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Cronaca

Omicidio Giulia Tramontano, parla l’altra donna di Impagnatiello: “Lui ci ha ingannato e volevo aiutarla”

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E’ in corso a Milano la nuova udienza per il processo a carico di Alessandro Impagnatiello, il barman accusato di aver ucciso con 37 coltellate la fidanzata Giulia Tramontano incinta al settimo mese, il 27 maggio scorso a Senago.

In aula parla la donna con cui aveva una relazione parallela, la stessa che ha incontrato Giulia quando lei aveva scoperto la doppia vita del compagno. Ovviamente ci sono anche l’imputato e la famiglia di Giulia, con la sorella Chiara che sui social è tornata a chiedere l’ergastolo per l’ex cognato.

La ragazza che nella vicenda è considerata “l’altra donna”, ha 23 anni ed era una collega di Impagnatiello, la quale ha così dichiarato guardando negli occhi l’imputato:

“Quando l’ho conosciuto mi ha detto che era fidanzato, poi che si erano lasciati e che lui non voleva più stare con lei. Da dicembre del 2022 mi diceva che non stavano più insieme, che lei non abitava più a Senago. Mi ha invitato a casa sua, solo la prima volta c’erano tracce di Giulia, delle sue foto. Ho capito che lei era ancora nella sua vita quando è stato in vacanza a Ibiza, tra marzo e aprile, ho visto delle foto. Lui ha detto che era incinta ma il bambino non era il suo, ma frutto di un incontro occasionale, che lui era lì per aiutarla perché lei voleva farsi del male, voleva uccidersi ed era bipolare”.

Poi, aggiunge: “Dall’inizio ha detto che non era il padre, io ho chiesto di vedere il test perché non gli credevo, poi ci ho creduto per un po’ quando ho visto il test che mi ha fatto vedere. Poi però viene fuori la verità, scopre che aveva falsificato il test. Non volevo agire subito. Dopo avermi mentito la prima volta ho preferito aspettare per non essere ancora ingannata. Non sapendo come gestire la situazione volevo aiutare Giulia, farle capire, darle qualcosa di concreto e farle capire cosa stava succedendo”.

Inoltre, per ricostruire il rapporto tra le due donne, vengono sentiti in aula gli audio che si sono scambiate. Risuona per la prima volta la voce di Giulia Tramontano. Poi, prosegue nel racconto:

“Le ho spiegato chi fossi e la situazione, io sono stata incinta e nei suoi panni avrei voluto sapere chi avevo a fianco. Lei mi ha ringraziato e mi ha chiesto di vederci. All’inizio ha detto di non dire niente a lui, ma lui ha scoperto che ho parlato con lei ed era incazzato, si è arrabbiato con me perché il gioco era finito. Quando ha capito che Giulia stava venendo dove lavoravamo, lui è uscito prima nonostante entrambe gli avessimo chiesto di essere presente”.

In uno degli audio si sente Giulia dire: “Pur di venire al tuo compleanno, mi ha fatto ricevere i mobili per la cameretta del bambino da sola. C’era una libreria lì, io non riuscivo a spostarli. Mi ha detto che andava a una grigliata. Ma che pezzo di m***….”.

Pertanto, con una storia su Instagram, la sorella Chiara Tramontano chiede la massima pena per Impagnatiello, “una sola condizione: ergastolo a vita”. Lo fa condividendo un vecchio post sui social proprio di Giulia, in cui scriveva: L’uomo potrà sfuggire alla giustizia umana, non a quella divina”.

Poi, Chiara aggiunge: “Davanti alla corte la verità si svelerà col tempo, per Giulia, la giustizia trionferà. Non temere, la tua voce risuonerà forte, affinché il mondo sappia: l’amore non muore. Lotta con fierezza, non arrenderti, Giulia, perché vivrai per sempre”.

