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Politica

Scafati, c’è la disponibilità per il congresso cittadino FDI

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A comunicare la decisione di fare quanto prima il congresso cittadino è De Luca Raffaele, componente del comitato elettorale per le Europee . Abbiamo incontrato il consigliere comunale Salvati e l’avvocato Santocchio, per comunicare le nostre intenzioni in merito al comitato elettorale e di come organizzare il futuro politico di FDI in città.
L’argomento principale è stato fare il congresso e individuare chi potrebbe essere il profilo giusto per la segreteria cittadina, caratteristiche non semplici visti i trascorsi impegni elettorali .
Entrambi i referenti hanno dato la loro disponibilità cercando di trovare la strada giusta e di lavorare per il partito e non per ambizioni personali .
De Luca Raffaele ribadisce che il segretario cittadino sia fondamentale per l’attività politica, e che deve affiancarsi al consigliere Comunale nelle interpellanze politiche .
Ora a Salvati e Santocchio la decisione di convocare quanto prima il congresso nei prossimi 15 giorni.

Caivano

CAIVANO. L’ex Sindaco Falco. Un’intervista che si poteva evitare. Al posto di difendere la comunità difende sé stesso

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CAIVANO – Ho letto l’intervista rilasciata dall’ex sindaco Enzo Falco, incandidabile in vista della prossima tornata elettorale. Sarò come sempre sincero. Non mi è piaciuta, soprattutto nella parte in cui si vuole giustificare di fronte a quanto accaduto.

Lo spiego con estrema umiltà e sincerità. Innanzitutto, perché è rimasto in silenzio per due anni, quando tutti su Caivano scaricavano quintali di letame considerando le abitudini di un manipoli di corrotti e delinquenti come il claim di tutta la città e di tutti quelli che qui ci abitano. In quella fase Enzo Falco doveva avvertire la necessità di metterci la faccia. Non per giustificare se stesso ma per difendere la città, i residenti, l’immagine di questo territorio sacrificato sull’altare della visibilità personale di tutti quelli che speculano da anni sull’Antimafia di facciata.

Caivano era, è stata ed è sotto attacco e tutta la classe politica – nessuno escluso – si è lavata le mani. Si è nascosta per due anni. L’ha lasciata da sola, negli obiettivi, non solo delle telecamere, di chi qui ci ha romanzato e costruito un racconto fatto di menzogne e di suggestioni. C’è la camorra, come altrove; ci sono le piazze di spaccio come altrove; c’è la gente perbene come altro, più di altrove. E quella gente perbene meritava rappresentanza, meritava una voce, meritava uno spazio, meritava una difesa. Invece nulla. Tutti zitti.

A dimostrazione che di Caivano non ve ne frega un buco. È sempre stato il bancomat della classe politica collusa e corrotta. Nulla di più. Senza amore, senza passione e senza dignità. Questa è stata la politica locale negli ultimi due anni. E da uno come l’ex Sindaco tutti si aspettavano di più, tutti si aspettavano una difesa della città che ha governato con gente che l’ha portata nello scandalo più imbarazzante della storia. Purtroppo è rimasto in silenzio. E dopo due anni esce allo scoperto ma non lo spiega.

E la sua prima uscita pubblica, quasi come se fosse una star, non parte nemmeno dalle scuse. Doverose a tutta la comunità. Doveva chiedere scusa e poi giustificarsi. Se proprio avvertiva questa necessità. Almeno avrebbe avuto più credibilità. Invece niente mea culpa. Rilancia l’ex sindaco: “Non potevo fare il poliziotto”. Nessuno te lo aveva chiesto e non serviva nemmeno.

Alla politica spetta innanzitutto il ruolo di controllo. E sul controllo Falco, come tutti quelli che sedevano in Consiglio Comunale, ha fallito. E non è solo questo. La magistratura e le Forze dell’Ordine danno il massimo, ogni giorno, contro la camorra e il malaffare. La politica non può delegare solo a loro questo compito. Ha il dovere di dare un contributo, di creare anticorpi, di alzare l’argine. L’amministrazione Falco e il sindaco Falco nemmeno questo sono riusciti a fare.

