Le recenti vicende riguardanti la formazione del comitato per il festeggiamento della santa patrona di Caivano, “La Madonna di Campiglione”, hanno sollevato numerose preoccupazioni. I prelati del santuario, considerando il venir meno di diverse figure che negli anni precedenti avevano partecipato al comitato, mi hanno chiesto di incentivare la sua costituzione. Questo nuovo comitato avrebbe dovuto essere composto da persone integre e gestire i fondi esclusivamente tramite canali tracciabili. Queste condizioni e caratteristiche del comitato sono state da me richieste come elementi imprescindibili, ma soprattutto auspicate dalla triade commissariale che gestisce il comune, sciolto per infiltrazioni mafiose. Tuttavia è emerso un cambio di direzione nelle intenzioni dei religiosi subito dopo queste dichiarazioni.
Secondo la prassi, un prelato del Monastero di Campiglione dovrebbe far parte del comitato, ma ad oggi non è stato ancora designato. L’atteggiamento del monastero, che sembra ostacolare la formazione di un comitato con nuovi criteri di selezione e rettitudine, solleva dubbi e interrogativi sulla trasparenza e l’integrità di questo processo.
Inoltre, durante un primo tentativo di costituzione del comitato, è stato riferito che alcune figure chiave nelle gestioni precedenti dell’evento e dei fondi si sono ritirate non appena è stata proposta una gestione completamente trasparente e controlli penali sui partecipanti. Questa coincidenza pone interrogativi urgenti: esiste una volontà di rischiare una gestione opaca dei fondi?
Ci si chiede quindi: la combinazione di un comitato irreprensibile e la gestione tracciabile dei fondi non è gradita? A chi e perché?
Date queste circostanze, è essenziale che la Procura avvii un’indagine approfondita per indagare su possibili ingerenze o intenzioni ambigue e per chiarire ogni aspetto della gestione dei fondi negli anni passati. È fondamentale garantire che ogni operazione futura sia condotta con la massima trasparenza e sotto il controllo rigoroso delle autorità competenti.
Per quanto sopra, è stato informato il Vescovo della diocesi di Aversa.
On. Pasquale PENZA