Il presidente della Repubblica SergioMattarella ha nominato Marina Elvira Berlusconi Cavaliere del Lavoro. Il suo nome compare nella lista dei 25 Cavalieri del Lavoro nominati dal Capo dello Stato, su proposta del ministro del Made in Italy AdolfoUrso.
Silvio Berlusconi ricevette l’onorificenza a 41 anni nel lontano 1977, dall’allora presidente della Repubblica GiovanniLeone, al cui fianco c’era il ministro dell’Industria Carlo Donat Cattin. Quel titolo lo fece appunto diventare “Il Cavaliere”, ma l’ex premier uscì dall’Ordine dei Cavalieri ad agosto 2013, quando diventò definitiva la condanna per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset. Solo nel 2018 il Tribunale di sorveglianza di Milano “riabilitò” Berlusconi, cancellando l’incandidabilità e restituendogli il titolo di Cavaliere del Lavoro. Il fondatore di Forza Italia, morto il 12 giugno di un anno fa, compare infatti nella lista del Quirinale.
CAIVANO – Nel 1870, con la Presa di Roma, il Regno d’Italia aveva annesso quanto rimaneva degli Stati della Chiesa, ponendo fine al potere temporale dei papi. L’Italia delineò unilateralmente i suoi rapporti con la Chiesa e la Santa Sede nel 1871 con la legge delle Guarentigie, che Pio IX non riconobbe mai, appunto in quanto unilaterale, né lo fecero i suoi successori. Al contrario Pio IX nel 1874 interdisse la partecipazione dei cattolici alla politica italiana con la bolla papale denominata “Non Expedit”, attraverso la quale si dichiarò inaccettabile che i cattolici italiani partecipassero alle elezioni politiche del Regno d’Italia e, per estensione, alla vita politica nazionale italiana.
Divieto gradualmente alleggerito, per poi essere annullato del tutto nel 1929. Il desiderio di papa Pio XI di salvaguardare giuridicamente la libertà d’azione della Chiesa dopo l’avvento del Fascismo, assieme a quello del dittatore Mussolini di incanalare nel movimento fascista il cattolicesimo nazionale, portarono alla firma dei Patti Lateranensi. I Patti presero il nome del Palazzo di San Giovanni in Laterano in cui furono firmati. Li sottoscrissero il Cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri per la Santa Sede ed il Capo del governo primo ministro segretario di Stato Benito Mussolini per il Regno d’Italia. Quel giorno Mussolini disse “Sono più bravo di Cavour“. A Caivano Patriciello disse: “La Meloni è stata più brava di Renzi e Conte“
A distanza di 95 anni la storia si ripete a Caivano. Una parte della Chiesa caivanese in netta controtendenza con le idee del Papa e dei Vescovi – vedi le posizioni dei vescovi sullo Ius Soli e la visita del Papa fatta l’altro giorno a Emma Bonino – stringe un patto ben saldo col governo Meloni dichiaratamente fascista poiché mai smentita la voce sugli ideali di appartenenza dall’attuale Premier.
Dalla prima visita della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Caivano nulla è cambiato, a parte la riqualificazione dell’ex Delphinia, tra l’altro anche sottratto alla comunità caivanese, per il risanamento del territorio non è stata attuata nessuna misura in termini di riabilitazione sociale e culturale né instillati fondi all’interno del tessuto economico della città. Dall’ultimo report in nostro possesso degli € 27,9 mln dei fondi FSC sono stati spesi € 18.490.331, 87 di cui € 13.076.772,93 per la riqualificazione del Centro Delphinia.
Eppure una parte della Chiesa nella persona di Maurizio Patriciello, quello che rimane della destra caivanese e alcuni servi sciocchi abituati a vivere di lecchinaggio verso il potente di turno gridano ad alta voce “viva Meloni”. A distanza di 14 mesi possiamo asserire, senza tema di smentita, che il commissariamento straordinario di Governo per il risanamento del territorio di Caivano sia stato solo un atto di sostituzione del potere come tenterò di dimostrare in seguito.
