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AFRAGOLA. L’opposizione si rivela il più fedele alleato del Sindaco Pannone la cui stabilità è data dal paradosso dissenso-assenso

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AFRAGOLA – La politica del comune normanno vive il fenomeno del dissenso-assenso. Un ossimoro che solo il dominus Enzo Nespoli poteva partorire. Attualmente, teoricamente, nei banchi dell’opposizione siederebbero tredici consiglieri comunali contro undici della maggioranza. Teoricamente il Sindaco Antonio Pannone non avrebbe i numeri per governare ma praticamente risulta essere il sindaco più blindato della storia italiana. Ma come è possibile una cosa del genere? Presto spiegato.

Il dissenso partito ufficialmente con quel documento di semi-sfiducia protocollato da Fratelli d’Italia in realtà ha determinato una chiusura a doppia mandata sulla tenuta del Sindaco. Si, perché ha arricchito i banchi di opposizione di un altro simbolo di partito riconducibile alle effige nazionali aumentando così la disomogeneità all’interno della minoranza. Attualmente tra i banchi di opposizione, al netto di scaramucce tra i meloniani e il Sindaco sulle nomine in giunta gradite alla fiamma tricolore, si registrano i seguenti simboli nazionali (in ordine da sinistra a destra) PD, M5S, Italia Viva, Azione, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Una minoranza ibrida così non si era mai registrata a queste latitudini e questo fenomeno fa sì che, al netto degli interessi personali di alcuni consiglieri di opposizione, nessuno potrà mai intestarsi una lotta o mozione di sfiducia al Sindaco, dato che un partito di sinistra non potrebbe mai firmare un documento partito dalla destra e viceversa.

Così con la buona pace di Antonio Caiazzo e Marianna Salierno, consiglieri che in caso di caduta del governo cittadino perderebbero anche lo scranno metropolitano, il Sindaco Antonio Pannone vive una tenuta così stabile da potersi permettere il lusso di far governare la città al suo dominus, in maniera del tutto indisturbata e scevra da qualsiasi interferenza partitica.

Il dato politico che ne esce fuori però è comunque allarmante. Infatti, in un Comune privo di assessori e quei pochi che restano, oltre ad essere yes man appaiono anche del tutto incapaci – qualcuno viene lasciato lì per pagarsi i propri debiti con l’ente comunale a spese dei contribuenti – diventa ordinario porre l’attenzione solo sui grandi lavori pubblici e su atti riguardanti l’urbanistica, tralasciando quello che in gergo viene chiamato ordinario, proprio perché gli interessi dei pochi è rivolto alle cose “importanti” mentre per le cose “futili” meglio lasciare la città nell’impasse di sempre.

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