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Superano il concorso ma non lavorano da otto anni, hanno partecipato alla selezione per Scuola dell’infanzia e primaria

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Non è bastato risultare idonee in un bando pubblico per porre fine agli anni di precariato. E’ il destino per oltre 2mila docenti, molte delle quali napoletane, che nel 2016 parteciparono al concorso a cattedra per Scuola dell’Infanzia e Primaria. Per una manciata di punti non risultarono vincitrici e vennero inserite nelle graduatorie delle idonee. Mentre nelle regioni del Nord, quelle graduatorie sono state tutte esaurite e tutte le docenti hanno ottenuto un incarico stabile, in Campania, Lazio, Sicilia e Calabria è tutto fermo da otto anni. 

“Inizialmente – spiega Anna Cutolo – Per noi idonee non c’era posto. Poi, nel 2020, il ministro Azzolina ha firmato un decreto che ci ha inserito in una graduatoria ‘aggiuntiva’ al concorso straordinario che si è tenuto nel 2018. Vuol dire che vincitori e idonei di quel concorso sono stati piazzati davanti a noi avremmo dovuto attendere un momento che non è mai arrivato”. 

Un destino, quello delle idonee del 2016, che sembra complicarsi con il Pnrr: “I concorsi finanziati dall’Europa inizieranno a marzo – racconta Tina Cafiero – E anche i vincitori di quel concorso ci supereranno, così come quelli delle gare successive. E’ un paradosso visto che la nostra selezione è stata molto dura, mentre quelle successive si sono svolte in via semplificata, con la modalità della risposta multipla”. 

Ma c’è un altro paradosso. Molti docenti che hanno ottenuto una cattedra nel 2018 sono entrati con punteggio 0: “Noi, invece, abbiamo punteggi alti” afferma Emma Castellano, 55 anni e precaria da 10. “Per questo motivo – prosegue – un gruppo ha deciso di fare ricorso per chiedere di essere inserito nelle nuove graduatorie con il punteggio che abbiamo ottenuto nel 2016”. 

La Campania è tra le regioni che soffre le maggiori criticità, anche perché i posti disponibili sono molto inferiori ai docenti a disposizione. “L’ufficio scolastico campano non aggiorna le graduatorie da anni – accusa Lucia Pastorino – all’interno ci sono ancora persone che hanno preso il ruolo, persone che hanno cambiato regione e, purtroppo, persone decedute”. 

Tra le proposte avanzate dalle circa 2mila docenti del concorso 2016 c’è quella di un piano di stabilizzazione, magari partendo dall’organico di potenziamento istituito durante la crisi Covid. “Vogliamo che i presidenti delle Regioni nelle quali abbiamo fatto il concorso ci ascoltino e ci mettano in contatto con il Ministero. Siamo docenti, donne, madri, mogli che vogliono lavorare e che da anni si accontentano anche di brevi supplenze per sopravvivere”. 

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