Andiamo oltre, perché c’è ancora tanto da dire. Falco non doveva fare il poliziotto ma se un sindaco legge sui giornali che nella sua amministrazione sta accadendo un fatto determinato, grave, in un determinato settore, che ha dei responsabili di servizio e degli assessori delegati, appena legge l’articolo il dubbio se lo pone? Almeno verifica? Qualcosa a tutela della legalità lo mette in campo? “Minformo” ha scritto fiumi di parole su quanto poi scoperchiato dalla Procura.

Il sindaco e la politica che sedeva in consiglio comunale non ha mosso un dito. Non ha fatto niente. Non si è posto il problema. Nessuna iniziativa, nemmeno di facciata. Nessun assessore, nessun consigliere, nessun partito leggeva “Minformo” o dopo averlo letto si è preoccupato di intervenire? Qui non significava fare il poliziotto. Significava prendere atto di quanto era già sulla bocca di tutti, politici e cittadini. Lo vogliamo negare?

Adesso serve tutto, nessuno vuole affondare il coltello nella piaga, ma almeno risparmiateci il vittimismo e la voglia di uscire pure come eroi da una storia raccapricciante fatta di ignavia, di omertà, di collusioni, di connivenze, di corruzione, di intrecci tra politica, amministrazione e camorra.

Faccio io una domanda all’ex sindaco Falco e la faccio davanti ai lettori e ai caivanesi: davvero serviva la Procura per capire quale fosse il sistema, quali erano le imprese protagoniste e i politici coinvolti? Con onestà. Eppure, se ne parlava da anni sui marciapiedi, sui giornali. Tutto sulla bocca di tutti. Lo sapeva la politica, ne parlava la politica ma nessuno ha fatto qualcosa per spezzare quel legame tra quei soggetti e l’amministrazione. Vogliamo negare pure questo?

Ci vuole davvero coraggio e faccia tosta per negarlo. E allora torniamo seri, siamo seri, facciamo le persone serie, almeno in questo momento, almeno di fronte a questi fatti gravissimi che Caivano e la gente perbene di Caivano stanno pagando più di tutti ormai da troppi anni senza che nessuno abbia mosso un dito, prima per evitare che ciò accadesse, e dopo almeno per difenderla. E ora cosa dobbiamo subirci? La lezione dei responsabili politici di questo degrado. Risparmiatecela perché questo paese ha bisogno di tutto tranne che di questo. Archiviamo l’intervista dell’ex sindaco Falco come un’uscita infelice. L’ennesima della serie. Ha sbagliato tempi, modi e contenuti.

Caivano si potrà salvare, missione sempre più difficile se non impossibile, solo se le persone perbene decideranno di prendere le distanze dalla vecchia politica e di organizzare uno schieramento che parta dal basso senza legami e lacciuoli con la vecchia politica e con la camorra. Senza zone d’ombra e senza interessi personali e familiari.

Anche in questo caso sarà difficile, complicato, a causa del manipolo di soggetti specializzati nell’infamare le persone perbene che negli anni pure si sono esposti ed hanno subito l’inverosimile proprio da chi voleva che restassero in campo solo i corrotti e i collusi.

Si pensi a Simone Monopoli. Persona perbene aggredita nei due anni e mezzo di governo e sopraffatto da un contesto territoriale e politico che non gli ha dato respiro e lo ha soffocato nelle dinamiche che lui voleva combattere senza farcela. Solo contro tutti. È caduto. Oggi paga lo scotto di essere sulla bocca dei pentiti e di condurre un processo che una persona perbene come lui, se non fosse scesa in politica, mai avrebbe affrontato.

Quindi, davvero le speranze sono al lumicino. Dispiace dirlo. Qualche politico ha già cominciato a fare le valigie per trasferirsi altrove. Forse questa è davvero l’unica soluzione se anche alla prossima tornata rivedremo i protagonisti degli ultimi dieci anni, degli ultimi venti anni, degli ultimi trenta anni. Allora si, ci sarà solo da fare valigia. E qui resterà solo di fronte a chi chiede un impegno contro la camorra risponderà in modo secco: “E mica sono un poliziotto?”.

