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“Fatevi vedere dagli amici di Mugnano” Giuseppe Liccardo è stato condannato in Appello a tre anni e sette mesi

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Era stato condannato a 4 anni e 8 mesi in primo grado, a seguito di giudizio abbreviato, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. “Fatevi vedere dagli amici di Mugnano” ed anche “dovete finire i lavori sennò finisce male”, queste le frasi utilizzate per costringere la persona offesa a versare la tangente per i lavori di ristrutturazione edilizia, facendo così evocazione al clan Amato-Pagano egemone nel territorio di Mugnano. 

Giuseppe Liccardo, mugnanese del 1985, alias “Peppe Maradona”, difeso dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, si è visto scontare la pena di oltre un anno in Corte di Appello a Napoli, venendo così condannato alla pena finale di 3 anni e 7 mesi di reclusione. 

Peppe Maradona è un volto già noto alle forze dell’ordine, essendo stato coinvolto nel blitz di Melito contro ras, gregari e fiancheggiatori del clan Amato-Pagano. Protagonisti di una stagione fatta di estorsioni e richieste per conto del clan ad imprenditori e commercianti di Melito, episodi contenuti nell’ordinanza monstre che, nel giugno del 2021, portò ad una maxi operazione. Le indagini portarono alla luce l’esistenza di una forma di controllo pressoché totale del territorio melitese da parte del clan. 

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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