggi) ecco che la maggioranza è servita: 404 seggi sui 361 necessari.
(fonte: thegap_media)