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Attualità

Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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Cardito

CARDITO. Cirillo e il deserto

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CARDITO – Cardito. L’intervista al sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, apre ad una serie di riflessioni che meritano di essere approfondite sul piano politico. Anche per alzare l’asticella del dibattito, troppo appiattita su Cirillo, unico soggetto politico emerso in questi dodici anni, e non per colpa del primo cittadino.

In vista delle prossime elezioni, e quindi di un ciclo nuovo che si dovrà aprire, è necessario già oggi piantare qualche seme che dovrà poi fiorire.

Partiamo da una premessa. Giuseppe Cirillo ha azzerato in questi dodici lunghi anni i vecchi schemi. Cosa significa? Non esistono più divisioni o squadre predefinite, che sanciscono alleanze già precostituite oppure soggetti politici che non possono dialogare al di là dei posizionamenti di questi anni. Uso un termine forte per rendere l’idea: il sindaco è cresciuto politicamente a dismisura. La classe politica locale non è riuscita a stare al suo passo. Anzi, di passi ne ha compiuti ma all’indietro. Ciò ha provocato due elementi: azzeramento del dibattito politico, drastica riduzione dei soggetti politici. In minoranza, alcuni sono partiti da giovani promesse e chiudono l’esperienza nel totale anonimato. In maggioranza singolarmente non esiste nessuno: tutti fedelissimi del primo cittadino. Come detto, un appiattimento su Cirillo così forte che ha azzerato la politica e superato i vecchi schemi.

Adesso, nella costruzione del dopo dodicennio, l’unico che ha dettato la prima ricetta è sempre il capo dell’amministrazione carditese. Punta alla politicizzazione del quadro: centrodestra e centrosinistra. Legittimo, soprattutto per la sua visione di alto profilo maturata pure da vicepresidente della Città metropolitana e quindi ormai abituato ad altri palcoscenici e ad altri livelli rispetto, e lo dico con rispetto e dispiacere, al degrado che caratterizza questi territori.

Questa è una visione del futuro, nella costruzione del futuro, che dovrà tramutarsi in concretezza. E bisogna capire se sarà l’unica in campo come è accaduto in questi 12 anni oppure se ci sarà dell’altro. Non lo può sapere nessuno, almeno in questo momento. E allora proviamo a sviluppare un ragionamento su dati oggettivi e che aiutano la riflessione. Penso che Nunzio Raucci abbia capito che la sua ambizione personale di voler fare il candidato a sindaco nonostante nessuno lo volesse, ha rappresentato negli anni il migliore alleato di Cirillo e della sua scalata.

Quindi, in un contesto dove la politica è stata azzerata, innanzitutto bisogna togliere da mezzo le ambizioni personali. E in un deserto, dove politicamente non è cresciuto nemmeno un fiore e dove il primo cittadino ha azzerato, superato, cancellato, i vecchi schemi, da dove ripartire. C’è chi nel deserto vede solo sabbia e null’altro. E chi, affidandosi ad una visione più ottimista, coglie da quel deserto un’opportunità. Qualsiasi cosa si deve costruire e indipendentemente da chi la deve costruire, si parte da zero. Quindi, sarà molto più semplice. In cosa si tramuta questo contesto? Tutti possono parlare con tutti.

Non ci sono più barriere precostituite da gruppi contrapposti. Per intenderci, il gruppo Barra può tranquillamente ragionare con Cirillo e stabilire un percorso insieme. Le vecchie ruggini tra i protagonisti del dopo Barra sono ormai superate, vecchie, lontane proprio grazie a ciò che ho spiegato in apertura: i vecchi schemi sono stati abbattuti. Il primo passo, quindi, è quello di individuare chi sono i soggetti politici. E, badate bene, c’è una sottile differenza tra consiglieri comunali e soggetti politici. Mi spiego meglio. I soggetti politici sono coloro che riescono ad avere un peso nell’opinione pubblica e sono soggetti aggregatori capaci di mettere in piedi una lista. Due esempi e si torna sempre lì, Giuseppe Cirillo e Peppe Barra. Sono soggetti che storicamente hanno dei gruppi politici e sono in grado di partorire due liste ciascuno.