Al punto tale che il prete Maurizio Patriciello sembra addirittura sia diventato parte integrante di tutte le azioni pensate dal governo centrale sul territorio. Tralasciando le parate militari a cui pare tanto piacciono alla toga caivanese – altro esempio di contraddizione: la Chiesa, la casa di Dio, un dio fatto di amore e pace che benedice e idolatra l’esercito e le forze belliche del Paese – prendiamo ad esempio un evento che si terrà nel Santuario di Maria SS di Campiglione lunedì 11 novembre che riguarda la Celebrazione del Centenario della Cappella dedicata ai Caduti.
Un evento fissato a distanza di dieci giorni dalla celebrazione della memoria dell’unico esempio di lotta all’antimafia caivanese Domenico Celiento. Quasi a voler mostrare i muscoli di una Chiesa forte e dominante in pieno accordo col governo centrale e in contraddittorio con la parte sana e laica della città.
Un evento che dimostra quanto ci sia commistione tra Chiesa e Governo e quanto poco scopo culurale ci sia osservando solo la sua nomenclatura, la stessa che si ripete poi anche in altri eventi come quello di Afragola che si è tenuto in queste ore alla Masseria Ferraioli in occasione della consegna dell’immobile destinato al centro per le donne vittime di violenza.
Oramai ci accorgiamo della presenza di una Prefettura totalmente asservita alla Politica e in questo caso al Governo Meloni. Mi domando, in effetti, se il Prefetto Michele di Bari in realtà conosce a fondo le vicende che riguardano i propri commensali o se si presenta agli eventi solo perché invitato. Mi domando inoltre se il Prefetto di Napoli sia a conoscenza dell’ultimo incarico ricevuto dal Prefetto in quiescenza Filippo Dispenza a Torino in qualità di membro del gruppo di prevenzione e contrasto all’illegalità sui fondi che serviranno a costruire quattro ospedali in Piemonte. Nomina ricevuta dal partito Fratelli d’Italia e che lo incardina precisamente nel ruolo di uomo di governo, una nomina politica in netto contrasto con quella prefettizia ricevuta a Caivano e che lascia intendere quanto la Prefettura sia ingerita dal Governo Centrale. Allora vorrei un attimo soffermarmi sul resto della nomenclatura che questo governo vanta di mettere in mostra insieme alla Chiesa di Campiglione che, secondo il mio modesto avviso, dato anche il mancato invito fatto al vero titolare della Chiesa Maria SS di Campiglione don Antonio Cimmino, è ingerita dal prete Patriciello.
Partiamo dalla Dott.ssa Pina Castiello, sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega per il Sud e vicesindaco di Afragola nota alle cronache del territorio per essere stata oggetto di alcune dichiarazioni di un pentito di spicco del clan moccia: «Il boss Luigi Moccia era intimo amico dell’ex senatore (An) Vincenzo Nespoli, io Nespoli l’ho definito un criminale. Pina Castiello era molto vicina a Nespoli ed era a totale disposizione nostra, del clan Moccia».
A parlare così al quotidiano Domani in un servizio del collega Nello Trocchia è il collaboratore di giustizia, Salvatore Scafuto, meglio conosciuto come Totore ‘a carogna, reggente per anni del clan Moccia, i signori della camorra. Il clan controlla Afragola, Caivano, anche il Parco Verde e, da tempo, fa affari e domina anche a Roma. Il collaboratore parla di Pina Castiello, sottosegretaria con delega ai rapporti con il parlamento, in prima linea nelle manifestazioni sul territorio, in foto con la premier, Giorgia Meloni, con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e con i vertici delle forze dell’ordine. Questo è quanto si legge sul quotidiano edito da Carlo De Benedetti.
Inoltre la Sottosegretaria Pina Castiello anche se risulta essere residente a Formia dove vive il figlio con i nonni, nei suoi momenti di relax che la tengono lontana dalle fatiche romane, vive proprio a Caivano in un ranch con attiguo tiro al volo e quagliodromo che presenta alcuni profili di abusivismo, specialmente per quanto riguarda i sottotetti, oggi trasformati in veri e propri appartamenti, per non contare il fatto che la licenza sia stata sicuramente rilasciata per casa di alloggio per uso agricolo data la destinazione d’uso dei terreni e non certamente per una villa di lusso con tanto di piscina per come si presenta nelle foto.
