NAPOLI – Le urne a nord di Napoli confermano il dato dell’Italia Meridionale. La conurbazione a nord di Napoli è scissa in due, da un lato quelli che si sono fatti incantare dalle sirene della propaganda di regime e le omelie di Patriciello e dall’altro lato gli assistenzialisti e gli antifascisti.
Un risultato scontato nelle città a nord di Napoli è stato quello del Movimento 5 Stelle che al netto dell’intestazione del merito di chicchessia, il partito dei grillini vanta ancora un voto liquido pesante, dettato dalla speranza di un ritorno del vecchio Reddito di Cittadinanza, ma andiamo ad analizzare comune per comune, partendo dal più grande e da quello che finora si è contraddistinto per ideologia politica: Afragola.
Nella città normanna, oltre ogni aspettativa, stravince il M5S col 22,23% seguito dalla normalità cittadina dove ancora una volta l’ex Senatore Nespoli mostra i muscoli con la Lega, facendo affermare il partito del carroccio al 17,37% trainato dalle 2022 preferenze di Angela Russo. Terzo in città il partito del Presidente del Consiglio Biagio Castaldo che però è più trainato dal voto liquido di Giorgia Meloni che dalle preferenze dell’architetto, dato che il suo candidato si ferma alle 431 preferenze. Il governo cittadino formato dal duo Lega-Fdi è seguito a ruota da Forza Italia dove gli sforzi partiti dai banchi dell’opposizione di Gennaro Giustino si fermano al 13,57% con le 1356 preferenze di Fulvio Martusciello, ovviamente questo il risultato da spartirsi con l’altro consigliere di opposizione Giacinto Baia. Ottima prova invece, dell’oramai scomparso partito democratico che colleziona il 13,45% complice anche la spinta del duo Ruotolo-Annunziata. Un risultato che sicuramente fa bene all’immagine del giovane Pri – Pasquale Rosario Iazzetta – segretario cittadino. Chi invece si afferma terza forza sul territorio dopo Nespoli e Giustino è il nuovo che avanza già Presidente dell’Afragolese Calcio Raffaele Mosca che con l’aiuto del suo gruppo consiliare “Più Europa” porta a corredo dell’avellinese Alfonso Maria Gallo ben 971 preferenze facendo attestare la lista “Stati Uniti d’Europa”, che a livello nazionale non supera la soglia di sbarramento, al 10,03%.
A Caivano invece, non bastano le sirene propagandistiche della Meloni e le omelie del prete Patriciello. La comunità gialloverde chiede a gran voce il Reddito di Cittadinanza e lo fa attraverso il voto liquito regalato a Giuseppe Conte che durante questa campagna elettorale ha persino invocato il “Reddito di Cittadinanza Europeo”. Chi conosce bene le problematiche e le vive dal di dentro non vota Meloni. Infatti quei pochi del Parco Verde che si sono riversati alle urne hanno preferito barrare il simbolo pentastellato che nel comune gialloverde sbaraglia col suo 32,88%. Ovviamente un risultato che non va attribuito per niente a chi furbescamente ha tentato di accreditarsi il merito facendo stampare il suo faccione accanto a quello di Giuseppe Conte, invitando i caivanesi a barrare solo il simbolo. Sto parlando del deputato Pasqualino marsupio Penza che ha incentrato la sua campagna elettorale sfruttando il vento d’opinione del suo partito. A chi invece va dato merito del risultato, ovvero delle 650 preferenze di Danilo Della Valle sicuramente all’ex Consigliere Francesco Giuliano e al suo gruppo di fedelissimi che pancia a terra hanno effettuato il caseggiato con fac-simile a corredo. Non bastano le strette di mano riprese fugacemente dal social media manager di turno ai fratellini d’Italia caivanesi, dato che il loro candidato, Ambrosio, non va oltre le 267 preferenze. Mentre il partito della fiamma raccoglie il consenso della destra caivanese attraverso la figura della Premier Giorgia Meloni. Ma Caivano si sa, non è mai stata di destra e quei 1344 che hanno scritto Giorgia sulla scheda, sicuramente sono stati eterodiretti dalla fede cristiana e dalle sirene di una pseudoriqualificazione del territorio che ha potuto incantare solo qualche stolto commerciante che spera che dal tavolo del centrodestra cada qualche briciola di pane per poter guarire i propri guai giudiziari e finanziari. Al terzo posto troviamo un ringalluzzito PD che formato dai componenti di sempre fanno registrare il 14,80% dei consensi, trainati dal successo un po’ diffuso in tutti i comuni della provincia di Napoli di Lello Topo con le sue 502 preferenze. Ovviamente questo è un bottino che il PD deve dividersi col leader di Caivano Conta Antonio Angelino, conosciuto come figlioccio dell’ex Sindaco di Villaricca. Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, una volta cercato di intestarsi il risultato su Topo, l’ex Consigliere ha intenzione di effettuare una nuova OPA nel PD cittadino e rientrare nel partito dalla porta principale. Bisogna vedere come la pensano i senatori del partito a partire da Mimmo Semplice e Franco Marzano.
Chi invece non teme spartizioni e si intesta l’intero successo del PD cittadino è il Sindaco di Cardito e vicesindaco metropolitano Giuseppe Cirillo che fa registrare il partito dem come primo partito sul proprio territorio col 34,83% portando a corredo di Lello Topo ben 2207 preferenze. Cirillo stacca considerevolmente il suo antagonista Peppe Barra che con la candidatura di Sandra Lonardo Mastella in Stati Uniti d’Europa riesce a collezionare solo 900 preferenze, riuscendosi a prendere solo la magra consolazione di far collezionare alla lista “Stati Uniti d’Europa” che non ha raggiunto la soglia di sbarramento a livello nazionale, il 15,28% classificatosi terza sul territorio dietro al voto interamente liquido del Movimento 5 Stelle.