Caivano

CAIVANO. Le scelte dei caivanesi alle prossime europee metteranno in mostra la vera identità dei soliti politici locali

Pubblicato

il

CAIVANO – Elezioni europee in vista. Mancano cinque giorni al silenzio elettorale e in città non si vive quell’aria di elezioni. Sicuramente a questa tornata elettorale il vincitore sarà il partito dell’astensionismo ma per quei pochi collocati, per quei pochi che hanno ancora il coraggio di far vedere in giro la loro faccia da promuovere alle prossime amministrative di Caivano, si registra tutto il loro impegno a misurarsi con i numeri in piena sintonia con la politica centrale che usa le elezioni europee per misurare il consenso del proprio partito.

I più furbi, quelli che ammaliati dai colori del Delphinia, compreso il prete testimonial, hanno scelto la strada di Fratelli d’Italia. Convinti che le strategie della Premier sul comune gialloverde hanno portato grande visibilità e credibilità al partito della fiamma tricolore. Da puri tifosi, convinti che votando si vada a vincere una partita di calcio, insieme ai vecchi nostalgici del regime, si stanno prodigando a fare campagna elettorale per la Giorgia nazionale e l’impresentabile, finito nella lista diramata dalla Commissione Antimafia, Alberico Gambino.

Peccato per questi che a Caivano quasi nessuno ha dimenticato lo sgambetto che la Meloni ha fatto al Reddito di Cittadinanza ed è proprio dal quartiere dove la Premier immaginava di raccogliere maggior consenso, con l’aiuto fattivo del prete di periferia, che raccoglierà meno preferenze. Da indiscrezioni raccolte nelle ultime ore, il sentimento del Parco Verde è riconoscente verso l’unica misura assistenzialistica che per i suoi abitanti ha realmente funzionato e quindi, quei pochi che si riverseranno alle urne, lo faranno solo ed esclusivamente per ringraziare Giuseppe Conte barrando il simbolo del Movimento 5 Stelle.

Tenta di fare il furbo invece, il deputato pentastellato caivanese Pasquale marsupio Penza che interpretando il pensiero dell’indigenza caivanese, ha pensato bene di associare il suo volto a quello di Giuseppe Conte e al posto di contarsi su una preferenza come fanno tutti, sta promuovendo la “X” sul simbolo del M5S, in maniera tale da attribure a se il risultato del voto liquido caivanese. In realtà, il deputato potrebbe anche deporre il suo marsupio, rigorosamente indossato sempre a tracolla, pieno zeppo di volantini e fac simile, poiché i caivanesi si riverseranno comunque a votare Giuseppe Conte – e non certo grazie a lui – nella speranza di far tornare in auge il Reddito di Cittadinanza.

Quello che, invece, si vende per nuovo ma già sa di vecchio è il leader di Caivano Conta Antonio Angelino che, cercando di accreditarsi in maniera trasversale verso tutte le forze politiche, non tradisce il suo padrino di nozze Lello Topo ma contestualmente non riesce a mantenere compatto il resto del gruppo verso i suoi dettami.

La dimostrazione di una sua leadership alquanto debole si nota dal fatto che il suo gruppo è diviso in quattro parti dove c’è lui e pochi intimi che promuovono il dem Lello Topo, una frangia, da sempre mastelliana, mentre lo ha accompagnato al comizio carditese del suo padrino voterà – pel tramite di alcuni sponsor calcistici – proprio l’impresentabile Gambino di Fratelli d’Italia, mentre un’altra parte sta promuovendo l’eurodeputato uscente Giosi Ferrandino candidato nelle fila di Azione di Calenda.

In poche parole il gruppo di “Caivano Conta”, conta di poter contare su tutto l’arco costituzionale, partendo dalla sinistra di Topo, passando per il centro di Ferrandino, per poi finire all’estrema destra con il nominato dalla Commissione parlamentare antimafia Alberico Gambino. Questa è la politica 2.0 che ha in mente il giovane-vecchio Angelino.

Da questo quadro generale si può benissimo vedere come la strada per una concezione diversa di fare politica con un’intera classe dirigente completamente rinnovata e votata solo ed esclusivamente al bene pubblico sia ancora lunga e come sia abbastanza eloquente il fatto che finché sul territorio siano sempre gli stessi a muoversi e a promuoversi, a queste latitudini mai nulla potrà cambiare.

Popolari

Exit mobile version