Ma questo è il segreto di Pulcinella dato che di questo argomento se ne è sempre parlato ma nessuno mai delle istituzioni che vantano legalità e rispetto delle leggi ha mai avuto il coraggio di approfondire la questione. Inoltre da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo quel villone che insiste su terreno agricolo che presenta locali commerciali al piano terra che dovrebbero fungere da deposito e appartamenti per un totale di 16 vani, non risulta presente nei registri del Comune di Caivano sotto il profilo dei tributi TARI. Infatti gli abitanti di quella struttura non pagano la TARI e a quanto pare il servizio di igiene urbana su quell’immobile viene espletata dalla ditta dei rifiuti del Comune di Afragola dove la Sottosegretaria Pina Castiello espleta il ruolo di vicesindaco.
La stessa vicesindaco che presta il suo ufficio di via Oberdan per un incontro tra il Sindaco Pannone e alcuni dirigenti del Comune di Afragola col titolare de facto di una ditta affidataria di un incarico di supporto all’Ufficio Gare e Appalti del valore di 134mila euro il cui Amministratore risulta essere il RUP della Centrale Unica di Committenza dell’area nolana a cui afferisce il Comune di Afragola per l’espletamento delle proprie gare d’appalto. Un conflitto di interesse grande quanto una casa prodotto proprio sotto gli occhi della sottosegretaria del Governo.
Per non contare tutti i processi in atto nel Comune di Afragola che riguardano il dominus politico della Castiello e le ingerenze che lo stesso fa all’interno dell’Amministrazione comunale.
Allora una delle mie riflessioni è rivolta anche al Prefetto Michele di Bari, sempre presente agli eventi del Governo centrale e del prete Patriciello e la coincidenza che si presenta sul mancato invio, finora, di Commissioni di Accesso in comuni amministrati dai partiti appartenenti al Governo centrale e che presentano tutti i crismi per essere sottoposti a indagini, come quelli di Afragola e di Poggiomarino dove in quest’ultimo nel 21 ottobre scorso i carabinieri di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea nei confronti del sindaco Maurizio Falanga, del vice sindaco di Poggiomarino Luigi Belcuore e di un imprenditore con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, il cui consigliere di Fratelli d’Italia Giuseppe Orefice, estraneo ai fatti di cui sopra, ma citato nelle documentazioni prodotte dalla Procura come cugino del pregiudicato Giovanni Orefice appartenente al clan di Rosario Giugliano risulta essere una conoscenza caivanese perché firmatario del contratto dell’appalto della mensa scolastica a Caivano e molto amico della ex Consigliera di Fratelli di Italia Giovanna Palmiero.
Una coincidenza che mi balza agli occhi e che unita alla nomina politica del Commissario Filippo Dispenza lasci immaginare quanto l’organo della Prefettura sia a stretto contatto con il Governo di centro destra.
Per quanto riguarda il dott. Fabio Ciciliano dovremmo scrivere a Chi l’ha Visto, dato che dalla sua nomina a capo della Protezione Civile a Caivano non è stato più visto, tra l’altro, al netto che il DPCM della sua proroga stenta ancora a comparire sul suo sito e forse sfuggito a noi la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dopo l’emorragia di denaro pubblico, ampiamente descritto nei miei editoriali, e dopo le elezioni europee tenutesi nel giugno scorso, tutti i cantieri aperti dallo stesso risultano sospesi, al netto di quello che riguardano i locali e l’aula magna dell’Università Federico II nell’ex ICIF affidato a Sport & Salute SpA e dati in sub appalto ad un grande elettore di Fratelli d’Italia sul territorio.
Considerando inoltre il ruolo chiave del prete Maurizio Patriciello avuto sin dagli albori di questa vicenda legata all'”annessione” – come preferisco chiamarla io – di Caivano da parte del Governo Centrale, sembra proprio che questo accordo Stato-Chiesa in stile Patti Lateranensi sia finalizzato ad un controllo del territorio ben delineato.
Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che all’indomani del fallimento della Festa di Campiglione, in accordi con la Commissione Straordinaria, l’attuale Priore e Rettore del Santuario Maria SS Campiglione P. Dominic Praaven Lawrence dell’ordine dei carmelitani abbia accettato di farsi aiutare proprio dal prete anticamorra nell’organizzazione della prossima festa di Campiglione. Praticamente, grazie al governo Meloni e alle sue ingerenze per la prima volta la Festa di Campiglione non sarà organizzata da caivanesi bensì da un anglo-indiano e da un frattaminorese.
