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La denuncia: “Pronta a incatenarmi davanti alla Regione” la denuncia per impossibilità di sostenere le spese

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La problematica delle liste d’attesa in Campania sembra molto lontana dall’esser risolta. Spesso le cure per determinate malattie si trasformano in un salasso difficilmente sopportabile per le tasche dei comuni cittadini, che chiedono solamente di poter beneficiare di cure adeguate e gratuite dal servizio sanitario pubblico.

Torniamo a parlare a tal riguardo del caso di Emma Errico, che nell’ottobre 2023 aveva denunciato le lungaggini delle liste di attesa per un controllo neurologico, essendo affetta da una malattia autoimmune, “l’anemia emolitica”. Le sue condizioni di salute da allora non sono migliorate e le spese per sostenere gli esami diagnostici sono sempre più proibitivi per le sue scarne possibilità economiche. 

“A marzo 2023 al Cardarelli mi è stata diagnosticata l’anemia emolitica autoimmune. Sto in cura con molti farmaci tra cui cortisone e immunosoppressori. Ho bisogno di fare spesso esami di laboratorio da mostrare all’immunologo per l’andamento della patologia. L’esenzione che ho serve a ben poco, pago quasi tutto e spesso non conviene neanche fare la prescrizione per gli esami.Senza dire che le prenotazioni al centro diagnostico anche richiedono tempo. Io non ho la possibilità di pagare sempre. Se per qualcuno è cosa da poco per me è impossibile. Non posso lavorare perché non sto bene e non ho altre entrate.

Il mio è un grido di dolore, altrimenti sarò costretta a incatenarmi a palazzo Santa Lucia. Meglio morire lì dove decidono per noi. Sono stanca e disperata”, racconta a NapoliToday Emma, zia tra l’altro del piccolo Mario, il bimbo morto a 5 anni per una grave forma tumorale che lo aveva colpito tre anni prima. 

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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