Cinquemila persone, qualcuno sussurra addirittura diecimila. Una mare di gente ha preso parte alla fiaccolata per chiedere la riapertura del pronto soccorso di Boscotrecase. Un corteo partito dalla stadio Giroud di Torre Annunziata e giunto fino alla basilica Ave Gratia Plena del comune vesuviano. La manifestazione di protesta, l’ennesima di una lunga serie, è stata organizzata dal movimento ‘Ce avite accise ‘a salute?, ma ha visto la partecipazione di cittadini comuni, associazioni e politici di ogni schieramento. Basti pensare che a tenere lo striscione c’erano il senatore 5 Stelle Orfeo Mazzella, il consigliere regionale leghista Severino Nappi e il sindaco di Trecase Raffaele De Luca (Forza Italia). All’inizio della marcia anche Sandro Ruotolo, componente della segreteria del Pd, ha offerto la sua solidarietà.
Il pronto soccorso di Boscotrecase fu chiuso nel 2020, quando a fronte dell’emergenza Covid, alcune strutture furono destinate alla cura dei pazienti che avevano contratto il virus. Regione Campania e Asl assicurarono che il pronto soccorso avrebbe riaperto una volta superato lo stato di pandemia ma, come accaduto per altri ospedali, vedi il Don Bosco di Napoli, ciò non si è mai avverato. La rabbia della cittadinanza è esplosa dopo che, il 23 dicembre scorso, una bimba di tre mesi è morta nel tentativo di raggiungere l’ospedale di Castellammare di Stabia, il più vicino per i cittadini di diversi Comuni, tra cui Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase. Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è stato il principale bersaglio dei cori di protesta.
“Il pronto soccorso è una delle tante promesse mancate di De Luca – afferma Ciro D’Alessio, portavoce del movimento ‘Ce avite accise ‘a salute’ – Ci avevano assicurato che avrebbe riaperto dopo il Covid e così non è stato. Per questo territorio è fondamentale perché serve una comunità di oltre 200mila persone. E’ impossibile pensare di arrivare a Castellammare, presidio già molto affollato e distante da qui. Sappiamo che la strada è lunga, ma noi non ci fermeremo. E’ morta una bambina, noi siamo in strada anche per quelle persone che sono morte di malasanità”.