A tutto questo aggiungiamo che il Comune di Caivano sotto l’egida della terna commissariale prefettizia ha ritenuto opportuno di dotarsi di venti nuove figure amministrative di cui diciannove scelte attraverso un concorso Ripam condotto direttamente dal Ministero e una col metodo della mobilità attingendo la figura da un altro comune.
Bene, quest’ultima figura è stata scelta dal Comune di Calenzano in Provincia di Firenze e corrisponde ad un cittadino caivanese molto vicino al prete Patriciello per aver immortalato tutte le lotte fatte sul discutibile tema della “terra dei veleni” ed aver aiutato il prelato alla diffusione del messaggio sui terreni inquinati di Caivano, lo stesso messaggio che ha causato il fallimento di 5 aziende agricole che esportavano prodotti tipici in tutto il mondo. Stiamo parlando del fotografo Mauro Pagnano.
Attenzione, nulla quaestio, dal punto di vista del merito. Poiché tutto è stato fatto secondo le norme vigenti e Mauro Pagnano possiede tutti i requisiti ed è e sarà un’ottima risorsa che andrà ad arricchiere il quadro funzionario-dirigenziale del Comune di Caivano. Ottimo professionista che molto probabilmente ricoprirà il ruolo di dirigente – classe D – dell’Ufficio Anagrafe.
Quello che si discute è il metodo. Si poteva scegliere di assumere 15 con Ripam e 5 con mobilità? Si poteva scegliere di assumere tutti e venti con il metodo della mobilità? Perché la formula del 19+1? Anche questa è una coincidenza che lascia pensare a un tipo di politica clientelare, tra l’altro praticata stavolta da un organo non eletto dal popolo e che determina solo una mera sostituzione del potere sul territorio e non un vero e proprio cambiamento teso alla trasparenza come vogliono farci credere.
Quindi la mia domanda è: a chi sta giovando questa pseudo-riqualificazione del Governo Meloni? Siamo sicuri che dalla democrazia sporcata dalla vecchia classe dirigente con le sue commistioni e omertà non siamo passati alla gestione monocratica e teocratica del territorio tesa al Pensiero unico di memoria fascista? Ai posteri l’ardua sentenza.
Il segretario regionale di FI, Fulvio Martusciello, ha ufficializzato in una nota una serie di nomine per rafforzare la struttura del partito in Campania. Ecco le sue dichiarazioni:
“Accanto al coordinatore regionale vicario Pasquale Perrone Filardi, sono stati nominati Franco Cascone come vice coordinatore regionale, e i componenti della segreteria regionale l’on. Nello Di Nardo, il senatore Raffaele De Rosa e l’on. Ermanno Russo. Dario Colombo, di Torre del Greco, assume invece il ruolo di responsabile regionale per le adesioni. Siamo certi che l’esperienza che accomuna ognuno dei prescelti ci renderà ancora più forti in Regione Campania”.
Al suo arrivo al Consiglio Europeo informale di Budapest, la premier Giorgia Meloni ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito all’incontro, tornando a parlare anche delle recenti elezioni Usa conclusesi con la vittoria diDonald Trump. Ecco le sue parole:
“A me pare che l’Europa debba trovare una quadra e prendere le misure di sé stessa. Sembra che scopriamo dei dibattiti oggi: penso al tema della competitività, dei dazi. Però ricordo che il dibattito sulla competitività europea è iniziato mesi fa all’indomani dell‘Inflation Reduction Act. Se volessimo dirlo con una battuta che ricorda appunto i presidenti americani, non chiederti cosa gli Stati Uniti possano fare per te, chiediti cosa l’Europa debba fare per sé stessa, che è il dibattito di questa mattina. Elon Musk è un valore aggiunto del nostro tempo e un possibile interlocutore”.
“In merito alla guerra gli ucraini hanno avuto un coraggio straordinario, l’Occidente ha sostenuto l’Ucraina e penso che questo sia l’elemento che fa la differenza. Dopodiché ovviamente vedremo come evolve lo scenario nelle prossime settimane, ma io ribadisco chefinché c’è una guerra l’Italia sarà al fianco dell’Ucraina. Mi dispiace che anche su questo si riesca a fare una polemica su una cosa completamente inutile, non so cosa si intenda per svilire i diritti sindacali che questo governo difende molto meglio della sinistra al caviale”.