In Italia, dall’inizio dell’anno, 39 detenuti si sono suicidati in carcere.
Un dato allarmante che dimostra la necessità di risolvere le emergenze legate alle minime, dignitose condizioni di vita per i reclusi e, soprattutto, al sovraffollamento.
E a Poggioreale, la struttura penitenziaria più affollata d’Italia e d’Europa, l’avvocatura si è data appuntamento ieri per una “maratona oratoria” organizzata dalla Camera Penale di Napoli.
L’obiettivo resta quello di rappresentare alla società civile la condizione dei detenuti, il degrado della realtà carceraria, le inefficienze del sistema, le mancate riforme, ma anche una certa indifferenza della politica.
Il numero ufficiale dei suicidi nelle carceri – fa sapere ancora la Camera Penale partenopea – è salito a 39 dall’inizio dell’anno, a cui si aggiungono le morti non classificabili come suicidi, e i decessi per insufficiente o mancata assistenza sanitaria dei detenuti: “Numeri – si legge in una nota dei penalisti – che impongono di agire per arginare il fenomeno, e far sì che la pena, oltre che certa, sia scontata in maniera legale”.