I candidati nelle liste, per quanto forti, tra chi è rimasto a casa e chi siede in consiglio comunale, vengono un attimino dopo. In maggioranza non ci sono leader autonomi capaci di ragionare sullo stesso piano con il sindaco. Ripeto, sono tutti a seguito di Cirillo e il sindaco dovrà preoccuparsi di comporre liste in grado di garantirli. Saranno ottimi candidati da 300 e 400 voti, ma da qui a trasformarsi in soggetti politici ce ne passa. La stessa cosa vale per l’opposizione. Raucci è un candidato al Consiglio che ti fa la differenza. Ma il soggetto politico che fa le liste resta Giuseppe Barra. Quindi, alla fine di questa esperienza bisognerà comprendere chi saranno i soggetti aggregatori, chi saranno i soggetti politici, quanti ne saranno e quali tavoli si metteranno in piedi.

Cirillo sicuramente dovrà partire dalla sua continuità e dovrà comprendere attorno a lui chi sarà in grado di fare una lista di candidati al consiglio comunale. E lo stesso vale per coloro che aspirano, magari a qualcosa di nuovo. Prima delle ambizioni personali e prima di mettere in piedi tavoli dove siedono soggetti che rappresentano solo se stessi, bisognerà verificare chi farà le liste. I consiglieri uscenti saranno in grado di comporre una lista? Oppure gli uscenti sono da considerare semplici candidati da inserire in qualche lista che magari sarà messa in piedi dai veri soggetti politici che in questi cinque anni sono stati fuori dal civico consesso?

Domande che contengono un ragionamento sottile e magari le possono comprendere solo gli addetti ai lavori. Ma hanno un significato enorme e proprio la mancata risposta, ad oggi, a queste domande, giustifica ciò che sta accadendo. Ad un anno dalle elezioni non c’è ancora un tavolo politico con soggetti riconosciuti per tracciare la continuità di Cirillo; men che meno non c’è un tavolo politico di alternativa. E torniamo al punto di partenza del mio ragionamento: dalle ceneri dei vecchi schemi, dalla sabbia di questo deserto può nascere qualsiasi cosa. E servirà davvero tanto tempo per capire chi ha davvero polvere da sparare e chi, invece, dovrà pensare solo a salvare se stesso in chiave politica.

Ecco perché l’unico che ha avuto l’autorevolezza per provare a parlare di futuro ed a dettare uno schema chiaro, netto, preciso, è stato Peppe Cirillo. Centrosinistra puro, con partiti e civiche, apertura al Movimento Cinque stelle e Europa verde. Ha una traccia incontestabile. Poi si “peserà” la valenza di eventuali soggetti politici che siederanno a quel tavolo oppure si tratterà di un leader indiscusso e tanti candidati al civico consesso.

Tutto il resto è da costruire. E ad oggi oltre le liste di Peppe Barra non si vede nulla all’orizzonte: né soggetti politici uscenti dal civico consesso capaci di fare una lista, né soggetti politici fuori dal Consiglio che si sono fatti avanti come promotori di una lista.

Aprovidolo e Mirone di Forza Italia non sappiamo se la metteranno in piedi. Lo stesso vale per Luigi Iorio. Tutto da verificare. Così come è da verificare se, magari, più avanti, ci sarà qualche ritorno di fiamma di soggetti politici che vengono dal passato e saranno ancora capaci di mettere insieme persone che vogliono candidarsi e partecipare.
Questo spiega perché non esistono al momento tavoli. Non c’è il tavolo della continuità e non esiste il tavolo dell’alternativa. Esiste Peppe Cirillo e nient’altro. Ed è davvero una sconfitta per tutto il resto della classe dirigente. In parte appiattita su Cirillo, in parte espressione solo di ambizioni personali.

Nel deserto è vero che c’è il vantaggio di partire da zero e si può avere anche l’ambizione di costruire Dubai. Nessuno pensava possibile costruire una città avveniristica e moderna proprio nel cuore della sabbia. Eppure, ci sono riusciti. Ma prima di riuscirci c’è stato chi ha avuto la capacità, la competenza e la forza di pensarlo e di renderlo possibile. In questo momento manca proprio questo.

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