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“O guaglione ha fatto tardi”: bus Anm fermo mezz’ora in attesa del conducente, la vicenda denunciata dal deputato di Avs Borrelli

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“O guaglione ha fatto tardi”. È così che un dipendente Anm difende un suo collega più giovane che stava per far partire dopo l’orario previsto un mezzo della linea 204, il tutto a favore dello smartphone di un passeggero, che stanco dell’attesa filmava per denunciare quanto stesse accadendo. Almeno finché non è stato minacciato di percosse dallo stesso dipendente di Anm. Il video è stato diffuso dal deputanto di Allenaza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli.

“Cambio di autista nel bel mezzo di una corsa su una linea Anm – scrive Borrelli – Passeggeri costretti ad attendere mezz’ora l’arrivo del nuovo conducente perché in ritardo. I cittadini esasperati vengono trattati male, minacciati e presi a ombrellate dal personale. Il tutto dovrebbe essere accaduto lunedì 11 marzo, durante il tragitto della linea 204 dell’Anm”.

Come ha raccontato l’autore del breve filmato, il primo conducente avrebbe fermato il bus alla fermata del Museo Nazionale per attendere il collega. Un’attesa di circa 30 minuti a causa del ritardo dell’altro conducente. Alle proteste di alcuni cittadini esasperati dai continui ritardi dei mezzi pubblici la risposta è stata proprio quella: “Ha fatto tardi”.

“Abbiamo dovuto aspettare quasi mezz’ora fermi nel pullman in strada. Siamo stati trattati malissimo e anche minacciati. Non è previsto certo il cambio autista nel bel mezzo del tragitto”, ha spiegato l’autore della segnalazione.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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