Le testimonianze degli agenti, l’odore dell’alcol o anche l’incapacità di chi è alla guida a rispondere alle domande, sono sufficienti per provare lo stato di ebbrezza.
A stabilirlo è la Cassazione. Ne dà notizia il Messaggero di oggi.
Per verificare l’ubriachezza, secondo quanto spiegato dai giudici, bastano elementi “obiettivi e sintomatici”. Sicché, non servirebbe più l’alcoltest a verificare che il tasso alcolemico superi la soglia consentita di 1.5.
Respingendo il ricorso di un automobilista di Brescia, la Cassazione spiega che “poiché l’esame strumentale non costituisce una prova legale, l’accertamento della concentrazione alcolica può avvenire in base ad elementi sintomatici per tutte le ipotesi di reato previste dall’articolo 186 del Codice della strada e qualora vengano oltrepassate le soglie superiori la decisione deve essere sorretta da congrua motivazione”.
Per i giudici, congrue motivazioni per stabilire la presenza di alcol nel sangue sono anche le testimonianze e non i test.