Tuttavia, anche se gli venisse comminato il massimo della condanna, Impagnatiello potrebbe anche non passare tutta la vita in una cella, visto che come previsto dal nostro ordinamento l’ostativo riguarda solo i reati più gravi, come quelli di mafia, terrorismo e sequestri di persona. Quindi non è da escludere che l’imputato benefici di misure alternative di detenzione, poiché anche chi è condannato all’ergastolo semplice può usufruire di permessi premio e libertà condizionata, se dimostra una sincera volontà di ravvedimento e di non essere più un individuo pericoloso.

Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia, 30 genitori aggrediscono maestra: ora insegnante indagata

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È stata iscritta nel registro degli indagati la docente di sostegno aggredita la scorsa settimana da un gruppo di circa trenta genitori presso la scuola Salvati di Castellammare di Stabia. Si tratta di un «atto dovuto» da parte della procura, come riportato dal quotidiano Metropolis, per permettere accertamenti sul cellulare dell’insegnante, sequestrato dopo la denuncia di cinque genitori. Questi ultimi hanno riferito agli investigatori dell’esistenza di una chat tra la docente e alcuni alunni, in cui sarebbero stati condivisi audio e video con contenuti a sfondo sessuale.

Continua anche l’inchiesta riguardante la spedizione punitiva organizzata da diversi genitori, avvenuta presso la scuola del quartiere Scanzano. Durante l’incidente, oltre alla docente, è rimasto ferito anche il padre dell’insegnante, intervenuto per difendere la figlia.

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Cronaca

Scampia, scoperto deposito abusivo di rifiuti con oltre 40 elettrodomestici

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Nell’ambito delle attività di contrasto al fenomeno dell’illecito abbandono e gestione illecita dei rifiuti, personale Polizia Locale Unità Operativa Scampia, in via Anna Maria Ortese, ha scoperto un deposito illecito di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) dove erano stati illecitamente stoccati 43 grandi elettrodomestici come lavatrici, caldaie, televisori, forni.

Sul posto è stato sorpreso un 39enne napoletano intento ad asportare varie parti elettriche e ferrose. La Polizia Locale ha provveduto al sequestro penale dell’area, di proprietà comunale, ove erano stati stoccati i rifiuti e a deferire all’autorità giudiziaria il trentanovenne per i reati di gestione illecita di rifiuti e invasione di suolo pubblico.

Nel corso della stessa operazione sono stati sanzionati con una multa da 51,64 euro due soggetti che conferivano rifiuti domestici fuori orario ed in contenitori non idonei.

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Cronaca

Torre del Greco, denuncia marito violento e fa scoprire giro d’usura

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Una donna ha denunciato le violenze subite dal marito, portando alla scoperta di un usuraio seriale a Torre del Greco. Un uomo di Torre Annunziata è stato arrestato con diciotto capi d’imputazione, di cui quindici per usura, due per estorsione e uno per possesso di armi. I carabinieri della stazione di Boscoreale lo hanno colto in flagrante mentre, insieme al nipote, riscuoteva 300 euro in interessi da una delle sue vittime.

Le indagini sono iniziate dopo la denuncia della donna, che ha rivelato come il compagno fosse frustrato dai debiti accumulati con usurai. I carabinieri hanno così avviato un monitoraggio, riuscendo a identificare l’usuraio tramite intercettazioni telefoniche. È emerso che l’uomo aveva rapporti con almeno sette vittime, a cui chiedeva mensilmente somme tra 100 e 500 euro.

Le intercettazioni hanno rivelato la pressione esercitata dall’indagato sulle vittime, che includeva minacce e intimidazioni. Le dichiarazioni delle vittime hanno confermato le accuse e svelato il modus operandi dell’usuraio, che sfruttava la vulnerabilità di commercianti in difficoltà. Dopo l’arresto, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione dell’uomo e un suo terreno, trovando circa 20.000 euro in contante, gioielli, orologi di valore e un’arma da fuoco illegalmente detenuta.

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