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Via Duomo, dispositivo di circolazione temporaneo per ragioni di tutela, il servizio di Protezione Civile ha riscontrato un ampio avvallamento

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Il Comune di Napoli ha istituito un dispositivo di circolazione temporaneo in via Duomo per ragioni di tutela della pubblica incolumità che sarà in vigore fino a cessato pericolo. Il servizio di Protezione Civile lo scorso 5 marzo, a seguito di una segnalazione da parte del Servizio Polizia Locale, il giorno 04/03/2024 è intervenuto in via Duomo altezza civ. 288A/piazza Museo Filangieri, riscontrando un ampio e profondo avvallamento della sede stradale in prossimità di vari sottoservizi, da cui si rileva concreto pericolo per persone determinate; con la medesima nota il citato servizio ha rappresentato che è stata interessata la società ABC Napoli e la TIM per le verifiche sui rispettivi sottoservizi, e che, nelle more delle verifiche, a tutela della pubblica e privata incolumità, ha provveduto alla delimitazione provvisoria del dissesto, determinando la chiusura al traffico veicolare del tratto di via Duomo/piazza Museo Filangieri all’altezza del civ. 288A, in direzione corso Umberto I. Nel dettaglio, nell’ambito del dispositivo:

A) È consentito, in deroga ai divieti di accesso esistenti, il libero passaggio attraverso il varco ZTL Duomo, nel tratto compreso tra piazza Museo Filangieri e via Foria, in direzione via Foria.

B) È istituito:

a) il divieto di transito veicolare in via Duomo, nel tratto compreso tra piazza Museo Filangieri e via Lucrezia D’Alagno (esclusa);

b) per i conducenti dei veicoli circolanti in via San Biagio dei Librai, all’atto di immettersi su via Duomo, l’obbligo di svolta a sinistra su via Duomo, in direzione via Foria, eccetto i veicoli di emergenza e di soccorso, i veicoli delle forze dell’ordine e i veicoli dei possessori di posto auto fuori carreggiata che accedono a passi carrai autorizzati;

c) per i conducenti dei veicoli circolanti in via Vicaria Vecchia, all’atto di immettersi su via Duomo, l’obbligo di svolta a destra su via Duomo, in direzione via Foria, eccetto i veicoli di emergenza e di soccorso, i veicoli delle forze dell’ordine e i veicoli dei possessori di posto auto fuori carreggiata che accedono a passi carrai autorizzati.

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Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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Istat: solo al sud Italia si continua ad andare in chiesa

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Chiese sempre più vuote in Italia: secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2022 è stato toccato il minimo storico con il 18,8 per cento delle persone che vanno a messa almeno una volta a settimana. Sono molto più numerosi, il 31%, coloro che lo scorso anno non hanno mai messo piede in chiesa, se non per un evento particolare, come battesimi, matrimoni o funerali. Il restante 50% degli italiani frequenta un luogo di culto in modo discontinuo o occasionale.

A livello territoriale è il Mezzogiorno l’area più “religiosa” del paese, con il 29,3% della popolazione che frequenta con regolarità le funzioni, il centro si attesta invece su valori del 22,6%, numeri simili al nord con il 22,7%.

Tra le regioni è la Calabria quella con il numero più alto di praticanti, il 32,3% della popolazione.
Dal lato opposto invece è la Valle d’Aosta il territorio che presenta i valori più bassi, 16,5%.

Interessante anche le differenze che si riscontrano a livello micro-territoriale, in particolare la popolazione che vive nelle periferie delle aree metropolitane frequenta mediamente il 3% in più rispetto alla popolazione che vive nel centro città.

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Istat, la Campania è la regione con la più bassa speranza di vita

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La Campania, nonostante un considerevole recupero, rimane la regione con la speranza di vita più bassa tanto tra gli uomini (79,7) quanto tra le donne (83,8).

E’ il dato che si ricava dagli indicatori demografici dell’Istat pubblicati oggi e relativi al 2024.

Nella graduatoria nazionale che fa segnare il minimo storico della fecondità, con 1,18 figli per donna, la Campania si piazza al terzo posto tra le regioni italiane. Il primato della fecondità più elevata continua a essere detenuto dal Trentino-Alto Adige, con un numero medio di figli per donna pari a 1,39 nel 2024, comunque in diminuzione rispetto al 2023 (1,43). Come lo scorso anno seguono Sicilia e Campania. Per la prima, il numero medio di figli per donna scende a 1,27 (contro 1,32 del 2023), mentre in Campania la fecondità passa da 1,29 a 1,26. 

La perdita di popolazione nel Mezzogiorno dovuta agli spostamenti tra i Comuni colpisce tutte le regioni dell’area, con intensità più marcata in Basilicata e Calabria dove si osservano i tassi migratori negativi più alti: rispettivamente -5,0 per mille e -4,6 per mille. Anche il Molise (-3,8 per mille) e la Campania (-3,3 per mille) mostrano un tasso migratorio negativo significativo, sebbene meno accentuato.
La Campania, infine, si distingue anche come la regione con la più alta quota di popolazione in età attiva (65,3%), seguita dal Lazio (64,2%) e dalla Lombardia (63,9).

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